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L’amicizia che resiste al tempo: “Ancora Amici” di Roberto Gerilli

Ancora amici è una storia itinerante che parte da Falconara Marittima, la cittadina in provincia di Ancona dove i protagonisti sono cresciuti, prosegue verso Bologna, devia per Siena, e infine arriva a Milano, la sede per antonomasia dei concerti internazionali.[…]A volte pensiamo di essere più distanti di quello che siamo.


Credo sia importante premettere una cosa: è possibile che il romanzo mi abbia colpito in modo più profondo rispetto ad altri lettori, data la mia condivisione con l’autore della generazione di appartenenza e, senza dubbio, dei gusti musicali descritti nel libro. Potrei tranquillamente essere stata una dei quattro amici protagonisti.

Ecco, detto questo possiamo cominciare.
Ancora Amici di Roberto Gerilli non è solo un romanzo piacevole da leggere, ma un’opera che colpisce nel profondo per la sua intensità emotiva e la sua capacità di parlare alla parte profonda nascosta in ogni lettore.

Claudio, Riccardo, Veronica e Martina prendono vita sotto i nostri occhi mentre leggiamo, diventando ben presto nostri compagni di viaggio, quasi come se fossimo noi stessi a vivere le loro vicende.

«Gli amici sono come i gruppi musicali» dico.
«In che senso?»
«Quando sei adolescente, sono il cardine della tua vita. Accogli quelli sconosciuti con interesse, celebri i successi dei tuoi preferiti e vai ai loro concerti per dimostrare la tua eterna lealtà. Poi cresci e la musica diventa solo un sottofondo. Accettare nuovi artisti nella tua playlist è sempre più difficile e la playlist stessa è sempre più impegnativa da gestire. Finisci ad ascoltare la radio, che non crea legami e ti permette di cambiare stazione al minimo disturbo»


Gerilli possiede un talento eccezionale per la caratterizzazione dei personaggi, donando a ciascuno di essi vita e autenticità. Ogni protagonista emerge con una voce propria, attraverso i punti di vista alternati e i viaggi nel passato arriviamo a conoscere le sue esperienze e i suoi sentimenti, questi ultimi sono narrati con una sensibilità che conquista il cuore del lettore.

L’adolescenza inizia quando capisci che i tuoi genitori non rappresentano la verità incarnata e che le loro parole possono essere messe in discussione. In questo spirito di ribellione e rivalsa, tuttavia, fraintendi la lezione e ti convinci che l’ignoranza derivi dai loro errori, tu puoi essere migliore, crescerai e avrai tutte le risposte. Poi una mattina ti svegli a quarant’anni con la testa piena di dubbi, e ti accorgi che le tue certezze erano solo illusioni di una mente ingenua.


Le dinamiche tra i personaggi risultano realistiche e ben sviluppate, mostrando con naturalezza disarmante sia i momenti di complicità che quelli di tensione, ci si ritrova in quei messaggi e in quei momenti.
L’autore, con la sua penna sensibile, attraverso la sua narrazione ci ricorda l’importanza di nutrire le nostre relazioni e di essere presenti per le persone che amiamo, soprattutto nei momenti bui. “Ancora Amici” è un tributo sincero e toccante alla forza dei legami umani, una storia che ci porta in un viaggio emozionante alla scoperta di quanto siano essenziali le connessioni umane nella nostra vita.

Il viaggio di Claudio, Martina, Riccardo e Veronica ha una caratteristica singolare: è disconnesso. I nostri eroi lasciano a casa gli smartphone […]
La preistoria, insomma.

Questo digital detox, tuttavia, non è la crisi di mezza età di quattro millennial nostalgici, ma rappresenta il loro bisogno di superare le illusioni create dai rapporti online e di riconnettersi con gli amici.

A volte pensiamo di essere più vicini di quello che siamo.

Anche la dipendenza da smartphone e connessione emerge tra le pagine di questo romanzo, invitandoci a riflettere sul duplice ruolo della tecnologia: strumento prezioso per certi versi, ma anche potenziale fonte di assoggettamento a dispositivi e dati mobili. Immaginate di tornare, per chi c’era sarà più facile, ai tempi dei giornali cartacei e delle cartine al posto di Maps, dei negozi dove comprare i biglietti dei concerti e della ricerca del posto dove mangiare senza nessuna recensione con le stelline.

