Pubblicato in: approfondimento, Bookclub

Booklover. Diario di lettura, Felicia Kingsley – segnalazione

Editore: Newton Compton Editore | Prezzo: € 10,00 | Data di pubblicazione: 22 novembre


Quarta di copertina: Il diario perfetto per qualunque amante dei libri! Il sogno di ogni booklover? Un diario dove tenere conto delle proprie letture, per fissare le frasi più belle, le emozioni e le riflessioni suscitate. Libri cartacei, digitali, già letti, ancora da leggere, desiderati, ascoltati. La libreria trabocca di volumi, le recensioni si accumulano sui vari social, le classifiche di gradimento finiscono chissà dove per poi essere dimenticate… Quante volte ci è venuta la voglia di arginare il caos “libresco” e dare ordine alla nostra passione? Poter prendere nota, catalogare e avere tutto sotto gli occhi in qualunque momento è il desiderio comune a tantissimi lettori. E quante volte ci abbiamo provato per poi desistere? Felicia Kingsley, una delle scrittrici italiane più amate, ma anche un’appassionata lettrice, ha dato forma ai desideri di chi, come lei, sogna uno strumento divertente e utile per vivere la passione della lettura e costruire un ricordo per gli anni a venire! Una scheda per ogni libro con spazio per cover, recensione, note e descrizione di genere e stile. Sfide di lettura e illustrazioni da colorare per tenere traccia delle lettura. Libri desiderati, consigliati, comprati e regalati.


Già precompilati, o da creare voi stessi usando la vostra fantasia e la vostra creatività! Non è il conosciutissimo bullet journal, ma i Diari di lettura, quaderni pratici e comodi per segnare tutti i libri che leggiamo.
In commercio ce ne sono davvero tantissimi, ma lo scopo è uno solo: dare un po’ ordine al caos di un lettore e tenere traccia dei libri letti durante l’anno senza perdersi niente. Un po’ goodreads, ma senza lo schermo di un computer o del telefono.
Molto meglio matita, gomma e scrivere!

Può essere anche un interessante regalo per il lettore doc, anche perché credete che un booklover per eccellenza non ne abbia almeno 5?
Non potrà fare a meno di averne un altro…anche perché quando finisce, bisogna assolutamente avere l’altro a portata di ricambio.

All’intero di questo nuovo Diario di Lettura ideato da Felicia Kingsley, autrice bestseller, ci sono pagine dedicate anche alla wishlist (utilissima, speriamo ci siamo molte pagine dedicate perché la lista è sempre molto lunga!).


Chi è Felicia Kingsley?



Emiliana DOC nata nel 1987, vive in provincia di Modena e lavora come architetto. Matrimonio di convenienza, il suo primo romanzo inizialmente autopubblicato, ha riscosso grande successo in libreria con la casa editrice Newton Compton ed è diventato il secondo ebook più letto del 2017. Stronze si nasceUna Cenerentola a Manhattan e Due cuori in affitto sono stati nella classifica dei bestseller per settimane. Con Newton Compton ha pubblicato anche La verità è che non ti odio abbastanzaAppuntamento in terrazzoIl mio regalo inaspettatoBugiarde si diventaPrima regola: non innamorarsi, Non è un paese per single e l’ultimo Ti aspetto a Central Park.

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Bookclub n.2 – Racconti africani

di Giulietta Frattini


Leggere deve essere un piacere e farci rilassare dopo una lunga giornata… ma se si arriva a casa troppo stanchi? Ma i social? Ma gli altri mille problemi [cit. Orietta Berti]?

Per questo io e altre 8 ragazze abbiamo deciso di inventarci un Bookclub per “forzarci” a leggere e non solo: scoprire nuovi libri, rileggere classici e consigliare alle altre i nostri libri preferiti, con l’obbiettivo di parlare del libro tutte assieme dopo un mesetto.

Ed ecco il secondo libro che abbiamo scelto: Racconti africani di Doris Lessing. 

Di seguito vi propongo la trama e la mia personale opinione su questo romanzo (attenzione ai piccoli spoiler).

Trama

Lo sfondo di questi undici racconti è il grandioso e lussureggiante paesaggio della Rhodesia, l’attuale Zimbabwe, dove Doris Lessing trascorse l’infanzia e l’adolescenza quando questa regione faceva parte dell’impero britannico. Le vicende si svolgono in anni in cui la questione razziale, non ancora esplosiva, incomincia ad affacciarsi alla coscienza dei figli e dei nipoti dei primi coloni inglesi: emblematico è il racconto intitolato Il vecchio Capo Mshlanga, in cui una ragazza inglese nata e cresciuta sotto “l’antico sole africano” si rende conto, a poco a poco, dell’infondatezza dei pregiudizi dei bianchi e scopre l’insopportabile solitudine alla quale ella stessa è condannata dalla barriera razziale.

