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‘Resurra – principessa straniera’ (Stars and Sand Vol. 3 di 3), Laura Fiamenghi ci regala l’ultimo appassionante capitolo della saga degli Zendar

DETTAGLI DEL LIBRO

TITOLO: Resurra – Principessa Straniera
AUTORE: Laura Fiamenghi
SERIE: Stars and Sand (3 di 3)
GENERE: Romance Fantasy / Distopico / Post- Apocalittico / Spicy Romance.
DATA USCITA: 20 AGOSTO (Digitale e cartaceo)

Recensione ‘Zendar – principe guerriero’ (Vol 1)
Recensione ‘Guardiara – Ancella Prigioniera’ (Vol. 2)


Ringrazio l’autrice per avermi fatto leggere in anteprima il romanzo in cambio di una mia personale opinione.




TRAMA

Solo due città sono rimaste al mondo, separate da una distesa sconfinata di sabbia cocente.
La Principessa Elara della città di Guardiara è stata promessa in sposa al Principe di Resurra e, già dal loro primo incontro, è evidente che il suo promesso sposo sia tutt’altro che “principesco”. Zex è un bestione dall’aspetto rude e minaccioso, un leader indomito tra le rovine di un mondo post-apocalittico.
Catapultata in una città dove gli uomini considerano le donne una loro proprietà, la timida Elara dovrà imparare a essere coraggiosa come la sua amica Ashka. Riuscirà la principessa a trovare il suo posto a Resurra e a vedere l’uomo capace di tenerezza e passione nascosto sotto alla corazza di Zex? E soprattutto, riuscirà a cambiare le rigide dinamiche della sua nuova città, aprendo la strada a un nuovo futuro per tutte le donne di Resurra?
Resurra è il terzo e ultimo romanzo della ‘Stars and Sand trilogy’ un romance fantasy post-apocalittico dedicato alla coppia Elara/Zefiro (Zex). Avvertenze: il romanzo è ambientato in una società fortemente maschilista, contiene scene di violenza e sesso esplicito.



RECENSIONE


La trilogia ‘Zendar, la Stars and Sand trilogy, di Laura Fiamenghi giunge alla sua conclusione con il terzo volume ‘Resurra – principessa straniera‘, i primi due trattavano la storia di Ashka e Zarek mentre quest’ultima parte narra di Elara e Zex.
Il personaggio di Elara faceva già parte, per quanto non in un ruolo centrale, del precedente libro ‘Guardiara – Ancella Prigioniera‘ mentre Zex era stato accennato e impariamo a conoscerlo solo nell’ultimo romanzo.
Il titolo è anche il nome della città di Zex, una delle due città umane che si sa essere sopravvissute alla Caduta, ovvero la fine del mondo come lo conosciamo e l’inizio, per i sopravvissuti, di una esistenza post apocalittica in una Terra ormai desertica e popolata da grandi vermi delle sabbie.
L’altra città è Guardiara, da dove provengono sia Ashka che Elara.
Le due città sono distanti, non solo in termini chilometrici ma soprattutto culturalmente, sociologicamente e politicamente parlando.
Guardiara è matriarcale, le donne sono al potere che è centralizzato nelle mani della regina, Resurra invece è, diciamo, una sorta di repubblica presidenziale dominata dagli uomini e in cui le donne sono poche e vivono in una condizione di semi-segregazione.
Questo per quanto riguarda gli umani, perché abbiamo anche i mutanti Zendar che abbiamo  imparato a conoscere con i precedenti volumi attraverso l’amore tra l’umana Ashka e il mutante Zarek. Essi vivono suddivisi in oasi ma con un unico Re.
Il worldbuilding si conferma solido e ben organizzato, la Fiamenghi è riuscita a creare un panorama davvero efficace in cui fare muovere i suoi personaggi. Personaggi che sono ben tratteggiati e reggono la narrazione, che è rosa e anche spicy senza essere mai stucchevole, senza farci annoiare mai.
Al termine del libro c’è anche una sorpresa che sono certa i fan apprezzeranno moltissimo.

Ma non voglio svelare nulla, leggetelo e vedrete.

Posso solo aggiungere che durante la lettura di Resurra mi sono trovata a pensare che ci fosse qualcosa, qualche piccolo dettaglio o qualche linea di narrazione appena accennata, di inconcluso e dopo l’epilogo ecco che l’autrice spiega il motivo.
Siete pronti a leggere la grande storia d’amore di Zex e Elara?
Due mondi diversi che si incontrano e non possono che creare qualcosa di bello e nuovo.

Ho trovato leggermente più ‘faticoso’ questo terzo volume rispetto ai precedenti perché il personaggio di Zex è quanto di più lontano dal mio personaggio maschile preferito e naturalmente questo mi ha frenato l’entusiasmo, in effetti però non potevano essere tutti perfetti come Zarek.
Ma ci sta, perché Zex viene da Resurra e a Resurra si cresce così, alla ‘Mad Max‘ mista con ‘Sons of Anarchy‘, per intenderci.

E ci sta anche perché all’inizio c’è un TW bello evidente e quindi oh, se non ti piace non lo leggi e morta lì.
Soprattutto ci sta perché la narrazione fila liscia così e il libro scorre bene come gli altri due. E vuoi sapere di Elara e Zex come volevi sapere di Zarek e Ashka.
Brava la Fiamenghi che ci trasporta in mondi fantastici e passionali con i suoi romanzi. Ha un tocco leggero e una scrittura coinvolgente, le sue storie sono perfette per chi ama sognare e lasciarsi trasportare dall’emozione.


Chi è l’autrice?

Laura Fiamenghi, classe 1985, appassionata di Romance e Fantasy, per lei scrivere é regalare attimi di buon umore.
“La mia più grande soddisfazione é quando un lettore mi scrive e dice di essersi emozionato insieme ai miei personaggi, di aver pianto, di aver riso, immergendosi per qualche ora in un mondo che lo ha fatto sognare.”
Laureata in lingue e letterature straniere, abita a Brescia, pratica yoga e coltiva piante grasse. Ama l’Europa piena di leggende e tradizioni e visita costantemente castelli e dimore storiche che ispirino le location per i suoi libri.
Anche nota come ‘Alma Rose’ pseudonimo con cui scrive Contemporary Romance e Erotic Romance spassosissimi.


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L’amicizia che resiste al tempo: “Ancora Amici” di Roberto Gerilli

Ancora amici è una storia itinerante che parte da Falconara Marittima, la cittadina in provincia di Ancona dove i protagonisti sono cresciuti, prosegue verso Bologna, devia per Siena, e infine arriva a Milano, la sede per antonomasia dei concerti internazionali.[…]A volte pensiamo di essere più distanti di quello che siamo.


Credo sia importante premettere una cosa: è possibile che il romanzo mi abbia colpito in modo più profondo rispetto ad altri lettori, data la mia condivisione con l’autore della generazione di appartenenza e, senza dubbio, dei gusti musicali descritti nel libro. Potrei tranquillamente essere stata una dei quattro amici protagonisti.

Ecco, detto questo possiamo cominciare.
Ancora Amici di Roberto Gerilli non è solo un romanzo piacevole da leggere, ma un’opera che colpisce nel profondo per la sua intensità emotiva e la sua capacità di parlare alla parte profonda nascosta in ogni lettore.

Claudio, Riccardo, Veronica e Martina prendono vita sotto i nostri occhi mentre leggiamo, diventando ben presto nostri compagni di viaggio, quasi come se fossimo noi stessi a vivere le loro vicende.

«Gli amici sono come i gruppi musicali» dico.
«In che senso?»
«Quando sei adolescente, sono il cardine della tua vita. Accogli quelli sconosciuti con interesse, celebri i successi dei tuoi preferiti e vai ai loro concerti per dimostrare la tua eterna lealtà. Poi cresci e la musica diventa solo un sottofondo. Accettare nuovi artisti nella tua playlist è sempre più difficile e la playlist stessa è sempre più impegnativa da gestire. Finisci ad ascoltare la radio, che non crea legami e ti permette di cambiare stazione al minimo disturbo»


Gerilli possiede un talento eccezionale per la caratterizzazione dei personaggi, donando a ciascuno di essi vita e autenticità. Ogni protagonista emerge con una voce propria, attraverso i punti di vista alternati e i viaggi nel passato arriviamo a conoscere le sue esperienze e i suoi sentimenti, questi ultimi sono narrati con una sensibilità che conquista il cuore del lettore.

