Pubblicato in: Uscite Mensili

I dieci libri del 2017 del Bistrot dei Libri

Un altro anno è passato.
Sembra che abbia messo il turbo per arrivare all’ultimo giorno del dodicesimo mese.
Il duemiladiciassette era considerato l’anno delle svolte, delle riprese e della rinascita: chissà se tirando le somme lo è stato davvero.

In questi lunghi dodici mesi  – mica tanto a quanto pare – un buon libro è stato, per noi almeno, uno dei migliori compagni: di viaggio, di felicità, di solitudine, di soddisfazione, di tristezza, di godimento e di vita.
Sempre presente, sempre affidabile e disponibile ad aprirsi per noi un libro ci permette di poter andare nel proprio mondo personale, fuggendo per qualche ora alla realtà ma anche per scavare a fondo dell’animo, apprendere e conoscere.
Per questo ultimo dell’anno, noi Bistrotte abbiamo deciso di fare una classifica dei cinque libri del 2017 che più ci hanno rapito cuore, anima e sonno.

E qual è la vostra top five?


ο Top 5 Bistrotta Rossella

In ordine sparso, tra i 23 libri letti nel 2017, ho scelto:

1) The Midnight Sea, Kat Ross

29067858Sono la luce contro l’oscurità.
L’acciaio contro la negromanzia dei Druj.
E usano demoni per cacciare altri demoni…

Nazafareen vive per la vendetta. È una ragazza dell’isolato clan Four-Legs e tutto ciò che sa dei Water Dog del Re è che legano a sé delle creature malvagie chiamate daeva per proteggere l’impero dai non-morti. Ma quando arrivano degli esploratori per reclutare persone con il dono, afferra al volo l’opportunità di unirsi alle loro file per dare la caccia ai mostri che le hanno ucciso la sorella.
Segnata dal dolore, è disposta a pagare ogni prezzo, anche se significa legarsi a un daeva chiamato Darius. Umano solo nell’aspetto, possiede un potere terrificante, controllato da Nazafareen. Ma i bracciali d’oro che li uniscono hanno un indesiderato effetto collaterale. Ciascuno prova le emozioni dell’altro, e l’umana e il daeva cominciano a diventare pericolosamente intimi. Mentre inseguono un nemico mortale lungo l’arida Great Salt Plain fino alla scintillante capitale Persepolae, dissotterrando i segreti del passato di Darius, Nazafareen è costretta a mettere in dubbio la schiavitù dei daeva e la sua stessa lealtà nei confronti dell’impero. Ma con un male antico che si agita al nord e un giovane conquistatore che controlla l’ovest, il destino dell’intera civiltà potrebbe essere in pericolo.

2)  Fai uno squillo quando arrivi, Stella Pulpo

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Recensione: QUI

La moda anni Novanta, le canzoni del Festivalbar, gli ex fidanzati molesti. Tutti abbiamo un passato che
preferiremmo dimenticare. E se ritornasse?

“Gli ex sono come le foto della gita scolastica: le guardi e pensi che eri giovane e vestita di merda. E che sicuramente stai molto meglio adesso”

Nina ha trent’anni, i capelli ricci e un amore autoimmune nell’anima, “al quale si sopravvive, ma dal quale non si guarisce”. Come tante giovani single, per affrontare la giungla sentimentale di Milano colleziona appuntamenti più o meno riusciti con uomini conosciuti su Tinder, ma il ricordo del suo ex le brucia ancora dentro. Non importano i chilometri che li separano né le volte che si sono detti addio: la loro storia sembra mpossibile da cancellare. Finché è lui a dimenticare tutto – o quasi – dopo un’overdose di LUV, potentissimo allucinogeno che dà l’illusione di viaggiare nel tempo. Ora l’ex di Nina è convinto di vivere alla fine degli anni Novanta: non sa cosa siano Facebook WhatsApp, comunica con sms e squilli e, soprattutto, crede di stare ancora con lei. Quando Nina torna in Puglia per l’estate, ad attenderla a casa trova rose rosse, lettere e compilation. Ed è costretta a chiedersi: quante volte si può amare la stessa persona sbagliata? Quanti tentativi sono ammessi prima di dichiarare una storia finita? Quand’è che l’ultima possibilità è davvero l’ultima? Un romanzo “revival” insolito e brillante che racconta i sentimenti prima delle dating app, quando la tecnologia era imperfetta e l’amore sembrava molto più facile.

