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Perché un romanzo di Jojo Moyes è la scelta giusta sotto l’albero (e non solo)


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Sydney, 1946. Centinaia di “spose di guerra” sono pronte a salpare, ansiose di raggiungere finalmente i soldati sposati durante il conflitto. Tuttavia, al posto della lussuosa nave da crociera che si aspettavano, trovano un’amara sorpresa: l’HMS Victoria, una portaerei sovraffollata di marinai. Inizia così un viaggio per mare pieno di incertezze, dubbi e ripensamenti, un’odissea che le costringerà a rimettere in discussione ogni cosa e a cambiare per sempre il corso delle loro vite.


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‘Check & Mate’: Ali Hazelwood fa scacco matto anche nel mondo young adult – recensione

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La torre d’avorio di Paola Barbato. Folle è chi non vuole leggere questo libro. – recensione


Il libro.


L’autrice.


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Immortalità e solitudine in Addie LaRue il fantasy malinconico di V. E. Schawb: un viaggio attraverso tre secoli – recensione


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Il Mercante di Vendette: il retelling firmato Bianca Marconero è imperdibile


“Il Mercante di vendette” è ambientato alla Stratford, una prestigiosa scuola d’élite dove gerarchie, rivalità e inquietanti leggende si intrecciano con le lezioni e i segreti gelosamente custoditi. La leggenda più famosa è quella del “Mercante di vendette”, una figura misteriosa che regola i conti (dietro lauto compenso) per chi ne fa richiesta. Alcuni, come Otello Spencer e Iago McGregor, non credono alla sua esistenza; altri, come Bianca Duchamp, sono determinati a smascherarlo.
Nella sua ricerca della verità sul Mercante, Bianca si trova intrappolata nell’enigma che è Iago. Perché non riesce a stargli lontana e perché lui la tratta male, mentre con gli altri è sempre gentile? Dubbi e domande che porteranno Bianca a scontrarsi con una realtà scomoda e a mettere in gioco tutto: cuore, mente e anima.


Devo ammetterlo, conoscevo a grandi linee la tragedia di “Otello”, ma questo riadattamento mi ha piacevolmente scombussolato e sorpreso.
L’Otello è comunque un’insieme di sentimenti negativi che culminano in una tragedia. Ne ‘Il mercante di vendette‘, al contrario, ti ritrovi a fare il tifo per il “cattivo” #morallygrey della storia.
Se si aggiunge che mi sto appassionando sempre di più ai dark academy e, come previsto, lo stile di scrittura di Bianca Marconero non ha deluso le mie aspettative ne esce fuori un retelling che ti assorbe completamente.

La lettura mi ha tenuto incollata alle pagine (con anche un po’ di tachicardia in alcune parti) creando una tensione palpabile – Bianca è una maestra nel costruire atmosfere suggestive – e alimentando la mia curiosità su come si sarebbe evoluta una storia il cui finale è noto a tutti.
In alcuni momenti, mi ha ricordato ‘Dio di Illusioni‘ di Donna Tartt, soprattutto per l’ambientazione, gli intrighi complessi e alcune dinamiche psicologiche dei personaggi.

Acquistando il romanzo sul sito della Giunti o ordinandolo nella vostra libreria è possibile ricevere una copia personalizzata del romanzo con i meravigliosi sprayed edges di nola_sprayed_edges.

Ringraziamo Bianca Marconero e la Giunti Editore per averci dato, di nuovo, la possibilità, di leggere questo nuovo romanzo in cambio di una nostra opinione onesta.
Ed eccola quindi la nostra onesta opinione: dovete assolutamente procurarvi il romanzo e leggere con i vostri occhi come si può cambiare una storia tragica in una di rinascita e rivincita.


Chi è Bianca Marconero?

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Sally Rooney: Il Fenomeno Letterario Contemporaneo

Sally Rooney.
Il fenomeno editoriale degli ultimi anni con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Con i suoi quattro romanzi ha raggiunto un grande successo e una cerchia di lettori che apprezzano il suo stile di scrittura e i suoi romanzi sentimentali capaci di mostrarci le fragilità umane, con storie molto contemporanee.
All’interno dei romanzi di questa scrittrice ci sono alcuni elementi che si trovano sempre: amicizie che diventano amori e viceversa, erotismo, politica e capitalismo, malattie croniche (ad esempio una delle protagoniste create dalla mente della Rooney soffre di endometriosi) e relazioni sentimentali spesso complicate.
Inoltre nei suoi romanzi non c’è distinzione tra il parlato dei personaggi e tutto il resto del testo, cosa intrigante, ma non apprezzata da tutti i lettori.
Di certo, se volete leggere o regalare un romanzo diverso dal solito, un po’  fuori dai cliché e dal mainstream, la Rooney è quello che fa per voi.

