
Book Jumpers (Die Buchspringer)
di Mechthild Gläser, Giunti, pag. 352, euro 12
Amy Lennox ha lasciato la Germania per passare le vacanze sull’isola scozzese dove è nata, e dove ancora vive sua nonna, nel castello di famiglia. Nonostante le proteste della madre di Amy la nonna rivela alla ragazza che alla loro e a un’altra famiglia, la famiglia Macalister, nel castello vicino è affidato un compito molto importante da secoli, ovvero impegnarsi a proteggere la letteratura. Per poterlo fare, sono dotati dall’età di cinque anni a quella di venticinque della capacità di ‘saltare’ dentro ai libri per controllare che tutto si svolga per il verso giusto, con l’obbligo di non interferire con le trame. È così che Amy conosce Will e Betsy, eredi dell’altra famiglia, e subito dimostra un gran talento nel rapporto con i libri. La trama è intervallata da frammenti di una fiaba bruciata per sbaglio secoli prima, i cui personaggi (una principessa, un cavaliere e due cortigiani), usciti dal mondo letterario, vivono tra gli uomini. Il cavaliere e i due cortigiani insegnano vestiti da monaci le regole per i nuovi eredi, mentre la principessa è scomparsa. Verso la metà del romanzo iniziano i problemi, perché un misterioso ladro ha cominciato a rubare le idee che contraddistinguevano dieci libri, così comincia la ricerca, che non impiega molto per volgere alla soluzione.

Mechthild Gläser (Essen, 1986) è una scrittrice tedesca di letteratura fantasy. Ha studiato Politica, Storia ed Economia; vive nella regione della Ruhr. Le piace inventare storie e ha presto iniziato a scriverle, il suo romanzo, Book Jumpers, ha catturato in pochissimo tempo l’attenzione del web e ha esaurito, in soli tre mesi, le prime due tirature, divenendo in Germania un immediato best seller.
Nel 2013 è stata premiata con il Premio Seraph nella categoria esordienti per il suo primo romanzo Stadt aus Trug und Schatten.
I suoi lavori:
- Stadt aus Trug und Schatten: Band 1 (2012)
- Nacht aus Rauch und Nebel: Band 2 (2013)
- Book Jumpers (Die Buchspringer, 2015)
- Emma, il Fauno e il libro dimenticato (Emma, der Faun und das vergessene Buch, 2017)
- Polvere d’ambra (Bernsteinstaub, 2018)
La recensione
[a cura di Bianca Casale]
Le premesse erano davvero delle migliori, idea di base sogno di ogni lettore che si rispetti: entrare e uscire a piacimento dal mondo letterario. Poi però arriva la dura realtà, l’enorme potenzialità di questo romanzo si scontra con una narrazione carente e una caratterizzazione dei personaggi a volte davvero ai limiti del cliché paradossale. Tutti gli adulti in questo volume sono degli incapaci e si barcamenano in maniera egoistica tra l’abbandono dei figli e l’idiozia più assoluta.
Ma non è tutto da buttare, sia inteso. Sarebbe soltanto da riscrivere da capo tenendo il plot e buttando tutto il resto.
Anche l’ambientazione, una romantica isola scozzese, risulta uno sfondo poco definito e manca completamente della presenza che ci si aspetterebbe da una natura così forte e aspra come quella del nord della Scozia.
Lo spunto Montecchi vs. Capuleti, alias la secolare rivalità delle due famiglie a cui appartengono i due rampolli protagonista e co-protagonista è sviluppato a livello scuola dell’infanzia. Si tratta di un romanzo definito YA ma la situazione in realtà è che, forse, risulta adatto a ragazzi delle medie, a prova di questo l’editore Giunti lo consiglia per età di riferimento 12 anni.
Tralasciando l’estrema prevedibilità della storiella amorosa tra i due suddetti rampolli, priva di qualunque pathos e tensione, rimane solo l’intreccio che in effetti scorre velocemente e fa giungere alla fine in pochissimo tempo.
Risultato complessivo raffazzonato e poco soddisfacente, lascia con la sensazione che manchi qualcosa ed è un vero peccato perché sarebbe stato un grandissimo romanzo d’avventura se si fosse spinto un po’ di più sulla prosa e sulla costruzione di personaggi e ambientazione.
Speriamo che nei successivi romanzi la Glaser sia maturata in tal senso.
Immediatamente si fa il paragone con ‘Il caso Jane Eyre‘ di Jasper Fforde dove però vi era il filo portante dell’ironia oltre a una concordanza nella trama che qui manca del tutto. Ma, dobbiamo dirlo, non era un romanzo definito per ragazzi quindi in effetti il paragone regge solo fino ad un certo punto: salti nel mondo letterario.
Riassumendo: per noi Book Jumpers è un’occasione sprecata quasi del tutto se letto da un pubblico adulto ma sicuramente godibile per ragazzi tra i 10 e i 15 anni.
Per meglio rendersi conto ecco un estratto:
Sembra molto interessante!!!
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