L’adolescenza inizia quando capisci che i tuoi genitori non rappresentano la verità incarnata e che le loro parole possono essere messe in discussione. In questo spirito di ribellione e rivalsa, tuttavia, fraintendi la lezione e ti convinci che l’ignoranza derivi dai loro errori, tu puoi essere migliore, crescerai e avrai tutte le risposte. Poi una mattina ti svegli a quarant’anni con la testa piena di dubbi, e ti accorgi che le tue certezze erano solo illusioni di una mente ingenua.


Le dinamiche tra i personaggi risultano realistiche e ben sviluppate, mostrando con naturalezza disarmante sia i momenti di complicità che quelli di tensione, ci si ritrova in quei messaggi e in quei momenti.
L’autore, con la sua penna sensibile, attraverso la sua narrazione ci ricorda l’importanza di nutrire le nostre relazioni e di essere presenti per le persone che amiamo, soprattutto nei momenti bui. “Ancora Amici” è un tributo sincero e toccante alla forza dei legami umani, una storia che ci porta in un viaggio emozionante alla scoperta di quanto siano essenziali le connessioni umane nella nostra vita.

Il viaggio di Claudio, Martina, Riccardo e Veronica ha una caratteristica singolare: è disconnesso. I nostri eroi lasciano a casa gli smartphone […]
La preistoria, insomma.

Questo digital detox, tuttavia, non è la crisi di mezza età di quattro millennial nostalgici, ma rappresenta il loro bisogno di superare le illusioni create dai rapporti online e di riconnettersi con gli amici.

A volte pensiamo di essere più vicini di quello che siamo.

Anche la dipendenza da smartphone e connessione emerge tra le pagine di questo romanzo, invitandoci a riflettere sul duplice ruolo della tecnologia: strumento prezioso per certi versi, ma anche potenziale fonte di assoggettamento a dispositivi e dati mobili. Immaginate di tornare, per chi c’era sarà più facile, ai tempi dei giornali cartacei e delle cartine al posto di Maps, dei negozi dove comprare i biglietti dei concerti e della ricerca del posto dove mangiare senza nessuna recensione con le stelline.

Gli smartphone sono stati ideati per essere una tecnologia cannibale: divorano gli altri dispositivi e li trasformano in app. Macchine fotografica, lettori MP3, navigatori satellitari e videogiochi portatili erano oggetti ambiti. Abbiamo sfinito i nostri genitori per farceli comprare o fatto collette per regalarli a feste di Natale, compleanni e lauree. E non dimentichiamo orologi, agende elettroniche, calcolatrici e perfino torce elettriche. Tutto sparito, fagocitato dentro queste mattonelle lucide, desiderose di attenzioni.

Personalmente leggendo Ancora amici ho avuto l’impressione di sentire una eco di Nick Hornby nella sua forma migliore e in questa assonanza aiuta anche l’enorme presenza, è forse un personaggio anche lei, della musica.
La musica come elemento fondamentale della vita e dell’amicizia con le canzoni che ci ricordano momenti, persone care, sentimenti e luoghi.

Esiste anche la playlist del romanzo:
VAI ALLA PLAYLIST

« Ormai siamo vecchi» risponde l’altro.
«Esatto, è quello che intendevo»  insisto. «Perché da adulti non si può continuare a pensare al futuro, a fare grandi progetti? A volte ho l’impressione che la gente mi guardi e dia per scontato che io debba essere questa persona per il resto della mia vita “Hai quasi quarant’anni”, “Accontentati dei traguardi che hai raggiunto”, “Dove vuoi correre ancora? La gara è finita”. E invece no, cacchio. Qui non è finito proprio niente» 

Titolo: Ancora amici
Autore: Roberto Gerilli
Editore: Mondadori
Prezzo:  19 €
ISBN: 9788804774327
Sinossi: Claudio ha quarant’anni e vive a Falconara Marittima, una cittadina di provincia dove l’unica attrazione turistica è la raffineria di petrolio sul mare, ma non si lamenta.

Anzi, non riesce proprio ad andarsene. Qui ha trascorso estati indimenticabili insieme ai suoi amici storici, quelli a cui affidi l’adolescenza sapendo che ne faranno il periodo migliore della tua vita.
Sembra l’unico afflitto da questo problema, comunque: Martina si è fermata a Bologna dopo l’università, Riccardo si è trasferito a Siena per amore, mentre Veronica ha preferito una frenetica carriera milanese a quello che, forse, stava nascendo tra loro.
Le giornate in spiaggia, le gite improvvisate e i concerti rock sotto al palco sono solo un ricordo lontano, e ora l’amicizia è confinata in una chat su WhatsApp con un nome, “Sul pontile”, che onora il vecchio rifugio del gruppo.
Sono destinati a perdersi, a diventare semplici nomi nell’interminabile lista di messaggi da mandare a Natale, a meno che Claudio non decida di compiere un gesto “rivoluzionario”: lasciare a casa il cellulare e partire per una reunion di cui gli altri sono ancora all’oscuro.
Un romanzo divertente e nostalgico sulla generazione a metà del guado. Quella degli zaini Invicta, dei Soundgarden alla radio, delle cartine stradali che non garantiscono di giungere a destinazione e delle “immense compagnie” che, con l’età adulta, hanno traslocato online.
Un romanzo sull’amicizia che a volte finisce, ma a volte resiste, nonostante tutto.


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‘Love Affair’ di Anna Nicoletto e l’amore ai tempi delle dating app – recensione

Alzi la mano chi ha usato almeno una app per appuntamenti nella sua vita.
Per chi non l’ha mai usata: complimenti continua così! Per chi invece l’ha usata spero davvero che tu abbia trovato quello che stavi cercando.
Di questi tempi credo che siano davvero poche le persone che non hanno mai utilizzato un app d’incontri: chi per curiosità, chi per divertimento e chi per cercare qualcuno.
Un po’ di curiosità d’immergersi nello sconosciuto mondo delle dating app provando a vedere se l’anima gemella fosse davvero nascosta tra didascalie come: “Sono X. Ho Y anni. Sono socievole, amo gli animali e pratico sport.” e “Non amo presentarmi. Sono quell@ che sono. Scrivetemi per conoscermi” credo che l’abbiamo ormai tutti.

E dunque, l’anima gemella è solo la somma di algoritmi e calcoli? È davvero possibile trovare l’amore attraverso lo schermo di uno smartphone?
Nel suo nuovo romanzo Anna Nicoletto ha scelto un argomento attualissimo, condito con una storia d’amore (che ci sta sempre bene).
Uscito per la casa editrice Giunti Editore lo scorso 20 marzo parla di quel sentimento che muove ogni cosa, ovvero l’amore, con annessi e connessi (voluta come metafora) e dating app.

Con uno stile di scrittura vivace e spiritoso e una trama diversa dal solito la Nicoletto sforna una commedia romantica con i fiocchi che fa sperare che l’amore, quello vero, sia più forte di qualsiasi cosa.

Nella mia (disastrosa) vita amorosa ho usato (molte) dating app e mi hanno annoiata da morire. Sempre le stesse facce, sempre le stesse domande, insomma tanto vale lasciar perdere. A difesa delle dating app però conosco coppie che si sono incontrate attraverso uno schermo e ancora oggi sono felici ed innamorate, quindi la speranza, come si dice, è l’ultima a morire.
Certo che se esistesse davvero MyMatch, la dating app inventata dai protagonisti di questo romanzo, molto probabilmente mi sarei divertita molto di più e forse avrei trovato anche io il match perfetto.
Con i POV alternati, ci troviamo catapultati nella vita dei due protagonisti che combattono la quotidianità della vita da trentenni (Aron qualcosina in più) in un mondo sempre più contro la generazione dei Millennials.