Parlarne tra amici

Frances è troppo intelligente per innamorarsi di un uomo sposato. O almeno cosí pensava prima di incontrare Nick. Bobbi, la sua ex amante, e Melissa, la moglie di Nick, sono troppo moderne e consapevoli per essere gelose. O almeno così pensavano. “Parlarne tra amici” si può leggere come una commedia romantica o un manifesto femminista. Si può leggere come un libro sul tradimento ai tempi di WhatsApp o su ciò che nei rapporti di coppia non cambia mai. Ma in qualsiasi modo si decida di leggerlo, “Parlarne tra amici” è un romanzo universale sui complicati capricci dell’amore.


Persone normali

Connell e Marianne frequentano la stessa scuola di Carricklea, un piccolo centro dell’Irlanda rurale appena fuori Sligo. A parte questo, non hanno niente in comune. Lei appartiene a una famiglia agiata e guasta che non le fa mancare nulla tranne i fondamenti dell’amore e del rispetto. Lui è il figlio di una donna pratica e premurosa che per mantenerlo fa la domestica in casa d’altri (quella della madre di Marianne). Nell’inventario di vantaggi e svantaggi, l’inferiorità economica di Connell è bilanciata sul piano sociale. Lui è il bel centravanti della squadra di calcio della scuola e fra i compagni è molto amato, mentre Marianne, che nella pausa pranzo legge da sola Proust davanti agli armadietti, è quella strana ed evitata da tutti. Se la loro fosse una battaglia, o anche solo una sequenza di scaramucce amorose, si potrebbe dire che le frecce al loro arco si equivalgono. Ma Connell e Marianne sono «come due pianticelle che condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l’una vicino all’altra, contorcendosi per farsi spazio, assumendo posizioni improbabili»: nella loro crescita, si appoggiano e si scavalcano, si fanno molto male ma anche molto bene, e la sofferenza che si procurano non è che boicottaggio di sé. Certo, la ferocia informa tutti i rapporti di potere che vigono fra i personaggi, nella piccola scuola di provincia come nel prestigioso Trinity College cui entrambi i ragazzi accedono, nelle dinamiche di genere come negli equilibri famigliari. Perfino in quelle dicotomie sommarie che tanto Connell quanto Marianne subiscono, e in cui essi stessi indulgono: quelle fra persone gentili e persone crudeli, fra brave persone e persone cattive, corrotte, sbagliate, fra persone strane e persone normali. In un modo o nell’altro entrambi aspirano alla normalità, Connell per un’innata benché riprovevole pulsione di conformità, Marianne forse per sfuggire a quella cruda e pervasiva sensibilità che tanto dolore le causa e che facilmente vira all’autodistruttività. C’è Jane Austen in queste pagine, la forza del suo dialogo, la violenza sotterranea delle sue relazioni, e l’omonimia di Marianne con l’eroina del suo romanzo più celebre ne è un indizio. Per anni Marianne e Connell si ruotano intorno «come pattinatori di figura», rischiando la vita e salvandosela, chiedendosi, promettendosi, negandosi, dimostrandosi che quella che li lega è una storia d’amore.


