di Giulietta Frattini
Con la fine dell’estate e l’inizio di settembre si è ripresentato l’annoso problema dell’avere abbastanza tempo da dedicare alla lettura. Leggere deve essere un piacere e farci rilassare dopo una lunga giornata… ma se si arriva a casa troppo stanchi? Ma i social? Ma gli altri mille problemi [cit. Orietta Berti]?
Per questo io e altre 8 ragazze abbiamo deciso di inventarci un Bookclub per “forzarci” a leggere e non solo: scoprire nuovi libri, rileggere classici e consigliare alle altre i nostri libri preferiti, con l’obbiettivo di parlare del libro tutte assieme dopo un mesetto.
Ed ecco il primo libro che abbiamo scelto: Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro. Di seguito vi propongo la mia personale opinione si questo romanzo (contiene piccoli spoiler), il primo scritto dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 2017.
Trama
Seduta in vetrina sotto i raggi gentili del Sole, Klara osserva il mondo di fuori e aspetta di essere acquistata e portata a casa. Promette di dedicare tutti i suoi straordinari talenti di androide al piccolo amico che la sceglierà. Gli terrà compagnia, lo proteggerà dalla malattia e dalla tristezza, e affronterà per lui l’insidia piú grande: imparare tutte le mille stanze del suo cuore umano.
Autore

Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki nel 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Tutti i suoi romanzi sono tradotti in italia da Einaudi: Un pallido orizzonte di colline (1982), Un artista del mondo fluttuante (1986), Quel che resta del giorno (ultima edizione Super ET 2016), Gli inconsolabili (1995 e 2012), Quando eravamo orfani (2000), Non lasciarmi (ultima edizione Super ET 2016), Il gigante sepolto (2015 e 2016), Crooner (2018) e Klara e il sole (2021). Per Einaudi ha pubblicato anche la raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009, 2010 e 2019) e La mia sera del ventesimo secolo e altre piccole svolte (2018). Da Quel che resta del giorno (Man Booker Prize 1989) è stato tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson. Nel 2008 il «Times» l’ha incluso fra i 50 più grandi autori britannici dal 1945. Nel 2017 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura.
Recensione
Inizio con il dire che per quanto decantato (soprattutto dall’assegnazione del Premio Nobel) non mi ero mai convinta a leggere nulla di Kazuo Ishiguro, finchè non ho letto che Klara e il Sole era un romanzo “fantascientifico”, so che non è la tematica principale del romanzo, ma mi serviva uno stimolo per scegliere da quale libro iniziare e decidere se Ishiguro è uno scrittore per me.
La risposta è “forse”, per ora.
E’ stato un peccato per me doverlo leggere frammentato a causa di vari impegni, perché alcuni eventi sono talmente rapidi che andrebbe letto tutto d’un fiato (e questo libro è uno dei pochi che lo permette davvero, ha poco più di 200 pagine).
L’ambientazione futura ma “vicina” al nostro presente mi è piaciuta molto e mi ha fatto sentire in un ambiente familiare (anche se parte è sicuramente dovuto alla mia conoscenza della fantascienza), soprattutto quando guardavo con Klara fuori dalla vetrina del negozio e la ascoltavo commentare ciò che vedeva.
I personaggi, sia quelli principali che quelli secondari, mi sono piaciuti, sebbene gli abbia trovati un po’ piatti… come se fossero creati in funzione della storia e non fossero personaggi che vivessero anche mentre non erano in scena, gli unici personaggi veramente completi per me sono stati Klara (dopotutto noi vediamo la storia dal suo punto di vista) e Josie, la sua adolescente. Nonostante questo aspetto il personaggio che mi è piaciuto di più, e nel quale mi sono immedesimata più facilmente, è Rick: sia per come vede il mondo sia per la sua brillante ingegnosità, sviluppata nonostante il mancato potenziamento.
Il momento che ho sentito di più durante la lettura è praticamente all’inizio della storia: quando Josie è entrata per la seconda volta nel negozio per cercare Klara me lei era un po’ più nascosta e temevo che non riuscisse a trovarla!
Parlando di quello che non mi è piaciuto invece, ho trovato molto fuori luogo il modo che Klara ha di parlare del sole, come se fosse una divinità… Klara è una macchina, una macchina molto sofisticata, e dovrebbe avere coscienza di sé e dei suoi limiti. Quindi mi chiedo come mai non ha conoscenza del funzionamento del suo metodo di ricarica o delle leggi elementari che governano l’universo se deve avere la funzione sì di amico, ma anche di tutore e aiuto scolastico per il suo umano.
La conclusione, invece fa terminare il romanzo in un modo molto positivo rispetto al mood che mi ha accompagnato durante la lettura e questo mi è piaciuto molto e mi ha rassicurato circa tutto il “male” descritto nel libro: malattia, razzismo, genitori assenti, solitudine e isolamento…
Per tutto questo, il mio voto a Klara e il Sole è 6,5 su 10.
Al prossimo appuntamento
Con il libro: Racconti africani di Doris Lessing.
Tra i libri di Ishiguro che ho letto, questo è sicuramente quello che mi è piaciuto di meno, anzi, direi che non mi è piaciuto proprio…
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