Conosciuti all’università, si sono piaciuti da subito e d’altronde due anime affini come loro come poteva non essere così?
Dopo 10 anni di croce (alti e bassi) e delizia (tanto amore, passione top) Aron e Matilde sono ormai ai ferri corti, anzi cortissimi. Non fanno altro che litigare, non riescono più a capirsi e a comunicare come hanno sempre fatto nel corso dei 10 anni passati insieme. I conti che non tornano mai, un appartamento che cade a pezzi e il fatto di essere sempre sul filo del rasoio sono tutti motivi che portano alla rottura definitiva. La rabbia, il dolore di non essere più parte di un duo, ma ritrovarsi a dover combattere da solo dopo che per tanto tempo qualcuno è sempre rimasto al tuo fianco. Nonostante queste divergenze di opinione è chiaro però che Aron e Matilde sono ancora innamorati l’uno dell’altra, solo che non riescono a comunicarselo.
Dopotutto il piano era semplicissimo, quasi come bere un bicchiere d’acqua: si chiude l’azienda (PopLab), ognuno a casa propria e finalmente si smette di litigare.
Ovviamente il piano finisce alle ortiche perché, grazie ad un colpo di fortuna (destino?), la loro app MyMatch, creata durante gli anni universitari, spopola diventando in breve tempo virale e mettendoli sotto molti, moltissimi riflettori.
Tutto bellissimo, peccato che loro non stiano più insieme e che non vogliano avere niente che li leghi.
La cosa davvero buffissima è che, tra tutte le loro app, quella che sta andando di più è proprio quella sulla ricerca dell’anima gemella.
E se non vogliono perdere tutto – dato che MyMatch ha il successo che ha perché loro, agli occhi del giudicante web, sono la coppia perfetta – devono continuare a fingere di amarsi.
Se riescono ad essere dei bravissimi attori davanti ai riflettori, tra le mura domestiche è tutt’altra storia.
È possibile ritrovarsi, dopo essersi persi? Riuscire a scendere a compromessi e capire che loro sono più forti insieme al posto che separati?

Per sapere cosa accadrà a Aron e Matilde vi basterà leggerlo!

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Le Leggi dell’Ordine Etico, Maurizio Cometto – recensione

Le leggi dell’ordine etico è ambientato in un futuro distopico. Ci troviamo nel 2072 e l’Italia vive un periodo che somiglia ad un nuovo fascismo, una dittatura che ha costruito la Grande Muraglia Italiana per separarsi dal resto del mondo. Questa Italia e la sua dittatura fantapolitica ha prodotto il sogno autocratico di mussoliniana memoria, autoproduce quello che serve e vive chiusa dietro alla fantomatica Madre della Patria, grazie all’energia eolica e al nucleare.
La Madre della Patria avrebbe salvato l’Italia dalla Terza Guerra Mondiale e adesso la chiusura servirebbe per proteggere gli italiani dai temutissimi stranieri.
Tutto questo però viene smosso da una droga e da un programma di nome Empathy che l’agitatore Guido Fossbergher sta cercando di diffondere tra la popolazione….


Un’opera che sfida il lettore
Con i suoi dialoghi e la trama non scontata “Le Leggi dell’Ordine Etico” di Maurizio Cometto è un romanzo che si distingue per la sua originalità e profondità.
L’ambientazione è ovviamente distopica e ci viene presentata una società controllata da un regime oppressivo che impone un rigido codice etico.
La storia narra le vicende legate al fascino prima, e agli effetti poi, che il programma e la droga Empathy, forse opera di gruppo di ribelli che cercano di sovvertire l’ordine costituito, ha sul personaggio principale del romanzo.

Un intreccio avvincente e spunti di riflessione
Cometto crea un’atmosfera coinvolgente e ricca di suspense, grazie a una trama ben congegnata e a personaggi complessi e sfaccettati. Il romanzo non si limita però a intrattenere, ma invita il lettore a riflettere su temi di grande attualità, come la libertà individuale, il controllo sociale e il rapporto tra etica e potere.

Un’opera che lascia il segno
“Le Leggi dell’Ordine Etico” è un romanzo che non lascia indifferenti: la sua trama avvincente, i suoi personaggi profondi e i suoi spunti di riflessione ne fanno un’opera da non perdere per gli amanti della fantascienza e di tutti coloro che cercano un libro che sappia far riflettere e appassionare.

Editore:Delos Digital
Collana:Odissea fantascienza
Anno edizione:2024
Dati:256 p., brossura

C’è un modo per sfuggire all’invalicabile muro che imprigiona i cittadini della Grande Italia: una droga che è anche un social, chiamata Empathy. Anno 2072: il mare e la cosiddetta “Grande Muraglia Italiana” separano l’Italia dal resto del mondo. Sotto la guida del Comitato di Salute Pubblica, la gente conduce un’esistenza rigida, basata sul lavoro e sulla delazione. Ogni termine straniero è bandito, gli smartphone sono scomparsi e rispuntano i telefoni fissi, gli “elaboratori elettronici” vengono configurati solo con le funzioni essenziali. Grazie allo sfruttamento dell’energia eolica, alla diffusione del nucleare e al potenziamento dell’agricoltura, il paese vive di ciò che produce, senza dover chiedere aiuto agli stranieri. L’utopia della Madre della Patria, colei che salvò l’Italia dalla terza guerra mondiale, sembra essersi realizzata. Ma esistono o non esistono, questi temuti stranieri? Forse Guido Fossbergher, colui che il Notiziario definisce come un pericoloso sovversivo, è uno di loro? E che cos’è Empathy, il programma che sta cercando di diffondere tra la popolazione? Davvero attraverso di esso si può giungere a scoprire, finalmente, cosa c’è al di là della Muraglia?


Maurizio Cometto è nato a Cuneo nel 1971 e vive a Torino. Tra i suoi libri pubblicati: la raccolta di racconti Magniverne (edizioni Il Foglio, 2018), il ciclo di cinque romanzi Il libro delle anime (Delos Digital, collana Odissea Fantasy, usciti tra il 2021 e il 2022), il racconto Il Signore del Giardino (Delos Digital, collana Innsmouth, 2021), il romanzo Get Back (edizioni Il Foglio, 2022), e la raccolta di racconti Cambio di stagione (edizioni Il Foglio, 2011 e poi Delos Digital, collana Odissea Fantasy, 2023).
Nel 2022 ha curato per Delos Digital l’antologia di realismo magico La Boutique degli Incanti.
Dal 2023 è responsabile, sempre per Delos Digital, della collana Frattali, dedicata al fantastico puro.
Valerio Evangelisti ha detto di lui: «Se mi chiedessero, a bruciapelo, qual è l’autore italiano di narrativa fantastica che preferisco, risponderei Maurizio Cometto».

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‘Marriage for One’ di Ella Maise, ovvero una storia d’amore al contrario: la nostra recensione

«Del resto, io ero Rose, e lui Jack. Con due nomi così, eravamo condannati sin dall’inizio. Sì, per via del Titanic.»

Numero di volte in cui Jack Hawthorne ha sorriso: zero.
Numero di volte in cui noi lettorə abbiamo sorriso: mille.
Marriage for One‘ è come un abbraccio: quando inizi a leggerlo hai subito la sensazione di sentirti coccolatə e al sicuro. Delizioso è il primo termine con cui descriverei a primo impatto questa storia d’amore. Edito dalla ‘Always Publishing‘ è un romanzo che parte come qualcosa che senti di conoscere già e poi riesce piacevolmente a stupirti con dolcezza ed originalità.

Jake Hawthorne e Rose Coleman sono i protagonisti di questo romanzo grumpyXsunshine. I nomi della nostra finta coppia sono chiaramente iconici, ma vi posso rassicurare sul fatto che c’è spazio per entrambi sulla porta in mezzo al mare.
Le classiche basi del romanzo d’amore ci sono tutte: Jack è un uomo bello da far girare la testa, schifosamente ricco ed è riservato il che lo rende molto, molto affascinante e Rose è una giovane donna determinata e piena di sogni, a corto di soldi, dalla bellezza semplice e molto, molto chiacchierona.
Un accordo d’affari li porterà a contrarre un finto matrimonio della durata di due anni. Si ritroveranno dunque a convivere nella stessa casa, ‘prendendo le misure‘ l’uno dell’altra e imparando a conoscersi.
Inizia così una storia d’amore che parte nel modo sbagliato per poi diventare l’unica scelta giusta. Jack e Rose con ironia e delizia (e ovviamente un po’ di spicy, OBV) vi conquisterà fin dalle prime pagine e quando arriverete alla fine vi sentirete molto tristi.