3) Le storie d’amore che hanno cambiato il mondo, Gilbert Sinoué

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Recensione: QUI

È noto che il «dramma sublime» che si svolge sull’«eterno teatro della storia» (Walt Whitman) non è animato soltanto da nobili ideali e gesta eroiche; spesso è fatto di azioni mediocri, persino ignominiose, così come di menzogne e raggiri, infamie e follie.
Non altrettanto noto è il ruolo che giocano nel «dramma della storia» le passioni amorose. L’amore, infatti, non muove soltanto il sole e l’altre stelle, ma anche la storia degli uomini, trascinandola spesso lungo le vie tortuose e cieche della passione o su quelle dritte e linde del sentimento.
In questo libro Gilbert Sinoué narra di alcuni grandi amori che hanno letteralmente determinato il corso della storia in un verso piuttosto che in un altro. Dalla folle passione di Dom Pedro per Inès de Castro, che si concluse con l’assassinio di quest’ultima e una sanguinosa guerra che fu sul punto di devastare il Regno del Portogallo, alla storia d’amore tra Nehru e Lady
Mountbatten, che rese possibile la conquista dell’indipendenza dell’India in una maniera molto meno conflittuale del previsto; dall’amore di Lady Hamilton per Nelson, che la spinse a intercedere presso Maria Carolina e a fare in modo che l’ammiraglio non soccombesse con la sua flotta nella baia di Abukir, ai tormenti del cuore di Édith Piaf, che impedirono a Cerdan di affrontare Jake La Motta e di riconquistare il titolo di campione del mondo, dall’amore «maledetto » tra un sedicenne Arthur Rimbaud e uno squattrinato Paul Verlaine alla passione «incosciente » che spinse Edoardo VIII a rinunciare al trono pur di sposare Wallis Simpson; Sinoué mostra come tutti i frammenti che compongono l’universo siano uniti tra loro e sia sufficiente «modificarne uno perché tutti quelli a esso collegati risentano di tale cambiamento. Frida Kahlo e Diego Rivera, Rodin e Claudel, la cop- pia Burton e Taylor, Hugo e Juliette… Ognuno di loro, ciascuno a proprio modo e con maggiore o minore intensità, ha turbato i disegni del de tino».

4) The Restorer, Amanda Stevens  

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Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un’esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perchè il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.

 

5) Phobia, Ludovica Cicala

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Recensione: QUI

La guerra è cominciata. A dichiararla, con un video-comunicato online divenuto subito virale, sono stati gli evo, la nuova razza di giovani bellissimi e dotati di poteri speciali, che da anni vengono rinchiusi nelle Krankenhaus non appena si manifesta la loro vera natura. In concomitanza con il proclama, devastanti attentati terroristici cominciano a colpire le capitali d’Europa, compiuti da tre misteriosi e micidiali evo. Nessuno sa chi siano e, mentre la situazione internazionale precipita, nel campo degli evo ribelli che vivono in clandestinità si acuiscono divisioni che minacciano di distruggerli. Melissa è dilaniata: credeva di aver raggiunto finalmente un rifugio, dopo la fuga dalla Krankenhaus di Londra, ma era solo la calma prima della tempesta. Michael, il fratello appena ritrovato, la tiene a distanza. Byron, il ragazzo di cui è innamorata, è insidiato dalla bellissima e caustica Mega. E il dottor Dhrumgo, che già una volta è quasi riuscito a uccider-la, le dà ancora la caccia.
Il nuovo romanzo di Ludovica Cicala riporta in scena i personaggi del suo folgorante esordio, Insomnia, in un’avventura ancora più ricca di fascino e terrore, tradimento, gelosia, riscossa. I protagonisti, eroi difettosi e indomiti, mettono in gioco la loro vita in un crescendo che li porterà vicinissimi ai limiti della loro mente, della tensione che sono in grado di sopportare, della passione che sono in grado di sprigionare. Quella che devono affrontare è una sfida contro forze soverchianti, portata avanti in nome della salvezza di un mondo che li perseguita, ma soprattutto di un diritto a cui non intendono rinunciare: quello di es-sere se stessi.