Gli smartphone sono stati ideati per essere una tecnologia cannibale: divorano gli altri dispositivi e li trasformano in app. Macchine fotografica, lettori MP3, navigatori satellitari e videogiochi portatili erano oggetti ambiti. Abbiamo sfinito i nostri genitori per farceli comprare o fatto collette per regalarli a feste di Natale, compleanni e lauree. E non dimentichiamo orologi, agende elettroniche, calcolatrici e perfino torce elettriche. Tutto sparito, fagocitato dentro queste mattonelle lucide, desiderose di attenzioni.

Personalmente leggendo Ancora amici ho avuto l’impressione di sentire una eco di Nick Hornby nella sua forma migliore e in questa assonanza aiuta anche l’enorme presenza, è forse un personaggio anche lei, della musica.
La musica come elemento fondamentale della vita e dell’amicizia con le canzoni che ci ricordano momenti, persone care, sentimenti e luoghi.

Esiste anche la playlist del romanzo:
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« Ormai siamo vecchi» risponde l’altro.
«Esatto, è quello che intendevo»  insisto. «Perché da adulti non si può continuare a pensare al futuro, a fare grandi progetti? A volte ho l’impressione che la gente mi guardi e dia per scontato che io debba essere questa persona per il resto della mia vita “Hai quasi quarant’anni”, “Accontentati dei traguardi che hai raggiunto”, “Dove vuoi correre ancora? La gara è finita”. E invece no, cacchio. Qui non è finito proprio niente» 

Titolo: Ancora amici
Autore: Roberto Gerilli
Editore: Mondadori
Prezzo:  19 €
ISBN: 9788804774327
Sinossi: Claudio ha quarant’anni e vive a Falconara Marittima, una cittadina di provincia dove l’unica attrazione turistica è la raffineria di petrolio sul mare, ma non si lamenta.

Anzi, non riesce proprio ad andarsene. Qui ha trascorso estati indimenticabili insieme ai suoi amici storici, quelli a cui affidi l’adolescenza sapendo che ne faranno il periodo migliore della tua vita.
Sembra l’unico afflitto da questo problema, comunque: Martina si è fermata a Bologna dopo l’università, Riccardo si è trasferito a Siena per amore, mentre Veronica ha preferito una frenetica carriera milanese a quello che, forse, stava nascendo tra loro.
Le giornate in spiaggia, le gite improvvisate e i concerti rock sotto al palco sono solo un ricordo lontano, e ora l’amicizia è confinata in una chat su WhatsApp con un nome, “Sul pontile”, che onora il vecchio rifugio del gruppo.
Sono destinati a perdersi, a diventare semplici nomi nell’interminabile lista di messaggi da mandare a Natale, a meno che Claudio non decida di compiere un gesto “rivoluzionario”: lasciare a casa il cellulare e partire per una reunion di cui gli altri sono ancora all’oscuro.
Un romanzo divertente e nostalgico sulla generazione a metà del guado. Quella degli zaini Invicta, dei Soundgarden alla radio, delle cartine stradali che non garantiscono di giungere a destinazione e delle “immense compagnie” che, con l’età adulta, hanno traslocato online.
Un romanzo sull’amicizia che a volte finisce, ma a volte resiste, nonostante tutto.


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Doveva essere il nostro momento, Eleonora C. Caruso – segnalazione

Casa Editrice: Mondadori | Prezzo: € 20.00 | Data di pubblicazione: 20 giugno 2023