Alla fine di questo adorabile romanzo vorrete sicuramente rivedere il film iconico ‘Harry ti presento Sally’ e aprire una caffetteria.
Non voglio fare spoiler ma la dolcezza nascosta di Jack è da cardiopalma. (spoilernotspoiler: #hefallfirst)
Ho letteralmente divorato ogni pagina perché è impossibile staccarsi dal libro.
Lo stile di scrittura della Maise è scorrevolissimo e molto piacevole. Jack e Rose vi catturano subito con la loro storia accompagnandovi passo passo verso la fine.
Lo consiglio a chi cerca una storia che vi catturi fin dall’inizio e che vi faccia staccare dalla realtà anche solo per una giornata.


Chi è Ella Maise?

Ella Maise è un’autrice di bestseller del Washington Post e Internazionale. La scrittura è diventata il suo mondo e non riescoe a immaginare di fare qualcos’altro se non creare nuovi personaggi e raccontare le loro storie. Avete presente come alcune cose ti fanno semplicemente esplodere il cuore di felicità? Un libro davvero bello, un cucciolo, abbracciare qualcuno che ti manca da impazzire? Questo è ciò che la scrittura fa per Ella. E tutto il duro lavoro, tutte le notti insonni, tutta l’ansia legata alla pubblicazione… tutto ne vale la pena, per lei, alla fine.

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Gli aghi d’oro di Michael McDowell, ovvero una magra consolazione – la nostra recensione

Nonostante le premesse ottime per farne un romanzo con i fiocchi (una famiglia praticamente composta solo da donne prospera grazie alle numerose attività criminali che gestisce, vuole vendicarsi del giudice che mandò in prigione la capo-famiglia per diversi anni) e la lunghezza contenuta del libro (poco più di 500 pagine) purtroppo, solo l’ultimo centinaio di pagine è davvero interessante da leggere.

Immaginate questo libro diviso in tre parti:

Nella prima parte troviamo una carrellata di ambientazioni dei quartieri più malfamati di New York degli anni Ottanta: si percepisce e si vede quell’atmosfera gotica che speri pervada tutto il romanzo.
E già qui avrete capito che si cambierà presto registro.

Nella seconda parte ci si concentra sulle due famiglie protagoniste della storia: gli Stallworth e le Shanks.
Finalmente inizia l’azione!
No.
Tutta questa porzione di romanzo, con la scusa di una lunga inchiesta giornalistica volta ad indagare i ‘peccati’ dei bassifondi newyorkesi, ci presenta una miriade di personaggi (e non tutti utili) che hanno in comune solo una cosa: avere un unico tratto caratteristico.
Il giudice ci viene presentato come inflessibile e nulla, dentro o fuori dall’aula, sembra smuovere la sua inflessibilità; la figlia Mariam è vanitosa e questo si riflette non solo nella sua quotidianità ma viene sottolineato anche dai domestici con cui parla; Duncan è sottomesso alla volontà del genero; Benjamin ha il vizio del gioco; Helen è caritatevole… avete capito.
E sullo sfondo seguiamo l’evolversi dell’inchiesta che ci presenta allo stesso modo Lena e il circolo di criminali che abitano nella periferia.

Arriviamo quindi, non senza un po’ di fatica, alla terza ed ultima parte: la super vendetta di Lena.
Un piano intricato e davvero poco verosimile, ma decisamente la parte più bella del romanzo. Tolta un po’ di azione e di giustizia alla vecchia maniera, c’è proprio una genuina curiosità di vedere in che modo Black Lena si vendicherà del giudice e della sua famiglia!
Non voglio rivelare di più, perché se siete arrivati a quest’ultima parte meritate di gustarvela appieno.

Lo consiglio? Se non avete ancora letto la saga di ‘Blackwater’ (che noi abbiamo recensito) potete leggerle questo per primo, altrimenti leggetelo ugualmente ma non aspettatevi il livello della saga perché proprio non c’è storia.
La copertina, inutile sottolinearlo, è un capolavoro.


SINOSSI e AUTORE
Anno di Grazia 1882. New York festeggia il nuovo anno tra opulenza e miseria. Dalla sua dimora di Gramercy Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata: ripulire il famigerato Triangolo Nero, quartiere di bettole, bordelli, fumerie d’oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna la feroce Black Lena Shanks col suo clan di donne versate nelle arti della crudeltà. Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena.
Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue con la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.

Michael McDowell (1950-1999) è uno scrittore americano che ha pubblicato oltre trenta romanzi e scritto per la televisione e il cinema (Beetlejuice Nightmare before Christimas).


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Sepolcro in agguato: Strike e Robin tra le ombre dell’animo umano

È pericoloso venerare la propria infelicità. È difficile uscirne una volta che ci sei stato dentro troppo a lungo. Ci si dimentica come fare. “La felicità è una scelta che a volte richiede uno sforzo” (Eraclito)

Ogni volta che si termina un libro di Robert Galbraith, alias J.K. Rowling, la sensazione è sempre la stessa: difficile pensare che possa seguire un nuovo capitolo migliore di quello. Puntualmente, certezze disattese. ‘Sepolcro in Agguatoè decisamente migliore dei suoi predecessori e arrivati all’ultima pagina si prova la terribile sensazione di essersi abbuffati di qualcosa di cui si ha ancora terribilmente fame.

Come sempre, la storia è uno dei casi di Cormoran Strike e Robin Ellacott, ormai duo indissolubile, alle prese con una “chiesa”, chiamata Universal Humanitarian Church, la cui immagine patinata nasconde tutte le dinamiche atroci tipiche di una setta che lavora sulla coercizione psicologica, di pari passo a quella fisica.

Fun fact: esiste veramente un sito che simula l’esistenza dell’Universal Humanitarian Church, lo trovate qui con tanto di logo e immagine di Papa J – il capo della chiesa –  e un link per poter acquistare il suo libro (che ovviamente porta in realtà al giallo della Rowling).

Dicevamo:
Will, intelligentissimo e affetto da una forma autistica, figlio del ricco cliente che ha reclutato i due investigatori, è caduto nelle mani dell’Universal Humanitarian Church e tirarlo fuori è tutt’altro che semplice: l’organizzazione attira adepti da tutto il mondo in modo subdolo ed efficace, isolandoli prima da ogni legame famigliare, poi trascinandoli in un incubo senza fine che perpetrano anche grazie alla privazione del sonno e del cibo.

Per riuscire ad avere un contatto con il giovane Will, Robin si offre volontaria per infiltrarsi nelle attività della chiesa, che principalmente si svolgono in una fattoria lager, con un doppio rischio: quello di essere a sua volta vittima del sistema che di essere scoperta quando manda segretamente aggiornamenti all’agenzia. Strike e Robin capiscono subito che per riuscire a tirare fuori il ragazzo, devono trovare il modo di incriminare l’intera chiesa, che nonostante la sua attenta attività di copertura – anche attraverso il reclutamento di figure del mondo della politica e dello spettacolo – ha dei grossi scheletri nell’armadio.

Tra finti guru della religione orientale, ovvi trucchi di illusionismo che convincono menti fragili, vendette e morti sospette, la trama non smette mai di tenere gli occhi incollati al libro (o al reader), fino all’inevitabile, sorprendente colpo di scena. La Rowling ti accompagna per mano, insieme ai suoi detective, ad avere certezze sulla risoluzione del caso, capovolgendo tutto nel giro di una manciata di pagine.

Sullo sfondo, mai troppo invasiva e fastidiosa, la storia d’amore fra Robin e Strike giunge ad un giro di boa importante. Anche stavolta questo non influenza il racconto in maniera pesante ma dona il giusto senso alla trama e all’evoluzione dei personaggi.

Ci sono due elementi che tengo in conto quando leggo un giallo: per me la storia è potenzialmente perfetta se non riesco ad individuare il colpevole oltre la metà del libro; il secondo elemento sono gli indizi: quanti ce n’erano effettivamente sparsi nel testo e quanto avrei potuto dedurre da sola?
Il primo elemento è sempre una certezza nei libri a firma Galabraith. Fin dal primo volume. Per quanto riguarda il secondo elemento, la situazione si colloca a metà strada e rivela maestria: se all’inizio ogni dettaglio del caso viene esplicitato al lettore, pian piano viene occultato il punto di vista dei detective in modo che solo alla fine si possa arrivare alla conclusione esatta, tramite la loro rivelazione. Quindi la risposta è: non si può arrivare alla conclusione da soli, nonostante gli elementi indiziari, ma farlo attraverso il personaggio risulta stimolante in egual misura.

