Uscito da poco sulla piattaforma Netflix , ‘Madame Bovary’ è l’adattamento cinematografico – uscito nel lontano 2014, diretto da Sophie Bartles e sceneggiato da Felipe Marino – del celebre romanzo di Gustave Flaubert.
Emma Bovary è interpretata da una perfetta, come sempre, Mia Wasikowska che risplende nei film in costume. Ad accompagnarla un cast di tutto rispetto: Henry Lloyd-Hughes nei panni di Charles Bovary, il farmacista Homais interpretato da Paul Giamatti, il sudbolo Mr Lheureux interpretato da un bravissimo Rhys Ifans ed infine le due vie di fuga di Emma ovvero l’affascinante studente Leon interpretata da un (sobrio?) Ezra Miller ed il Marchese D’ Andervilles, il seduttore per eccellenza, interpretato da Logan Marshall-Green.

Madame Bovary. Mœurs de province, abbreviato normalmente in Madame Bovary è uno dei romanzi più importanti dell’autore Flaubert. Uscito in Francia nel 1856, pubblicato dapprima a puntate sul giornale «La Revue de Paris» tra il 1 ottobre e il 15 dicembre 1856 e poi è diventato un romanzo che ha suscitato da subito molto scandalo. Nonostante ciò, solo l’anno successivo l’autore fu accusato, e poi assolto, di oltraggio alla morale ed alla religione.
La storia narra di Emma Bovary, moglie annoiata ed insoddisfatta di un medico di provincia, che per fuggire dalla sua stessa vita intreccia relazioni adulterine e vive al di sopra dei suoi mezzi, arrivando ovviamente alla rovina.
Con questo personaggio femminile insoddisfatto e malinconico, Gustav Flaubert ha creato una vera e propria tendenza psicologica chiamata bovarismo, ovvero un’insoddisfazione spirituale, appunto tendenza psicologica a costruirsi una personalità fittizia, a sostenere un ruolo non corrispondente alla propria condizione sociale; desiderio smanioso di evasione dalla realtà, soprattutto in riferimento a particolari situazioni ambientali, sociologiche e sim. [Treccani]