Dove sei mondo bello

Alice ha scritto due romanzi di enorme successo, ma per trovare compagnia deve andare su Tinder. Eileen lavora per una rivista letteraria, però non ci paga l’affitto. Simon ama da sempre la stessa donna, ma da sempre ne frequenta altre. Felix passa in birreria il tempo libero dal lavoro di magazziniere, ma la sua è una fuga. Alice, Eileen, Simon e Felix si parlano, si fraintendono, si deludono e si amano e, mentre attraversano il cerchio di fuoco dei trent’anni, si chiedono se esista davvero, al di là, ancora, un mondo bello in cui sperare. In un bar di un paesino irlandese sulle coste dell’Atlantico una giovane donna aspetta un uomo che ancora non conosce. Lei si chiama Alice e di mestiere scrive romanzi. «E ci fai dei soldi, giusto?» le chiede lui, il suo Tinder date, poco più tardi. Si chiama Felix e con la letteratura non ha niente a che fare; per vivere sposta merci in un magazzino gelido. Il loro primo incontro è un completo flop, eppure Alice, reduce da un crollo psicologico, lo invita ad accompagnarla nel suo prossimo tour promozionale a Roma. Dei soldi Felix non dovrà preoccuparsi, ci penserà lei, con i proventi di un lavoro che giudica «moralmente e politicamente inutile», il solo che voglia fare. Frattanto a Dublino la sua amica Eileen, come lei ventinovenne, per pochi spiccioli sistema la punteggiatura di articoli non suoi per una rivista letteraria su cui un tempo ha pubblicato un unico pezzo degno di nota, e per il resto scorre le pagine social dell’uomo che l’ha lasciata e cerca di rimettere insieme i cocci di ambizioni e speranze dimezzate mentre, ai margini del suo scontento, Simon, un consulente politico bellissimo e cristianamente promiscuo, chiede di essere guardato. Con Alice Eileen condivide la sensazione che «ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa». Le vivide mail che le due donne si scambiano affrontano i temi della contemporaneità minacciata, dal contrasto fra la società dei consumi e la miseria della moltitudine al crollo della civiltà nella tarda Età del bronzo, dalla perdita del senso del bello con l’avvento della plastica agli effetti corrosivi della fama sulla cultura. Ma, mescolato all’armamentario pubblico dell’impianto intellettuale millennial, si fa strada proditoriamente, quasi felicemente, l’urgenza del privato desiderio. «Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?» domanda Alice. Ci sono i corpi, in questa dimensione, ci sono il dissacrante, anti-cliché Felix, e l’accogliente, inarrivabile Simon, c’è perfino l’illusione di una comunione vivifica che sappia sciogliere i solipsismi. «E di cosa parlano, i tuoi libri?» vuole sapere Felix da Alice al loro primo incontro. «Oh, non so, disse lei. Delle persone».


Intermezzo

Alla morte del padre, Peter e Ivan vedono sconvolto il precario equilibrio della loro esistenza. Nascono nuovi amori, esplodono vecchie ruggini, si creano inedite alleanze. E in questo interludio si intravede la vastità potenziale di ogni vita. A parte il fatto di essere fratelli, Peter e Ivan Koubek sembrano avere poco in comune. Peter è un avvocato di Dublino sui trent’anni – affermato, abile e apparentemente irreprensibile. Ma, ora che gli è morto il padre, prende farmaci per dormire e si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse: il primo, imperituro amore, Sylvia, e Naomi, una studentessa universitaria per cui la vita è un’unica lunga barzelletta. Ivan è un campione di scacchi ventiduenne. Si è sempre considerato uno sfigato, un paria, l’antitesi del suo disinvolto fratello maggiore. Ora, nelle prime settimane dopo la perdita del padre, incontra Margaret, una donna più grande che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. Per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive – l’opportunità di scoprire quante cose un’unica vita possa contenere senza per questo andare in pezzi.

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Valérie Perrin: un regalo per l’anima

Qualcuno ancora non la conosce?
Meglio! Avete da scoprire una delle autrici francesi più amate (anche in termini di copie vendute) di sempre, amatissima anche dal pubblico italiano.

Se cercate un regalo per un lettorə che ama le ‘storie di vita‘, i quattro romanzi della Perrin fanno per voi.
Con la sua scrittura delicata e appassionata, l’autrice ci regala storie che rimangono impresse nel cuore.
Dai piccoli borghi della provincia francese ai rifugi per animali, i suoi romanzi ci conducono in mondi diversi, sempre caratterizzati da un’atmosfera intima e coinvolgente. Che scegliate “Il quaderno dell’amore perduto“, una toccante storia d’amore e di ricordi, “Tatà“, un romanzo corale che esplora i legami familiari, o un altro dei suoi lavori, vi immergerete in narrazioni ricche di sfumature e profondità.

Ciò che ci ha colpito di più nei romanzi di Valérie Perrin è la sua capacità di farci sentire parte della storia. I suoi personaggi sono così ben delineati che sembra di vivere le loro esperienze insieme a loro. ‘Il quaderno dell’amore perduto‘ è stato un’autentica rivelazione, ma anche i suoi ultimi romanzi ci hanno conquistato con la loro profondità e la loro delicatezza. Se cercate un’autrice in grado di far emozionare e riflettere, Valérie Perrin è la scelta perfetta.


Il quaderno dell’amore perduto

La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l’amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino?


Cambiare l’acqua ai fiori

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.


Tre

«Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora mi rivolge la parola. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre».
1986. Adrien, Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai.
2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?