Un ultimo appunto. I gialli della Rowling non si limitano ad essere storie scritte bene, hanno un respiro molto più ampio e sociale. Mai di natura soggettiva. Dopo la lunga tirata sul mondo online e il fenomeno haters di “Un cuore nero inchiostro”, che indubbiamente per lei era molto sentito ma trattato con competenza, qui si affrontano problemi molto complessi oltre a quello della sudditanza psicologica ed affettiva: tutto quello che ne può derivare, l’importanza della psicoanalisi, dell’approccio emotivo (Robin) e di pugno (Strike), delle conseguenze dello stupro e in generale di ogni forma di credo estremo. Aveva tentato – in modo fallimentare – con ‘The Casual Vacancy’, una narrazione troppo cruda, troppo schietta e troppo lontana dal suo modo vincente di narrare attraverso metafore, attraverso storie contenute in altre storie.

I protagonisti della serie TV

Leggendo delle indagini di Strike c’è troppo della narrazione di Harry Potter da poter essere ignorato. A partire dal linguaggio, proseguendo attraverso le dinamiche narrative. Ricordiamoci innanzitutto che tutta la storia di Harry Potter si evolve attraverso un giallo per volume. Che i temi sociali si dipanano attraverso personaggi che sentiamo vicini e si alternano tra un mondo oscuro e pericoloso e una società benestante in pericolo, una dinamica che ci tranquillizza e che noi sentiamo come “normale”.   
Anche l’interazione tra i personaggi è la medesima, l’uno influenza positivamente l’altro e lo fa evolvere, al di là del filone romance che la Rowling non ha mai trattato in maniera idealistica ed edulcorata.

Insomma, il voto per questo romanzo è un 10 pieno, se non lo avete ancora fatto acquistatelo e recuperate tutti i precedenti! Se volete di più, c’è anche una serie molto bella edita da BBC One che traspone tutte le avventure di Strike e Robin in maniera molto fedele.


Se volete leggere la saga ecco l’ordine di lettura dei singoli volumi e i link ai quali potete acquistarli e inoltre: qui trovate tutte le informazioni!

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Pubblicato in: giallo, Romanzo

L’Anello numero 17, torna Ornella De Luca e la sua Domitilla Paciotti – la nostra recensione

E niente, puoi levare l’editrice dalla sua CE, ma non la CE dalla sua…beh, sapete come continua.

A distanza di un anno, mese più mese meno, Ornella de Luca torna con il secondo romanzo della serie ‘Libri & Misteri’ con protagonista l’imprenditrice dalla doppia vita, un po’ imbranata e calamita per i guai.
Di chi parliamo? Di Domitilla Paciotti, ovviamente!
Avevamo lasciato la nostra cara ‘capa’ della Memory Publishing con il cuore in subbuglio non per uno, ma per ben due uomini, con alle spalle un mistero risolto, un libro concluso e in pubblicazione e sempre a corto di dindini.
La ritroviamo un po’ meglio, ma sempre a fare una doppia vita: Domitilla Paciotti capo della Memory Publishing e Tilly D. Powell autrice di una serie erotica di successo.

Domitilla Paciotti non è più la prudente imprenditrice, seria e morigerata, che era fino a un anno fa. Adesso ha pienamente accettato la presenza istintiva di Tilly D. Powell dentro di sé, o, per dirla in parole meno schizofreniche, ha fatto pace con la parte più imprevedibile del proprio carattere.


Ora è impegnata con l’affascinante, e perfetto, Massimiliano (qui abbiamo uno scisma, il bistrot si divide, c’è chi tifa Massimiliano e chi invece il fratelIo NdA), cerca sempre di sfuggire a sua madre e Filippo, suo cugino e amico fidato, tenta ancora di non farle spendere soldi che non ha per risanare la Memory Publishing.
La casa editrice di Domitilla ha pubblicato il romanzo ‘Tra le acque del lago’, titolo che racconta cosa è veramente successo a Città della Pieve (accadimenti narrati nel precedente romanzo della serie ‘libri e misteri’) ma purtroppo non sta dando i risultati di vendita sperati.
Domitilla ci ha creduto fino all’ultimo, ma la fortuna non sembra essere dalla sua parte. Essendo donna dalla mente acuta e decisamente molto creativa decide di ‘seguire il flusso, perché è flussevole‘ (cit. Hotel Transilvania) e di lanciarsi nel mondo degli audiolibri e dei podcast, un mondo dell’editoria che negli ultimi anni sta spopolando. Tutto pur di risanare i conti della sua casa editrice.
Presto però si ritrova un delitto tra le mani e un cuore – il suo – diviso tra sicurezza e precipizio.

Lo dice l’autrice stessa che il delitto di cui si tratta è un ‘mistero della camera chiusa’, un cliché da giallo classico. Ed in questa nuova ‘indagine’ ritorna in auge la coppia Domitilla-Ettore, lui è il fratello/astro di Massimiliano e sua nemesi da cui però Domitilla è attratta oltre ogni buonsenso e ragionevolezza. Ettore non è Massimiliano, ha un sacco di difetti e problemi ma indubbiamente lui e Domitilla sono sulla stessa lunghezza d’onda. E infatti quando rischia di perderlo ecco che:

non mi serve più a nulla il ricordo, perché ho bisogno del presente, di questo momento un po’ creepy, spaventoso ed elettrizzante, come tutto ciò che riguarda sempre me ed Ettore. E sta di fatto che, ‘sti cazzi, mi avvicino e lo bacio.


Le trecentosessantanove pagine del nuovo romanzo di Ornella De Luca passano in un baleno e tra una citazione e l’altra, una figuraccia e un rincorrersi di eventi scopriamo come se la passa la nostra Domitilla dopo il primo romanzo ‘La ragazza con l’Ampersand‘ dove l’abbiamo lasciata con il cuore un po’ ammaccato, ma sempre pronta a mettersi in gioco. Come per il primo romanzo i personaggi sono ben descritti e la trama dal risvolto giallo riesce a catturarti e a farti domandare chi sia veramente l’assassino, un delitto della camera chiusa da risolvere non può non incuriosire e questo compie il suo dovere fino in fondo.
Lo stile di scrittura dell’autrice è frizzante e per nulla ingessato, così che riesce a tenere alto l’interesse fino alla fine. Finale che ci lascia con il fiato sospeso e una grande attesa di sapere cosa capiterà a Domitilla nella prossima avventura che speriamo arrivi presto.


Ringraziamo di cuore Ornella De Luca per averci inviato una copia in anteprima del romanzo in cambio di una nostra recensione.

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Quarta di copertina:
«Cos’hai fatto per un anno intero senza di me?
Ti sarai annoiato da morire».

Domitilla Paciotti è in un mucchio di guai. Di nuovo.
Per la sua casa editrice è giunta l’ora di una nuova sfida, di ampliare i propri orizzonti e di “svecchiarsi” un po’ con l’utilizzo di un altro medium. Ma quale? Domitilla ne è certa: la Memory Publishing deve sbarcare nel mondo del sonoro! E se provasse a realizzare un podcast di racconti inediti? Tocca scegliere i professionisti giusti a cui affidarsi, ed è così che Domitilla arriva allo Studio 54, specializzato nella produzione di contenuti multimediali.
Ma una delle attrici scelte per il progetto pensa bene di spararsi all’interno in uno dei boot di registrazione. Chiusa a chiave. Dall’interno. Sembrerebbe un classico caso di suicidio, ma Domitilla non ne è convinta e sente puzza di mistero della camera chiusa. Chi può seguirla in questa nuova, pazza
avventura? Di certo non Massimiliano col quale, dopo un anno di fidanzamento, inizia ad avere i primi problemi, né suo cugino e amico Filippo, che la sprona a concentrarsi sul lavoro piuttosto che sull’ennesimo caso da risolvere. C’è solo una persona che Domitilla vorrebbe al suo fianco ed è Ettore, fratellastro di Massimiliano e suo partner in crime durante le indagini sulla setta di Città della Pieve.
Pare che per Domitilla Paciotti libri e misteri vadano sempre di pari passo. Stavolta, però, il rebus è più complicato da risolvere.
L’anello numero 17 è il secondo volume della serie Libri & Misteri, in cui sentimenti, segreti e ironia sono legati dal sacro amore per la parola scritta.


Chi è Ornella De Luca?