ο Top 5 libri Bistrotta Bianca

In ordine sparso, tra i 50 libri letti nel 2017, ho scelto:

1) Il tempo è un bastardo, Jennifer Egan 

Vincitore del Premio Pulitzer per la letteratura

Vincitore del National Book Critics Circle Award

Finalista al Los Angeles Times Book Award

Finalista al PEN/Faulkner Award

Selezionato per l’Orange Prize (UK)

Tra i 12 migliori romanzi del XXI secolo secondo BBC Culture

Il tempo è un bastardo è un romanzo insolito, formato da una serie di racconti collegati dal ricorrere degli stessi personaggi. Al centro ci sono Bennie Salazar, ex musicista punk e ora discografico di successo, e il suo fidatissimo braccio destro Sasha, una donna di polso ma dal passato turbolento. Le loro storie si snodano fra la San Francisco underground di fine anni Settanta e una New York prossima ventura in cui gli sms e i social network strutturano le emozioni collettive, passando per matrimoni falliti, fughe adolescenziali nei bassifondi di Napoli, scommesse azzardate su musicisti dati troppe volte per finiti. Intorno a Bennie e Sasha si compongono le vicende delle loro famiglie, dei loro amici: una galleria di co-protagonisti grazie alla quale la Egan riesce a raccontare le degenerazioni isteriche del giornalismo e dello star-system, la meraviglia delle droghe psichedeliche, le dinamiche emotive di un bambino autistico nella provincia americana del futuro.
Il tempo è un bastardo supera gli stereotipi della narrativa tradizionale restando godibile e appassionante per tutti i lettori: un romanzo-mondo aperto alle infinite possibilità dell’esistenza e della prosa, che si è conquistato la vetta della scena letteraria americana e internazionale.

2) Le otto montagne, Paolo Cognetti

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Recensione, ( risalente a prima del premio Strega): QUI

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso» ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

3) Wild, Cheryl Strayed

Risultati immagini per wild cheryl strayed piemmeRecensione: QUI

Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta. Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia per oltre quattromila chilometri, tra montagne, foreste, animali, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo.
Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza tutto il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente.
Una storia di avventura e formazione, di paura e coraggio, di fuga e rinascita.

4) Replay, Ken Grimwood

Recensione: QUI

Che cosa accadrebbe se fosse possibile rivivere la propria vita all’infinito? Jeff Winston, quarantatré anni, intrappolato in un matrimonio insoddisfacente e in un lavoro noioso, muore nel 1988 per risvegliarsi nel suo passato, diciottenne, nella sua stanza della Emory University. Tutto è come l’ha vissuto… ma con una sola, cruciale differenza, lui sa già cosa gli riserva il futuro: conosce i risultati degli eventi sportivi, l’andamento della borsa e gli eventi storici che segneranno l’umanità in quegli anni. Jeff può scegliere di cambiare tutto della propria esistenza: amore, figli, lavoro, guadagni, quello che vuole. Ma in nessun modo riesce a comprendere per quale motivo sia proprio lui destinato a rivivere di continuo la sua vita… Quante volte dovrà continuare ad avere – e poi, inesorabilmente, a perdere – tutto ciò che ama?

5) Il freddo modifica la traiettoria dei pesci, Pierre Szalowski

Recensione: QUI

È una mattina d’inverno in un quartiere residenziale di Montreal. Julie, ballerina in un night, saluta l’ennesimo amore durato una sola notte. Il giovane Alex, dai gradini della palazzina di fronte, la spia con il cuore e gli ormoni in tumulto. Boris, ricercatore russo, solo nel suo studio come ogni giorno, traduce in astrusi diagrammi le traiettorie tracciate dai pesci che nuotano nel suo acquario. Michel e Simon, innamorati da più di dieci anni, non hanno ancora trovato il coraggio di smettere di nascondersi. Un ex poliziotto e la moglie annunciano al figlio undicenne la decisione di separarsi. Ma un’implacabile tempesta di ghiaccio si abbatte sulla città. E in soli tre giorni tutto cambia. Con grazia e ironia, Pierre Szalowski mette in scena una commedia romantica di straordinaria freschezza, lieve e stupefacente come il primo fiocco di neve.

Una menzione d’onore anche a:

1. Orphan X (Evan Smoak #1) – Gregg Hurwitz

2. La distrazione di Dio – Alessio Cuffaro

3. Il drago verde – Scarlett Thomas

4. Questo non è un romanzo fantasy! – Roberto Gerilli

info qui: http://www.plesioeditore.it/scheda_prodotto.php?prodotti_id=117

5. In viaggio con August – Catherine Ryan Hyde

amazon crossing: https://www.amazon.it/viaggio-August-Catherine-Ryan-Hyde-ebook/dp/B01DONEE1A

 

 

Pubblicato in: Romanzo

Wild – Cheryl Strayed

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Titolo: Wild – una storia selvaggia di avventura e rinascita

Autore: Cheryl Strayed

Casa Editrice: Piemme

Pagine: 405 pagine

Valutazione: ✓✐✐✐✐ ✐

Note: Da questo libro è stato tratto [sceneggiatura di un certo tizio quasi sconosciuto: Nick Hornby] lo splendido (recuperatelo) film omonimo diretto da Jean-Marc Vallée (Dallas buyers club) con la brava Reese Whiterspoon

Trama:

Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta. Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia tra montagne, foreste, animali selvatici, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo. Una storia di avventura e formazione, di fuga e rinascita, di paura e coraggio. Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente.