Tatà

Tutti abbiamo una storia. «Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine rimorire». Colette era una donna senza storia, o almeno così crede la nipote fino a quando una telefonata della polizia non la informa del suo decesso. Il fatto è che Colette, la sua unica zia, giace sepolta al cimitero già da tre anni… Romanzo raffinato, in cui si intrecciano destini e trame palpitanti, con il quale Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno. Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon. 

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Recensione di ‘Acqua e Nuvole’: quando l’abito non fa il monaco, un romanzo di Daniel Charneux

“Sapevano da una fonte pura che colui che aggiunge parole toglie significato”

Lo zen d’altri tempi…
Il libro ci racconta della vita di un monaco zen di quasi due secoli fa. Nella sua vita semplice sono nascosti tanti insegnamenti che permettono al lettore di comprendere come anche nelle piccole cose possiamo trovare la bellezza del mondo.

La storia risulta molto facile ed immediata, non si vuole insegnare o convertire il lettore ma lo scopo è quello di raccontare, né più né meno.
Alcuni direbbero che questo libro rappresenta un vero e proprio balsamo per la nostra anima scomposta da una vita caotica, consumistica, frustrante che non ci permette di fermarci un momento ad ammirare la vita che scorre.
I grandi saggi del passato affermerebbero “Panta Rhei”: bene questa potrebbe essere la sintesi perfetta per questo romanzo.

Acqua e nuvole è stato uno dei libri più semplici ma allo stesso tempo più profondi che io abbia mai letto in vita mia.
Penso che l’autore sia riuscito a trasformare momenti di quotidianità in un quadro
bellissimo che riesce a mettere in pausa lo scorrere del tempo.
Il libro ci insegna il
“benaltrismo”.

“Era lui che seguiva il sentiero o il sentiero che lo portava?”

L’impalcatura letteraria.
Il libro non risulta pesante nella lettura ed è impostato con capitoli molto brevi, come piacciono a me, ti permette di rimanere incollato alle pagine. La scrittura potrebbe essere definita “aneddotica” quasi frammentaria.
Il font e l’interlinea sono molto agevoli, questa è una caratteristica che apprezzo della casa editrice, particolarmente attenta ai bisogni dei suoi lettori.

Non giudicare un libro dalla copertina” ma io lo faccio comunque
È vero, la prima regola per un lettore dovrebbe essere questa ma io sono una lettrice anticonformista!
Per questo libro potremmo trovare una citazione più azzeccata, ovvero “L’abito non fa il monaco”. Devo però essere sincera con voi, in questo caso la copertina fa il monaco in tutti i sensi.
Una grafica devo dire molto rilassante ed azzeccata per il contesto letterario dell’opera. Basterebbe osservare il disegno per farci venire voglia di meditare! Lindau come ogni volta risulta essere una casa editrice attenta ad ogni dettaglio e coerente con l’opera.


Giudici siamo arrivati al voto finale!
Il libro, come avete capito dai paragrafi precedenti, mi è piaciuto molto!
Mi ha tenuto compagnia in questi primi giorni d’autunno molto frenetici per l’inizio della routine.
Il mio voto complessivo è di 5 stelline su 5.


Le info.

Titolo: Acqua e nuvole
Autore: Daniel Charneux
Traduzione: Laura Ferloni
Pagine: 216
Argomenti: Narrativa, spiritualità, Giappone

Quarta di copertina: Protagonista di questo delicato romanzo di Daniel Charneux è Ryōkan Taigu (1758-1831), monaco seguace della Sōtō-shū, una delle due maggiori scuole giapponesi del buddhismo zen, e poeta. Figlio di un amministratore benestante e destinato a replicarne la carriera, fin da piccolo trascurò la compagnia dei suoi coetanei per dedicarsi alla lettura e allo studio dei testi degli antichi saggi e dei poeti. Per un po’ cercò di conformarsi alle aspettative familiari, studiando per subentrare al padre nell’amministrazione del villaggio, ma il sentimento di estraneità per quel mondo e le sue regole si fece sempre più forte. Finì per abbandonare quella strada ed entrare in monastero, continuando a studiare, a scrivere
poesie e a coltivare l’arte della calligrafia. Diventato monaco, scelse di abitare in una capanna poverissima dove visse per anni, dedito alla meditazione e alla poesia e perfettamente appagato dalla pura gioia dell’amore per tutte le creature. Era ormai sessantenne quando, andata distrutta la sua dimora da eremita, tornò a risiedere in un monastero dove trascorse l’ultimo tratto della sua vita. Fu lì che stabilì una perfetta comunione spirituale con Teishin, una monaca poetessa di quarant’anni più giovane che gli fu accanto negli ultimi giorni.