Ornella De Luca, classe ’91, è nata a Messina. Nel 2014 si è laureata in “Teorie e tecniche della comunicazione giornalistica e dell’editoria” all’Università degli studi di Messina con il massimo dei voti. 
Durante i suoi studi ha sempre amato confrontarsi con gli altri mandando a vari concorsi i suoi scritti, classificandosi: seconda al premio “Maria Messina” nel 2009 con il racconto “Diapositiva di un ricordo”; 16esima a livello nazionale al concorso “C’era una svolta” promosso dalla scrittrice Simonetta Agnello Hornby; al 2° posto al premio “Nanà” nel 2010 con il romanzo “In una prigione di carta”, nel 2012 allo stesso concorso ma nella sezione adulti, sempre al 2° posto, con il romanzo breve ”Raccontami del vento”. Nel settembre 2014 ha partecipato al concorso ‘Parolexdirlo’ organizzato da Donna Moderna e Scrivo.me classificandosi al primo posto con il racconto ‘Caro giorno che vorrei’, pubblicato anche in un’antologia di racconti scaricabile gratuitamente online.

A fine aprile 2015 ha esordito grazie alla casa editrice Onirica Edizioni con il suo primo romanzo, La consistenza del bianco, un romanzo d’avventura e d’amore a sfondo storico. A novembre 2016 ha pubblicato il fantasy Il sacrificio degli occhi sempre con l’Onirica Edizioni e a febbraio 2017 ha esordito con Rizzoli Youfeel con il New Adult I colori del vetro. Da novembre 2017 pubblica anche in self su Amazon KDP, con Adesso apri il occhi è cominciata la serie The orphanage.
Gestisce la pagina Fb “Coffee, books and dreams”, la sua pagina autore “Ornella De Luca- Autrice” e la pagina “The orphanage series”, in più il profilo Ig “Coffee, books and dreams” e il canale YouTube “Ornella De Luca”, dove collabora come recensore delle ultime novità letterarie per diverse case editrici tra le quali Newton Compton e Sperling&Kupfer.
Inoltre è co-founder di “Ariadna Servizi Editoriali”, dove lavoro come editor e ghostwriter.

Pubblicato in: #fantasy, approfondimento, LETTERATURA FANTASY, Romanzo

Fourth Wing e il grande successo di Rebecca Yarros, oltre la recensione

Non morirò oggi.


Violet Sorrengail ha vent’anni, le punte dei capelli bianche e un corpo fragile che non ne vuole sapere di collaborare.
È cresciuta in mezzo libri, grazie a suo padre, e si è preparata a passare gli anni futuri dentro la silenziosa e confortante biblioteca dell’Accademia che considera la sua seconda casa.
Tutte le sue poche certezze vengono spazzate via quando sua madre, il generale Lilith Sorrengail, la costringe ad unirsi ad un centinaio di volontari disposti a tutto pur di entrare all’Accademia militare di Basgiath, la famosissima, quanto spietata ed elitaria, scuola per diventare Cavalieri di Draghi. Esistono solo due possibilità: o laurearsi o morire.
I draghi infatti non sono soliti legarsi ad umani fragili, anzi li inceneriscono.
Per Violet inizia una vera e propria missione di sopravvivenza per riuscire a vedere l’alba del giorno successivo. Non è possibile farsi vedere deboli, altrimenti gli altri studenti non esiterebbero un momento ad ucciderla per arrivare alla vittoria, oltre al fatto che uccidendola punirebbero anche sua madre.

Ed eccoci qui, con la recensione del romanzo romantasy, ovvero che unisce elementi romance + fantasy, uscito a fine 2023 in italiano grazie alla casa editrice Sperling & Kupfer.
Primo volume della serie The Empyrean, che dovrebbe comprenderne cinque in tutto, di Rebecca Yarros e che è davvero sulla bocca di tutti.
Fourth Wing‘ ha subito conquistato le classifiche americane rimanendo al primo posto nelle classifiche per ben 10 settimane, vendendo un milione di copie in tre mesi.
Ovviamente ha spopolato anche sul #booktok o forse dovremmo dire che ha spopolato grazie al #booktok?
L’audiolibro del romanzo sarà letto da Martina Levato, una booktoker con 350.000 follower… ma torniamo a noi.

Le voci corrono e si dice che abbia molte similitudini con ACOTAR (‘A court of Thorns and Roses‘ di Sarah J. Maas in italiano ‘La corte di Rose e Spine‘ edito da Mondadori), e ‘Divergent‘ di Veronica Roth (E speriamo di no, NdA!), con un pizzico di ‘Hunger Games‘, Games of Thrones e Harry Potter. Ma si potrebbe cercare un sacco di altri ‘agganci’ e, semplicemente, trovarne a bizzeffe.
Insomma è associato a libri fantasy che hanno decisamente fatto la storia del genere.
Ci sono delle similitudini vere?
Sì, può essere. Anzi, sì ci sono.
I draghi parlano, l’Accademia è molto dark academy, esistono diverse divisioni, gli ippogrifi, la sopravvivenza fino all’ultimo sangue etc, etc…
Insomma avete capito, in qualche momento ci immaginiamo una Violet simile ad un Hiccup sul suo furia buia, ma la tradizione dei draghi nel fantasy è talmente estesa che il cliché è praticamente obbligatorio.
Chiarito che non è il fantasy più originale di questo mondo (d’altronde ormai sfidiamo a trovarne uno che lo è davvero) fatto sta che rimani inchiodato alle 500 e passa pagine senza riuscire a staccarti.
Si legge, chi dice il contrario mente per darsi un tono, tutto d’un fiato e il cliffhanger del finale è da panico e paura tanto che vorresti subito avere tra le mani il secondo volume ‘Iron Flame‘, (disponibile il 30 gennaio) per sapere cosa succede dopo.
I personaggi (anche i secondari li amerete e odierete), l’ambientazione e tutta la struttura del romanzo, world building in primis, sono davvero notevoli per la loro solidità e per la cura evidente con cui sono stati redatti.

Ma dove viene il personaggio di Violet? Merita un contesto questa eroina così minuta ma così tenace.
Documentandosi un po’ si scopre che la Yarros ha attinto alla sua esperienza con le malattie croniche e alla vita in una famiglia di militari per scrivere “Fourth Wing”.
L’autrice non è certo un esordiente, si era costruita una carriera scrivendo romance, spesso attingendo alla sua esperienza come moglie di un militare e possiamo immaginare Fourth wing come decisamente fuori ‘marchio’ per la Yarros: una serie fantasy epica con draghi, grifoni, magia e intrighi politici.
Eppure l’editore ci ha visto giusto, viste le vendite e il successo globale. L’autrice ha fatto il botto.
Per la Yarros, la fama crescente è stata però anche sconcertante.

“Non mi sento a mio agio sotto i riflettori”, ha detto recentemente durante una cena a Manhattan, la sera prima della sua apparizione al Comic Con di New York. “Preferirei restare a casa con i miei figli.”
Figli che, per la cronaca, sono 6.

La difficoltà di gestire gli eventi mondani deriva anche dalla malattia cronica di cui soffre l’autrice; ha la sindrome di Ehlers-Danlos, una malattia genetica del tessuto connettivo. Può essere difficile per lei stare in piedi o parlare per più di un’ora, il che rende una sfida la maratona di autografi e gli eventi per i fan.
In “Fourth wing”, Yarros ha scritto della sua condizione dunque, trasmettendo alla sua protagonista, Violet Sorrengail, molti dei disturbi di cui soffre, come vertigini, ossa fragili e articolazioni che si dislocano facilmente. 
La madre di Violet, il generale in comando, la spinge a unirsi alle forze d’élite dei cavalieri dei draghi come i suoi fratelli maggiori, ma Violet ha moltissime difficoltà nello svolgere le attività dell’accademia. 
Spulciando ancora la biografia scopriamo anche che la Yarros è cresciuta come la più giovane di quattro figli in una famiglia di militari: suo nonno era un generale e sia sua madre che suo padre sono stati militari. 
Ha iniziato presto a scrivere poesie e narrativa e ha scritto un romanzo per un progetto di inglese del liceo. Quando era studentessa universitaria presso l’Università del Colorado, a Colorado Springs, una sera incontrò suo marito, Jason Yarros, un giovane soldato semplice dell’esercito, in un bar con il karaoke. Si sposarono e presto ebbero un figlio, e Yarros abbandonò il college.
Jason, è stato schierato numerose volte nelle zone di combattimento in Iraq e Afghanistan. Nel 2003, dopo che Jason fu ferito da una mina anticarro in Iraq, la Yarros sviluppò l’insonnia. Per tenersi occupata nel cuore della notte leggeva romanzi rosa. Diversi anni dopo decise che invece di limitarsi a leggere romanzi, ne avrebbe scritto uno.
Il risultato è stato il suo debutto, “Full Measures”, una storia d’amore su una donna il cui padre viene ucciso in Afghanistan. Lo ha venduto a Entangled ed è stato pubblicato nel 2014.
Fu l’inizio di una carriera prolifica. Da quel momento in poi, la Yarros ha lavorato a un ritmo vertiginoso, pubblicando due romanzi all’anno. Ma spesso si sentiva scoraggiata dalle vendite stagnanti.
Negli anni successivi alla diagnosi della sindrome Ehlers-Danlos nel 2020, pensò di smettere. Una riacutizzazione l’aveva lasciata così stordita che riusciva a malapena a camminare dalla sala da pranzo al divano senza crollare. Lo stress dovuto alla scrittura, alla gestione della malattia e al prendersi cura della famiglia era travolgente.