Quarta di copertina: Una ragazza è seduta su una ruota di scorta bucata, in mezzo al nulla della campagna novarese. I suoi capelli, un tempo rosa zucchero filato, ora sono un garbuglio di colori improbabili. Pochi riconoscerebbero in lei Cloro, celebrità di internet con milioni di follower in tutto il mondo. Insieme a lei, a tentare di riparare un’auto che ha macinato migliaia di chilometri, c’è Leo, trentaquattrenne disilluso, che dalla vita non ha avuto nulla di ciò che si aspettava – e dire che non si aspettava molto. Soltanto uno come lui, senza niente da perdere, avrebbe accettato di partire da Milano alla volta dell’entroterra catanese per recuperare un amico finito in una presunta setta in cui si vive come negli anni Novanta. La setta esiste davvero, all’interno di una masseria abbandonata, ed è guidata da Zan, un uomo ambiguo e magnetico convinto di aver compreso la Verità dopo un lavoro da incubo come moderatore di una piattaforma. Leo rimane alla masseria per tre mesi, ma si accorge di Cloro solo quando lei gli chiede un passaggio per Milano. Inizia così il loro viaggio in auto dalla Sicilia alla Lombardia, sedici ore previste che si dilatano in cinque giorni, attraverso varie tappe in città e paesini dalle atmosfere sempre più surreali, perché l’Italia sta per entrare in lockdown. Leo e Cloro, che non potrebbero essere più diversi, durante il viaggio ricostruiscono le loro vite e le ragioni che li hanno portati alla masseria, discutono, si fraintendono, si allontanano e si avvicinano di nuovo, più simili di quanto entrambi siano disposti ad accettare. 


Chi é Eleonora C. Caruso?

Eleonora C. Caruso è nata nel 1986 in provincia di Novara. Nel 2012 è uscito il suo primo romanzo Comunque vada non importa (Indiana Editore). Nel 2018 ha pubblicato con Mondadori Le ferite originali, ristampato nel 2022 dopo un passaparola entusiastico dei lettori su TikTok; nel 2019, sempre per Mondadori, è uscito Tutto chiuso tranne il cielo. Vive a Milano con il marito e la sua collezione di manga.
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Qui, solo qui, Christelle Dabos – segnalazione

Casa editrice: Edizioni E/O | Prezzo: € 16,00 | Data di pubblicazione: 14 giugno 2023


Quarta di copertina: Una scuola piena di misteri, un club supersegreto, un’oscura, terribile minaccia. Dove? Qui, solo Qui.

È il primo giorno di scuola, il primo di un nuovo inizio. Iris si guarda attorno, orfana della sorella più grande che adesso la ignora e non la vuole più tenere per mano. Osserva e vede le minacce nascoste dentro le mura dell’edificio scolastico, le vere regole che reggono il “gioco” dentro l’istituzione, tra i ragazzi. E decide che terrà duro qualsiasi cosa accada. Ma cosa avviene in realtà dentro la scuola? Impronte di scarpe sui soffitti come se qualcuno camminasse a testa in giù, banchi che si spostano da soli, il Club Ultrasegreto che raccoglie alcuni allievi alla ricerca di una sostanza misteriosa che provoca le stranezze della scuola e poi…


Chi è Christelle Dabos?

Classe 1980, originaria della Costa Azzurra, è una scrittrice francese.
E’ cresciuta a Cannes in una famiglia di musicisti ed artisti. Ha iniziato a scrivere le sue prima storie all’università. Si è specializzata come bibliotecaria e si è unita ad una comunità, la Silver Plum, di scrittori su internet. Dal 2005, vive e lavora in Belgio.

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Lasciati portare via, Lilian McRieve – segnalazione

Casa Editrice: Ultima Stesura | Prezzo: € 0,99 | Data di pubblicazione: 30 giugno 2022

Quarta di copertina:

Cassandra Semoni è su un volo per Milano, con un manufatto unico tra le mani e l’incarico di venderlo a Ryou Tokugawa, il cliente più difficile dai tempi di Napoleone.
Purtroppo, però, non ha alcuna conoscenza del prodotto, o della lingua, o di come gestire una trattativa. Possibilità di successo: non pervenute.
Cassandra sa che sta dicendo addio alla sua carriera prima ancora di averla conosciuta, ma è decisa a tentare il tutto per tutto. Anche se questo significa seguire il mercante d’arte fino in Giappone per far saltare i piani della rigidissima nonna di lui, che lo vorrebbe incastrare in un matrimonio combinato.
Ma se poi Cassandra scoprisse che sotto la maschera del ricco e spietato affarista c’è un uomo intrappolato nelle regole di una tradizione che non sente propria? Riuscirebbe ancora a stare al gioco?
Un incontro di cuori, uno scontro di culture, e, come sempre, in amore e in affari tutto è lecito.