L’autore.

Daniel Charneux è nato nel 1955 in Belgio, a Charleroi. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo romanzo, Une semaine de vacance, che ha ricevuto il Prix du Comité des Usagers de la Bibliothèque centrale du Hainaut. Sono seguiti altri romanzi, raccolte di racconti, di poesie, testi satirici e biografie che hanno ricevuto svariati riconoscimenti tra cui il Prix triennal hainuyer de littérature française Charles Plisnier, il Grand Prix littéraire France – Communauté française de Belgique, il Prix Gauchez-Philippot e il Prix Alex Pasquier.


La casa editrice.

Edizioni Lindau
“Siamo una casa editrice indipendente, nata a Torino nel 1989.
Pubblichiamo libri di letteratura e saggistica, dal cinema all’attualità, dalla scienza alla psicologia.
Diamo voce alle opinioni, anche (e soprattutto) fuori dal coro.
Lindau è il nome di una piccola città situata su un’isola nel lago di Costanza.
Nata nel IX secolo su un preesistente insediamento romano, guadagnò rapidamente importanza grazie alla sua posizione adatta ai traffici. Con Federico II ottenne il diritto di fortificarsi e lo statuto di «città libera», e nel 1445 istituì il Mailander Bote, un servizio di collegamento postale con Milano, che ne fece un fondamentale nodo commerciale.
Proprio la sua immagine di città libera e operosa, circondata dalle acque alimentate dal Reno, su cui si affacciano tre diverse nazioni europee (Germania, Austria, Svizzera), al centro dunque di un continente determinante per la storia e la civiltà del pianeta, ha ispirato la scelta del nome quando a Torino, nel febbraio 1989, fu fondata la casa editrice.”

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Lezioni di Chimica di Bonnie Garmus: Emancipazione Femminile e Cucina nell’America degli anni 50 – recensione

Erroneamente si immagina che ‘Lezioni di chimica’ sia un racconto leggero, un incrocio tra un romanzo rosa e un libro di chimica, ma in realtà è molto di più.
L’esordio narrativo di Bonnie Garmus, romanzo dal successo planetario nel 2022, con uno stile di scrittura accattivante, ci racconta uno spaccato di vita dell’America degli anni 50 dove la figura della donna è limitata a essere vista solo come moglie, madre e casalinga.
Garmus si è ispirata alla figura di una chimica realmente esistita per creare il personaggio di Elizabeth Zott.
Il tema centrale del romanzo è il potere e l’emancipazione femminile, un tema importante ancora oggi, in una società prettamente patriarcale.
Un tema trattato con un umorismo tagliente, una buona dose di divertimento mai banale e un pizzico di emotività che ti taglia il cuore, tipo coltello affilato con un povero pomodoro.
Inoltre è un inno al potere della conoscenza: la scienza diventa uno strumento di emancipazione per Elizabeth, che utilizza le sue conoscenze per sfidare lo status quo.
Questo romanzo dovrebbe essere regalato e letto da tutti, senza distinzione di sesso.
È un romanzo che vale la pena leggere e regalare.


Cosa sei disposta a fare per affermare il tuo valore come chimica donna, in un mondo dominato dagli uomini?
Elizabeth Zott è l’eroina di cui non pensavamo di aver bisogno. Un personaggio forte, forse a tratti un po’ rigido, ma dalla straordinaria forza e fragilità.


Bonnie Garmus, attraverso la sua protagonista femminile, ci rivela una cucina diversa da quella a cui siamo abituati.
Basta con i sorrisi, i pizzi e i merletti: il potenziale c’è e va nutrito.
Essere una moglie servizievole, una brava madre o una perfetta casalinga è solo una piccola parte di ciò che una donna può essere.
Attraverso la chimica, vengono spiegati concetti di chimica organica applicati al cibo e alla nutrizione.
Non si tratta solo di preparare un piatto caldo, non è semplice cibo, non è solo cucinare.
Con “Cena alle sei”, Elizabeth rompe gli schemi televisivi, dando la possibilità alle donne di tutto il mondo di credere in se stesse, di far sentire la loro voce e di scoprire la sicurezza che già possiedono, quella di poter fare qualsiasi cosa, come vogliono e quando vogliono.
Fa capire che anche loro hanno una voce, e non solo quella che usano per parlare, ma una voce forte e chiara.