Poi, nel 2022, la sua proposta per “Fourth Wing” è stata accettata. Aveva scritto 20 romanzi, ma questa era un’opportunità per scrivere fantasy, qualcosa che avrebbe voluto fare da moltissimo tempo, e per scrivere un’epopea su un’eroina affetta da una malattia cronica.
Ha scritto “Fourth Wing” con un programma accelerato, lavorandoci moltissimo. Suo marito, che si era ritirato dal servizio militare dopo 22 anni, si occupava della casa. Quando il libro entrò nella lista dei best-seller del New York Times, entrambi piansero. 
Subito dopo aver terminato “Fourth Wing”, ha scritto “Iron Flame”, il secondo capitolo della serie di cinque libri pianificata.

“Iron Flame” è già un best seller e per l’uscita in patria sono state organizzate aperture di mezzanotte come ai tempi di “Twilight” e “Harry Potter”. Stiamo a vedere cosa accadrà in Italia.
L’hype vola già altissimo, a cavallo di un drago enorme.

Pubblicato in: Romanzo, storico

La ragazza dell’Orient Express, il romanzo di Lindsay Jayne Ashford – recensione

Recensione a cura di Rossella Lazzari

Cosa sappiamo, in realtà, della vita dei personaggi famosi vissuti nel passato? Sappiamo solo quello che hanno deciso di raccontare a noi o ai loro biografi…

Il resto possiamo solo immaginarlo.

Da queste basi parte il lavoro d’immaginazione di Lindsay Jayne Ashford che, prendendo le mosse da fatti noti, nel suo romanzo “La ragazza dell’Orient Expressha immaginato un pezzetto di vita della celeberrima scrittrice e drammaturga Agatha Christie. Un pezzetto di vita non troppo ben documentato, per la precisione il viaggio che, nel 1928, la condusse a Bagdad, passando per Istanbul, a bordo del mitico Orient Express che avrebbe poi costituito l’ambientazione del suo giallo uscito nel 1934.

Agatha era reduce dall’infedeltà del marito Archie culminata proprio quell’anno in un divorzio e successive seconde nozze di lui con l’amante, Nancy.
Ebbene… e se Agata, al contrario di quanto avvenne nella realtà, non fosse più ricomparsa dopo essere sparita nel 1926 ed avesse compiuto quel viaggio in incognito? Chi avrebbe potuto incontrare su quel treno
così misterioso e pieno di avventure? Forse una donna altrettanto bella, forte, sagace con un segreto altrettanto ingombrante? E se avesse incontrato anche colei che le aveva portato via il marito? E se…?

Ebbene, la Ashford immagina uno scenario plausibile, interessante, attrattivo che non solo ci spinge a documentarci un po’ sul privato di quest’autrice tanto conosciuta per le sue storie e poco per la sua vita, ma ci fa anche viaggiare con l’immaginazione attraverso terre magnetiche ed in un’epoca in cui le donne difficilmente viaggiavano da sole e godevano di tante libertà.

Un libro verosimile, non certo foriero di messaggi trascendentali, ma sicuramente piacevole e di compagnia.

Un’ottima lettura per chi abbia voglia di tuffarsi in ambientazioni rétro e di sognare un po’ attraverso le vicende – vere o immaginate – di un nome altisonante della letteratura inglese e mondiale del Novecento.


Il libro:

«Pochissimi di noi sono ciò che sembrano.»
Agatha Christie

Che scherzi crudeli fa un cuore a pezzi, pensa Agatha. Il suo ex marito, Archie Christie, è vivo e vegeto, talmente vivo da averla lasciata per un’altra donna, eppure il suo fantasma non smette di tormentarla: la assale in ogni angolo di quello che è stato il loro nido e non le lascia requie.
Le appare persino a una fermata dell’Orient Express, su cui si è imbarcata in incognito per allontanarsi dalla curiosità dei giornalisti e dall’oppressione di Londra. Sarà lui l’uomo che bacia quella ragazza in partenza, o di nuovo il suo fantasma? Agatha spera che la malia di Baghdad, la loro meta ultima, la guarisca da quell’incubo.
Ma a bordo del treno non ancora immortalato nel suo leggendario romanzo, Agatha Christie non è l’unico passeggero ad avere qualcosa da nascondere, e a sperare di trovare nel deserto un nuovo inizio alla propria vita.
Il primo matrimonio della sua compagna di cabina, l’archeologa Katharine Keeling, è sospettosamente finito in tragedia e lei si è lanciata in una nuova relazione basata su un inganno.
Nancy Nelson, che fresca di matrimonio porta in grembo il figlio di un altro uomo, sa di non poter nascondere ancora a lungo la gravidanza ed è sull’orlo della disperazione.
Ognuna delle tre donne sta fuggendo da un passato oscuro, che è decisa a proteggere ferocemente.
Nel corso del lungo e avventuroso viaggio, qualcosa annoderà le loro vite in un legame destinato a non sciogliersi mai più, e i loro segreti diventeranno uno solo. Perché non c’è mistero più grande del cuore di una donna.

L’autrice:

Lindsay Jayne Ashford è una scrittrice britannica di romanzi gialli e thriller. È nata a Wolverhampton, in Inghilterra, ed è stata la prima donna a laurearsi in criminologia al Queens’ College di Cambridge. Dopo la laurea, ha lavorato come giornalista per la BBC e poi come freelance, scrivendo per diverse riviste e giornali nazionali.

Ashford ha pubblicato il suo primo romanzo, A Feather on the Water, nel 2012. Il libro è stato un successo immediato e ha vinto il premio per il miglior romanzo d’esordio al Crime Writers’ Association Debut Dagger Awards. Da allora, Ashford ha pubblicato altri nove romanzi, tra cui The Snow Gypsy, The Woman on the Orient Express e The House at Mermaid’s Cove.

I romanzi di Ashford sono caratterizzati da una trama avvincente, personaggi ben sviluppati e una scrittura elegante. L’autrice è particolarmente abile nel creare suspense e nel mantenere i lettori incollati alle pagine fino alla fine.

Ashford è stata paragonata ad alcuni dei più grandi nomi del giallo, come Agatha Christie, Ruth Rendell e P.D. James. I suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue e hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo.

Nel 2023, Ashford ha pubblicato La ragazza dell’Orient Express, un romanzo che segue le indagini di Agatha Christie su un misterioso omicidio a bordo dell’Orient Express. Il libro ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico, ed è stato definito “un giallo classico con un tocco di modernità”.

Ashford vive attualmente sulla costa occidentale del Galles con la sua famiglia.

Pubblicato in: #recensione, Narrativa contemporanea, Romanzo

Weyward, Emilia Hart – recensione

A cura di Rossella Lazzari

Tre generazioni di donne accomunate da una storia familiare e da un segreto: sono Kate, Violet e Alta, le protagoniste di Weyward, il bel romanzo di esordio di Emilia Hart, pubblicato da Fazi con traduzione di Enrica Budetta.