Autrice

Doris Lessing (Kermanshah, 1919 – Londra 2013) ha costellato la sua carriera letteraria di successi, riconoscimenti e premi fino a conseguire nel 2007 il Nobel per la letteratura. In conflitto con la madre, Doris a soli quindici anni lasciò la casa natale per lavorare come bambinaia e poco dopo sposò il suo primo marito. Il conflitto con la madre e i problemi matrimoniali sono elementi ciclicamente ricorrenti nelle sue opere. Anche l’impegno politico e la situazione africana sono focus presenti in molti dei suoi lavori: il romanzo d’esordio “L’erba canta”, dato alle stampe una volta trasferitesi a Londra, è incentrato precisamente sulla questione razziale in Sudafrica.

Recensione

Secondo libro, secondo Premio nobel per la letteratura (2007).

Io, onestamente, non ho letto nulla di Doris Lessing al di là della fantascienza, quindi ero molto incuriosita dal leggere una letteratura diversa, sotto forma di racconti, un escamotage narrativo che apprezzo per avere delle pause durante la lettura.

Quello che mi aspettavo era leggere racconti “turistici” che mi tratteggiassero un’Africa che si affacci all’era coloniale ma descritta attraverso gli occhi della giovane autrice, una ragazza bianca, ma ho trovato qualcosa di diverso… racconti belli e scritti bene, ma che solo nella totalità della raccolta si percepisce essere in Africa, mentre se presi singolarmente presentano una nascente società che poco si discosta da quella delle campagne inglesi: uomini sempre al lavoro, donne sole in casa con i domestici, l’indifferenza della natura al passaggio umano e la precarietà economica.

Il mio racconto preferito è “la magia non è in vendita” in cui ho seguito la crescita di Teddy e visto l’emergere del sentimento razziale, ma ancora una volta l’Africa (rappresentata dal vecchio cuoco) non si piega del tutto ai nuovi padroni (non rivelando il nome della pianta e prendendosi pure gioco del medico di città) che accettano la cosa proprio per questa forza indomabile del territorio e della sua popolazione. Altri che mi sono piaciuti sono “una moglie scomoda”, anche se in realtà questo racconto mi ha detto poco o nulla, la fine mi ha fatto ridere e rabbrividire al tempo stesso; “Una modica invasione di locuste” che mi è sembrato un vero racconto africano! mi è piaciuto molto per quanto sia troppo corto: avrei voluto vedere come si sarebbero di nuovo sollevati nonostante la brutalità della natura africana.

Parlando di quello che non mi è piaciuto invece. “Inverno in luglio” è un racconto di per sè lungo e noioso, ma la cosa che mi ha più infastidito è che non aggiunge nulla alla raccolta dal momento che non ho percepito una differenza di ambientazione rispetto all’Inghilterra – se fossimo stati a New York non sarebbe cambiato nulla e forse sarebbe stato anche più realistico – seguiamo i drammi amorosi di questa coppia di fratelli e della moglie di uno di loro che non sembra sapere chi e cosa voglia davvero. Simile anche “Lucy Grange” in cui la protagonista sembra una donna intelligente e sicura di sè, ma si è velocemente trasformata in una donna che non riesce ad apprezzarsi senza che ci sia qualcuno ad adularla, a cui basta una parolina gentile che subito si butta tra le braccia del primo che passa.

L’ambiente in cui si svolgono i racconti appare costituito da paesaggi aspri, ma anche variegati e coloratissimi e mi sono piaciute molto le descrizioni attraverso i giusti termini (bush, veld, vlei, kopje e kraal, usati proprio nel primo dei racconti “Il vecchio capo Mshlanga”). Tuttavia la maggior parte dei racconti presenti ha reso il libro un po’ pesante da leggere e ne ha dilatato la lettura nel tempo.

Voto complessivo: 2,5/5

Al prossimo appuntamento

Con il libro: Il mondo nuovo di Aldous Huxley
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Bookclub n.1 – Klara e il sole

di Giulietta Frattini

Con la fine dell’estate e l’inizio di settembre si è ripresentato l’annoso problema dell’avere abbastanza tempo da dedicare alla lettura. Leggere deve essere un piacere e farci rilassare dopo una lunga giornata… ma se si arriva a casa troppo stanchi? Ma i social? Ma gli altri mille problemi [cit. Orietta Berti]?