Recensione:

a cura di: Bianca Casale

Non so da che parte cominciare, anzi sì, forse lo so.

Per citare Cheryl: “Pensavo solo ad andare avanti.”

Andiamo.

Nonostante sia un libro datato 2012 (prima edizione), in realtà narra fatti avvenuti negli anni novanta, quando l’autrice (classe 1968) era molto giovane. Cheryl aveva già alle spalle un matrimonio, la malattia e la perdita della madre e parecchi anni allo sbando.
Ma Cheryl voleva uscire da quello sbando, guarire dalle ferite e ricominciare, lo farà –non vi faccio uno spoiler nel dirvelo, lo dice la trama stessa– quasi per caso, camminando per mezza america sul Pacific Crest Trail.

“Era la mia vita, misteriosa come tutte le vite. Così vicina, così presente, così intimamente mia nel suo slancio sacro e selvaggio.
E com’era selvaggio lasciare che fosse.”

La storia è semplice: un viaggio per scappare dai propri demoni, assorbirli e superarli. Non tratta nulla di particolarmente innovativo ma, se avete un briciolo di sensibilità ed empatia dietro quegli occhietti brillanti, questo libro vi torcerà le budella spremendovi ogni singola lacrima.
O forse l’ha fatto solo con me, chi lo sa, perché anche io ho perso un genitore troppo presto ed ho perfettamente presente il senso di smarrimento e dolore agghiacciante in cui si cade dopo quel tipo di perdita. Visto il successo che ha avuto il libro però dubito che sia solo una cosa mia.
Adesso penserete “col cavolo che mi leggo uno strazio del genere”. E sbagliereste. Clamorosamente.

Perché in quei 94 giorni di cammino raccontati ci sono momenti esilaranti, ma davvero, inoltre il senso di liberazione che piano piano cresce con l’alleggerirsi del “mostro” (così si chiama lo zaino di Cheryl) è palpabile e confortante.

Cheryl parte da pura neofita, non sa niente di trekking e non era ancora scoppiata l’era internet, ha pochissime informazioni e si troverà da sola, sola sul serio, su un tracciato di sentiero che non era nemmeno ancora del tutto completato.

E forse è meglio che sia andata così, perché magari se avesse avuto tutte le informazioni a cui abbiamo accesso oggi, non sarebbe partita. Avremmo perso un romanzo di formazione ed un libro di viaggio, non avremmo conosciuto Cheryl, almeno non così.

Personalmente credo che sarebbe stata una vera perdita, nonostante dal punto di vista letterario non sia niente di trascendentale o innovativo, questo romanzo è davvero splendido.

Insegna tanto, ed il fatto che sia stato scritto parecchio tempo dopo i fatti permette all’autrice di spiegare anche cosa è successo dopo, dove l’ha portata quel viaggio, come l’ha cambiata e soprattutto le consente di insegnarci qualcosa.

Ci insegna che se possiamo fare anche solo un passo ancora, dobbiamo farlo, senza esitare.

“La paura, in gran parte, è figlia di ciò che ci raccontiamo, e quindi io avevo scelto di raccontarmi una storia diversa da quella che narrano alle donne. Decisi che sarei stata al sicuro. Ero forte. Ero coraggiosa. Nulla poteva sconfiggermi”

Se leggerete questo libro: camminerete con Cheryl dal Mojave all’Oregon, leggerete con lei libri che poi brucerete sul fuoco per non appesantire il “mostro”, forse piangerete con lei, crescerete e guarderete quei sessanta centimetri di sentiero in maniera nuova, di certo vi farete qualche grassa risata e magari penserete ai vostri piedi con spirito rinnovato. Chiuderete il libro e lo riporrete nello scaffale dei migliori, almeno molti lo faranno, qualcuno (grazie al cielo non saprò mai chi) lo porterà al libraccio dove qualcun altro –come me– griderà al cielo la sua somma fortuna nel poterlo acquistare a pochi euro.

“Nella mia esistenza normale, pre-PCT, avevo amato i libri, ma sul sentiero avevano assunto un significato ancora più importante. Erano il mondo in cui potevo perdermi quando quello in cui stavo davvero diventava troppo solitario, duro o difficile da reggere.”

Pensa un po’, io lo faccio pure senza essere da sola su un sentiero.
E l’ho fatto anche con questo romanzo. Soprattutto con questo romanzo.

© Bianca Casale

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