Nel 2019 Kate trova il coraggio di fuggire dal marito violento e si rifugia nel cottage della sua prozia, Violet, che conosceva poco ma che alla sua morte lo ha lasciato proprio a lei. Entrandoci, Kate scoprirà molte cose sulla storia di Violet, della sua famiglia, delle sue antenate, ma soprattutto su di sé.
La storia di Kate si intreccia indissolubilmente con quella della sua prozia, ambientata negli anni della seconda guerra mondiale, e con quella di Alta, la coraggiosa antenata Weyward vissuta – anzi sopravvissuta – cinque secoli prima.
È proprio Alta a lasciare alle donne Weyward che verranno dopo un lascito importante e segreto: per le sue conoscenze la ragazza fu accusata e processata per stregoneria.
Ma che cos’è, in fondo, la magia, se non una forma di esercizio della volontà? Volontà che ciascuna donna deve trovare dentro di sé: volontà di farcela, di sopravvivere, di ribellarsi.


Unita al potere della conoscenza e al forte legame con la natura, questa forza rende queste donne uniche… diverse… e come tutto ciò che è diverso, spaventa, fa paura, le condanna ad essere ostracizzate, umiliate, allontanate. Ma loro sono indomite e il loro coraggio le spinge a non arrendersi e a lottare per affermare il loro diritto di esistere, di essere ciò che sono.
Un po’ quello che dovremmo fare noi, tutte noi, di fronte alle prevaricazioni quotidiane, al desiderio che diventa brama di controllo e possesso, a tutte le ingiustizie che, da sempre, subiscono le donne.
Il libro è corposo,
ma appassiona. Una storia magari vi catturerà più delle altre, ma tutte e tre meritano attenzione e considerazione, così come la merita ogni donna.


Il libro.

Quarta di copertina: Tre donne. Cinque secoli. Un segreto. La caccia alle streghe non è mai finita.

Hanno fatto di tutto per metterci in gabbia, ma una donna Weyward sarà sempre libera e selvaggia.
2019. Con il favore del buio della sera, la trentenne Kate fugge da Londra alla volta del Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna ereditata da una prozia che ricorda appena. Avvolta da un giardino incolto su cui torreggia un acero secolare, la dimora la proteggerà da un uomo pericoloso. Presto, però, Kate inizierà a capire che le sue mura custodiscono un segreto molto antico.
1942. Mentre la guerra infuria, la sedicenne Violet è ostaggio della grande e lugubre tenuta di famiglia. Vorrebbe soltanto arrampicarsi sugli alberi e poter studiare come suo fratello, ma da lei ci si aspetta tutt’altro. Un pensiero inquietante, poi, la tormenta: molti anni fa, poco dopo la sua nascita, la madre è scomparsa in circostanze mai chiarite. L’unica traccia di sé che ha lasciato è un medaglione con incisa la lettera W.
1619. La solitaria Altha, cresciuta da una madre che le ha trasmesso il suo amore per il mondo naturale, viene accusata di stregoneria; rinchiusa nelle segrete di un castello, presto sarà processata. Un contadino del villaggio è morto dopo essere stato attaccato dalla propria mandria, e la comunità locale, coesa, ha puntato il dito contro di lei: una donna insolita. E le donne insolite fanno paura.
Ma le Weyward appartengono alla natura. E non possono essere addomesticate. Intrecciando con maestria tre storie che attraversano cinque secoli, Emilia Hart ha dato vita a un potente romanzo sulla resilienza femminile e sulla forza salvifica della solidarietà tra donne in un mondo dominato dagli uomini.


L’autrice.


Emilia Hart è una scrittrice anglo-australiana. Nata a Sydney, ha studiato Letteratura inglese e Legge alla University of New South Wales per poi lavorare come avvocato a Sydney e a Londra. I suoi racconti sono stati pubblicati in Australia e nel Regno Unito. Nel 2023 Fazi Editore pubblica in Italia Weyward, il suo romanzo d’esordio successo di pubblico e critica.
Pubblicato in: #recensione, #thriller, Narrativa contemporanea, Romanzo

L’età del male, Deepti Kapoor – recensione

A cura di Rossella Lazzari

Che gran libro, signori, vi serviamo oggi al Bistrot… che gran libro!
È l’esordio letterario di Deepti Kapoor, autrice indiana del nuovo caso editoriale mondiale: il libro si intitola ‘L’età del male‘, è il primo di una trilogia, è stato venduto in trentacinque Paesi in un’asta contesissima, presto diventerà una serie tv e per l’Italia è pubblicato da Einaudi e tradotto da… nientemeno che Alfredo Colitto, il traduttore di Winslow, uno dei miei traduttori preferiti.
Beh, il Guardian di questo libro dice che è la “risposta al Padrino”… io non sono il Guardian e non mi spingerei a tanto, però penso lo stesso che sia
bellissimo, a patto che, però, vi piaccia un certo tipo di letture. Se amate le storie d’amore strappalacrime in cui tutti alla fine vissero felici e contenti, state alla larga da questo libro. Se invece vi piacciono le storie tormentate, piene di gente senza scrupoli che commette crimini ad ogni pagina, beh, prego, accomodatevi!
Agli altri dico: “non sapete che vi perdete!”. Sì, perché anche una storia di ambizione smisurata, disuguaglianza, sfruttamento e criminalità, se ben raccontata, può avere il suo fascino e i suoi meriti: quelli, per esempio, di raccontare il classismo, le disparità e le ingiustizie che ancora oggi – ed è così dalla notte dei tempi – strozzano la crescita di un Paese magnifico, l’India, pieno di contraddizioni, vastissimo, in cui pochi hanno troppo e troppi non hanno nulla. Altri meriti? Beh, per esempio quello di raccontare la condizione femminile nell’India di oggi, certamente più libera rispetto al passato, ma non ancora salvata da se stessa; quello di raccontare la condizione di alcune fasce di popolazione che, nonostante la presunta modernizzazione ed emancipazione del Paese, restano sempre sul fondo della piramide sociale e sono le prime ad essere schiacciate e sacrificate, per quanto bene possano fare ai loro padroni… e ancora, questo libro racconta magistralmente un’escalation di violenza e corruzione che soffoca i sogni di cambiamento delle giovani generazioni e le obbliga a compromessi amari prima di tutto con loro stesse e con le loro idee.
Una scrittura dura, quella della Kapoor, che non indulge in spiegazioni dei sentimenti, ma affida alla potenza delle parole un racconto straziante eppure inesorabile. Un libro bellissimo, davvero, che mi ha ricordato proprio Winslow, ma anche ‘La città della gioia‘ di Lapierre, per la potenza evocativa del racconto che arriva al cuore dell’India narrandone l’essenza con le giuste dosi di amore e rabbia. Una lettura certamente impegnativa – d’altronde sono quasi seicentocinquanta pagine – e tuttavia un libro che segna
ed insieme rinvigorisce. Personalmente, non vedo l’ora che esca il prossimo volume di quest’epopea in forma di trilogia.


Il libro.

Sono amati da alcuni, odiati da molti, temuti da tutti. I Wadia controllano trasporti, miniere, zuccherifici. Ma è con la speculazione edilizia che stanno consolidando il loro impero. Ora però le proteste di chi viene sfrattato montano e il «Delhi Post» sta indagando per fare esplodere lo scandalo. Grazie al carisma e alla determinazione, Neda è riuscita a insinuarsi nella cerchia di Sunny Wadia, il rampollo destinato a prendere in mano le redini della famiglia. Ma invaghirsi di una giornalista come lei è una debolezza che a Sunny potrebbe costare molto cara. Il compito di scongiurare la rovina spetterà ad Ajay, ragazzo di origini poverissime, autista, tuttofare, guardia del corpo e, all’occorrenza, vittima sacrificale.
La saga criminale dei Wadia.
Party dove l’eccesso è la regola, abiti di uno splendore sfacciato, auto di lusso. Sesso. È tutto grandioso, tutto disponibile, basta accettare la legge della famiglia Wadia. Ora, anche a causa di una donna, questo mondo può finire.


L’autrice.

Deepti Kapoor (1980, Moradabad) è un’autrice e giornalista indiana. Laureata in giornalismo alla Delhi University, ha frequentato un Master in Psicologia sociale. Ha vissuto e lavorato a lungo come giornalista a Delhi. Per Einaudi ha pubblicato L’età del male (2023), primo volume di una trilogia, venduto in 35 Paesi in seguito a una delle più contese aste di sempre.