Un romanzo che vi farà vivere un’ampia gamma di emozioni, dalla risata alle lacrime. I personaggi secondari, con le loro sfaccettature, arricchiscono la narrazione e creano un mondo vivido e coinvolgente. Seiemezza, il fedele compagno a quattro zampe di Elizabeth, ruberà il cuore di ogni lettore.

Abbiamo parlato recentemente della miniserie prodotta da Apple TV e non potevamo non guardarla. Se non avete ancora né letto e neanche visto la miniserie vi consiglio di leggere prima il romanzo. Come ogni trasposizione sul piccolo schermo ci sono stati dei cambiamenti a livello di trama che non ho particolarmente apprezzato, ma ciò non toglie che il prodotto finale sia molto godibile da vedere.

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Il romanzo.

Quarta di copertina: La cucina è chimica e la chimica è vita. La capacità di cambiare tutto, compresi se stessi, comincia da qui. Elizabeth Zott è magnetica. Se entra in una stanza, state certi che non le staccherete gli occhi di dosso: perché è bella, e perché ha quel modo schietto di esprimere il proprio pensiero, che scende come una lama sulla superficie molle della morale comune. Siamo nel 1952, ed Elizabeth è una giovane chimica che lavora all’Hastings Research Institute in California, un ambiente ferocemente maschilista dove il suo innegabile talento viene per lo più messo a tacere, sabotato, o usato per il prestigio altrui. Malgrado le difficoltà, il coraggio di rivendicare diritti e successi non viene scalfito e spinge Elizabeth a perseverare. C’è solo un uomo che ammira la sua determinazione: è Calvin Evans, genio della chimica in odore di Nobel, con il quale nasce un sentimento puro in cui condivisione delle formule e attrazione fisica vanno di pari passo. Ma la vita, come la scienza, è soggetta a trasformazioni, e qualche anno dopo la tempra di Elizabeth, ora madre single, folgora un produttore televisivo che le affida la conduzione di Cena alle sei, un programma di cucina che nelle sue mani diventa un appuntamento quotidiano immancabile per il grande pubblico. Il suo approccio rivoluzionario ai fornelli, infarcito di digressioni scientifiche, non mira solo alla preparazione di stufati, ma anche ad aprire gli occhi all’universo femminile. “Lezioni di chimica” è la storia di una donna irresistibile, che cade e si rialza più volte; è l’avventura di un’esistenza che ribalta gli schemi e costruisce un nuovo percorso, nonostante tutto. Con Elizabeth Zott si ride e si piange. È lei a dettare il ritmo, a indicarci quando andare a testa alta e quando invece è impossibile. Quello che sembra dirci, alla fine di tutto, è di non fermarci mai.


Chi è Bonnie Garmus?

Classe 1957, è una copywriter e direttrice creativa che ha lavorato per un’ampia gamma di clienti, negli Stati Uniti e all’estero, concentrandosi principalmente su tecnologia, medicina e istruzione. Le piace nuotare in acque libere, ha praticato canottaggio a livello agonistico ed è madre di due figlie piuttosto incredibili. È di Seattle, ma attualmente vive a Londra con suo marito e il suo cane, 99.

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5 Libri da leggere in Autunno

C’è qualcosa di magico nell’autunno. Forse è quella sorta di mistero che si cela dietro la caduta delle foglie, o il fascino delle notti che si allungano.
Quale modo migliore per immergersi in questa atmosfera se non sfogliando le pagine di un buon libro?
Scopri con noi 5 romanzi che ti trasporteranno in mondi lontani, o ti faranno riflettere sui grandi temi della vita o magari semplicemente ti intratterranno catturando perfettamente le sfumature di malinconia, mistero, bellezza e cambiamento che sono tipiche della stagione autunnale.

Probabilmente è la stagione preferita dai lettori ma è anche la spooky season con tutto quello che comporta, certamente è il momento dell’anno in cui abbiamo più voglia di stare, prenderci il nostro tempo e ritrovare noi stessi dentro le pagine di un romanzo.
Le atmosfere talvolta cupe, i paesaggi autunnali, i colori o le ambientazioni ma anche i temi della decadenza e del passaggio del tempo rendono i romanzi che stiamo per elencare la lettura ideale per le giornate che si fanno più fresche e le serate più lunghe.