Per questo io e altre 8 ragazze abbiamo deciso di inventarci un Bookclub per “forzarci” a leggere e non solo: scoprire nuovi libri, rileggere classici e consigliare alle altre i nostri libri preferiti, con l’obbiettivo di parlare del libro tutte assieme dopo un mesetto.

Ed ecco il primo libro che abbiamo scelto: Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro. Di seguito vi propongo la mia personale opinione si questo romanzo (contiene piccoli spoiler), il primo scritto dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 2017.

Trama

Seduta in vetrina sotto i raggi gentili del Sole, Klara osserva il mondo di fuori e aspetta di essere acquistata e portata a casa. Promette di dedicare tutti i suoi straordinari talenti di androide al piccolo amico che la sceglierà. Gli terrà compagnia, lo proteggerà dalla malattia e dalla tristezza, e affronterà per lui l’insidia piú grande: imparare tutte le mille stanze del suo cuore umano.

Autore

Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki nel 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Tutti i suoi romanzi sono tradotti in italia da Einaudi: Un pallido orizzonte di colline (1982), Un artista del mondo fluttuante (1986), Quel che resta del giorno (ultima edizione Super ET 2016), Gli inconsolabili (1995 e 2012), Quando eravamo orfani (2000), Non lasciarmi (ultima edizione Super ET 2016), Il gigante sepolto (2015 e 2016), Crooner (2018) e Klara e il sole (2021). Per Einaudi ha pubblicato anche la raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009, 2010 e 2019) e La mia sera del ventesimo secolo e altre piccole svolte (2018). Da Quel che resta del giorno (Man Booker Prize 1989) è stato tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson. Nel 2008 il «Times» l’ha incluso fra i 50 più grandi autori britannici dal 1945. Nel 2017 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura.

Recensione

Inizio con il dire che per quanto decantato (soprattutto dall’assegnazione del Premio Nobel) non mi ero mai convinta a leggere nulla di Kazuo Ishiguro, finchè non ho letto che Klara e il Sole era un romanzo “fantascientifico”, so che non è la tematica principale del romanzo, ma mi serviva uno stimolo per scegliere da quale libro iniziare e decidere se Ishiguro è uno scrittore per me.

La risposta è “forse”, per ora.

E’ stato un peccato per me doverlo leggere frammentato a causa di vari impegni, perché alcuni eventi sono talmente rapidi che andrebbe letto tutto d’un fiato (e questo libro è uno dei pochi che lo permette davvero, ha poco più di 200 pagine).
L’ambientazione futura ma “vicina” al nostro presente mi è piaciuta molto e mi ha fatto sentire in un ambiente familiare (anche se parte è sicuramente dovuto alla mia conoscenza della fantascienza), soprattutto quando guardavo con Klara fuori dalla vetrina del negozio e la ascoltavo commentare ciò che vedeva.

I personaggi, sia quelli principali che quelli secondari, mi sono piaciuti, sebbene gli abbia trovati un po’ piatti… come se fossero creati in funzione della storia e non fossero personaggi che vivessero anche mentre non erano in scena, gli unici personaggi veramente completi per me sono stati Klara (dopotutto noi vediamo la storia dal suo punto di vista) e Josie, la sua adolescente. Nonostante questo aspetto il personaggio che mi è piaciuto di più, e nel quale mi sono immedesimata più facilmente, è Rick: sia per come vede il mondo sia per la sua brillante ingegnosità, sviluppata nonostante il mancato potenziamento.

Il momento che ho sentito di più durante la lettura è praticamente all’inizio della storia: quando Josie è entrata per la seconda volta nel negozio per cercare Klara me lei era un po’ più nascosta e temevo che non riuscisse a trovarla!

Parlando di quello che non mi è piaciuto invece, ho trovato molto fuori luogo il modo che Klara ha di parlare del sole, come se fosse una divinità… Klara è una macchina, una macchina molto sofisticata, e dovrebbe avere coscienza di sé e dei suoi limiti. Quindi mi chiedo come mai non ha conoscenza del funzionamento del suo metodo di ricarica o delle leggi elementari che governano l’universo se deve avere la funzione sì di amico, ma anche di tutore e aiuto scolastico per il suo umano.

La conclusione, invece fa terminare il romanzo in un modo molto positivo rispetto al mood che mi ha accompagnato durante la lettura e questo mi è piaciuto molto e mi ha rassicurato circa tutto il “male” descritto nel libro: malattia, razzismo, genitori assenti, solitudine e isolamento…

Per tutto questo, il mio voto a Klara e il Sole è 6,5 su 10.

Al prossimo appuntamento

Con il libro: Racconti africani di Doris Lessing.