Il primo libro che vi presento è Brividi d’autunno di Agatha Christie:
dodici racconti riuniti in un solo volume da oscar mondadori, Poirot, Miss Marple e tutti gli altri magnifici personaggi della regina del giallo.
L’autunno è la stagione perfetta per immergersi in un mistero avvolto dalla nebbia.
Agatha Christie ci porta in un’atmosfera cupa e sospesa, dove le foglie cadono e i segreti vengono alla luce.
Un delitto da risolvere, personaggi enigmatici e un’ambientazione autunnale creano l’atmosfera ideale per una lettura coinvolgente e ricca di suspense.

E veniamo al secondo libro, Dio di illusioni di Donna Tartt:
è il romanzo d’esordio di Donna Tartt, pubblicato nel 1992 e in Italia arrivato in edizione BUR, sta vivendo una notorietà incredibile in questi anni, forse è perché ha dato uno sprint a un genere che si è andato a rafforzare nel corso degli anni, parliamo della Dark Academia.
Atmosfere dark appunto, temi oscuri, senso di decadenza e del passaggio del tempo, così centrale nel romanzo, risuona profondamente con l’atmosfera malinconica dell’autunno.

In questo romanzo, infatti l’autunno è una presenza costante, un’allegoria della decadenza e del passaggio del tempo. La storia, ambientata in un college americano, è intrisa di atmosfere gotiche e di un’ineluttabile sensazione di malinconia. Un’opera densa e complessa, perfetta per chi ama le letture impegnative e le atmosfere autunnali.

Passiamo al terzo, ed è Autunno di Ali Smith:

In Italia, il romanzo “Autunno” di Ali Smith è stato pubblicato da Edizioni SUR ed è parte di una tetralogia dedicata alle stagioni.
Autunno è un romanzo corale e poetico che esplora il tema del tempo e del cambiamento. L’autunno diventa un simbolo di transizione, di fine ma anche di nuovo inizio. Una storia toccante e profonda, che invita alla riflessione e alla lentezza. La scrittura fluida e poetica di Ali Smith crea un’atmosfera perfetta per immergersi nella storia.

E veniamo poi al quarto romanzo di questo momento consigli letterari, Il Popolo dell’autunno di Ray Bradbury:
edizione Mondadori per questo autore mitico per il genere fantascientifico.
Un’opera dark, forse horror ma in ogni modo coinvolgente che reinventa i classici archetipi del bene e del male, trascinandoci in un’atmosfera inquietante e surreale.
Un romanzo che ci invita a confrontarci con le nostre ombre interiori, mentre l’amicizia di due ragazzi cerca di farci ritrovare la strada verso la luce.

Bradbury è stato maestro assoluto e questa sua opera risulta indimenticabile.

Ultimo ma non certo per merito è L’ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón:

di nuovo Mondadori per questo autore ormai celeberrimo, e il suo romanzo più famoso, perfetto per l’autunno: l’ambientazione un po’ cupa e misteriosa del romanzo, unita alla bellezza della Barcellona descritta da Zafón, creano un’atmosfera adattissima alle lunghe serate autunnali.

Un romanzo avvincente che ci trasporta nella Barcellona degli anni ’40. La storia, ambientata in una libreria antica, è un omaggio alla letteratura e un viaggio nel cuore dell’anima umana. Un’opera ricca di suspense, misteri e romanticismo, veramente irresistibile.
Merita tutto il successo che ha avuto.

Come le foglie che cadono, anche i nostri pensieri si lasciano trasportare dalle pagine di questi libri.
L’autunno, con la sua malinconica bellezza, è il momento perfetto per riflettere sulla vita, sull’amore e sulla natura umana.
E per leggere un libro.

Ricordate, per dirla con Daniel Pennac, “un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”.
Alla prossima!

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Pubblicato in: Anteprima, segnalazioni, Uscite Mensili

‘Tata’ è il titolo del nuovo romanzo di Valerie Perrin in uscita a novembre

Conosciamo la trama e la data di pubblicazione e tanto ci basta per iniziare il conto alla rovescia per il nuovo romanzo di una delle scrittrici più amate degli ultimi tempi, Valerie Perrin.

Dopo il caso editoriale ‘Cambiare l’acqua ai fiori’ (Changer l’eau des fleurs, 2018), sono stati poi pubblicati ‘Il quaderno dell’amore perduto’ (Les Oubliés du dimanche, 2015) che in realtà è il primo romanzo che ha scritto e che noi abbiamo recensito e ‘Tre’ (Trois, 2021).

A distanza di tre anni la Perrin torna con un nuovo romanzo intitolato ‘Tata’ in uscita il 19 novembre per Edizioni E/O.

Quarta di copertina: Tutti abbiamo una storia. «Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine rimorire». Colette era una donna senza storia, o almeno così crede la nipote fino a quando una telefonata della polizia non la informa del suo decesso. Il fatto è che Colette, la sua unica zia, giace sepolta al cimitero già da tre anni… Romanzo raffinato, in cui si intrecciano destini e trame palpitanti, con il quale Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno. Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.


Chi è Valerie Perrin?

Valérie Perrin è una fotografa e autrice francese. Ha lavorato a lungo come fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi. Il suo romanzo d’esordio, Il quaderno dell’amore perduto, è stato pubblicato in Italia da Nord nel 2016 e successivamente da Edizioni E/O nel 2023. Nel 2019 Cambiare l’acqua ai fiori viene pubblicato in Italia da E/O. Tra le altre sue pubblicazioni ricordiamo: Tre (E/O 2021).

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Pubblicato in: #mistery, #recensione, #thriller, Romanzo

Dio di Illusioni di Donna Tartt e il ritorno alla ribalta grazie al booktok – la recensione

O lo ami o lo odi. Non c’è via di mezzo per il romanzo (e che romanzo!) d’esordio di Donna Tartt, pubblicato per la prima volta nel 1992.
Il titolo originale è The Secret History, in italiano tradotto con ‘Dio di illusioni‘ (titolo che acquista un senso solo a romanzo concluso mentre si sta ancora metabolizzando).
Io l’ho amato. Dalla prima all’ultima pagina ed è diventato il miglior romanzo che abbia letto nel 2024, almeno fino ad ora.
Oltre ad essere l’ultimo romanzo facente parte della mia #valigialibrosa di questa estate.

La storia parte piano, quasi in punta di piedi e il nostro, senza un soldo e rinnegato dalla famiglia, Richard Papen, protagonista principale e narratore dell’intera storia, ci mette subito davanti al misfatto accendendo la nostra curiosità.

Come si è arrivati a quel punto? Cosa ha spinto i nostri cinque – Henry Winter, Francois Abernathy detto Francis, i gemelli Charles e Camilla Macaulay e Edmund, detto Bunny, Corcoran – rampolli ricchi, intelligenti e giovani a fare quello che hanno fatto?

Con vibes da dark academy, ci viene presentato un romanzo che mischia thriller psicologico, romanzo di formazione e drammatico. Inutile dire che mi ha conquistata fin da subito con un l’incipit che parte già con il botto.

Tornato alla ribalta grazie a Tik Tok, non avevo grandi aspettative, ma ammetto di partire prevenuta quando si tratta di libri consigliati dal #booktok per il semplice fatto che nove volte su dieci non ho concluso il romanzo che consigliavano.

Questo, al contrario, per cinque giorni mi ha ossessionata, accompagnandomi ovunque, perché ero incapace di metterlo giù.
Il ritmo della Tartt può risultare, a tratti, prolisso e pieno di descrizioni, ma è perfetto proprio perché, attraverso le parole, riesce a far entrare il lettore nel circolo oscuro e affascinante della storia, quasi ti trovassi a vivere il dramma ed a conoscere i più oscuri e intimi segreti di questi sei giovani ragazzi.


La Tartt sa perfettamente come ammaliare il lettore perché tutto è collegato fino al più piccolo dettaglio per un finale che lascia davvero attoniti.
Nel romanzo vi sono continui riferimenti al mondo classico della letteratura greca e latina, in particolare gli autori Omero e Platone. Tutti e cinque i protagonisti parlano in latino e in greco antico tra di loro parlando in codice. Interessante anche il tema dell’esoterismo che all’interno della storia ha una funzione di spaccatura.
Un romanzo che consiglierò fino alla nausea.


Il romanzo.

Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d’amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza. Per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato…


Chi è Donna Tartt?

Nata nel 1963 a Greenwood, in Mississippi, Donna Tartt è un’autrice statunitense. Nata a Greenwood, in Mississippi, dopo aver dimostrato capacità innate per la scrittura già in tenera età, ha pubblicato il suo primo sonetto a tredici anni. Si è laureata al Bennington College dove ha conosciuto lo scrittore Bret Easton Ellis, con cui stringe un’importante amicizia, fonte di ispirazione artistica.
Il suo romanzo d’esordio Dio di illusioni (1992) e Il piccolo amico ( 2002, vincitore nel 2003 del WH Smith Literary Award) sono diventati bestseller internazionali tradotti in 30 lingue. Nel 2014 vince il Premio Pulitzer per la narrativa con Il cardellino (2013). Nel 2019 il romanzo è stato adattato in un film per la regia di John Crowley.

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