Chi è Lilian McRieve?

Un tempo scavava a Pompei, in cerca di antichi tesori. Tipo che Indiana Jones le faceva un baffo. Poi però è affogata in un pozzo di miele e ne è uscita gocciolando parole smielose. Non è ancora riuscita a levarselo tutto.

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Ho prenotato un albero in paradiso, Lucia Ruto – segnalazione

Casa Editrice: Vertigo | Prezzo: € 14,90 | Data di pubblicazione: 30 giugno 2022

Quarta di copertina: Un matrimonio in crisi, un vecchio amore che dal passato ritorna e riaccende la passione nel cuore e nella mente di una donna desiderosa di sorridere e guardare con rinnovato ottimismo alla vita. Scrive versi d’amore, trascinata da un’intima estasi di piacere, inebriata da una brezza ristoratrice che la consegna a giorni di piccole e preziose trasgressioni, dovendo al contempo affrontare gli ostacoli posti in essere da un marito ostinato, arroccato nella presunzione di averla ancora accanto, incapace di rinunciare a lei e a tutto quello che hanno costruito. Ma non c’è complicità, non c’è armonia. È l’egoismo a renderlo agguerrito e Bea lo sa. Dall’altra parte, Mauro rappresenta l’orizzonte incerto di una felicità ancora possibile. È una storia complicata, diremmo, vera e drammatica, vissuta su un equilibrio instabile che rischia di spezzarsi al primo passo falso. E dall’illusione alla delusione, la più cocente, il passo può essere breve. Rischia tutto, Bea. E noi lettori siamo con lei, tra bonaccia e tempeste, guardando a quell’angolo di paradiso che l’attende.

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Tre gocce d’acqua, Valentina D’Urbano – recensione

«Siamo di nuovo noi tre?» Mi rassegnai a quella galera, a quell’ergastolo.
«Siamo di nuovo noi tre.»

Tre gocce d’acqua è la storia di tre anime legate indissolubilmente tra loro, la narrazione scava nelle relazioni e nei sentimenti che si trasformano in legami. Fratelli? Ma non hanno lo stesso sangue: sono Celeste e Nadir.
Il collante, il vertice del triangolo, il fulcro dell’impalcatura che tiene uniti i due è Pietro: il fratello maggiore di entrambi, diviso tra due famiglie, l’incognita comune tra due equazioni poste a sistema.

Attraverso l’infanzia, l’adolescenza ed infine l’età adulta, l’autrice racconta venticinque anni d’amore e d’amicizia, di schermaglie e speranze, solitudine, dolore ma soprattutto pone l’accento su quel momento chiave in cui ci si accorge che, diventati adulti, non si torna più indietro.
Mezzo secolo di vita dipanata nelle righe del settimo romanzo della D’Urbano: quella di Celeste, affetta da una rara malattia ossea, e Nadir, il più scapestrato dei tre, colui che riesce a catturare le emozioni; ed infine la vita di Pietro, il ricercatore che intraprende una strada ancora sconosciuta per proteggere e difendere chi non può, o non riesce, a far da sé.
Un legame che è una dipendenza così forte, quella tra Celeste e Nadir, non ha definizione a parole – fratelli, amici, rivali, complici – supera i silenzi, gli sguardi e le parole taglienti, ma diventa necessaria ed indistruttibile, indipendentemente dal dolore e dalle scelte che vengono prese.

La vita intera a cercare di stare al passo, di afferrare quei due che amavo e che continuamente mi sfuggivano.

Valentina D’Urbano torna oggi, a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro, con un romanzo edito da Mondadori ed ha tutte le carte in regola per poter raggiungere le vette delle classifiche dei libri più venduti in poco, pochissimo tempo.
C’è chi segue la scrittrice da anni ed ha letto i suoi romanzi, conosce il suo straordinario dono, la capacità di raccontare e descrivere storie che lasciano il segno, far percepire come proprie le emozioni provate dai suoi personaggi e far sentire parte integrante della storia il lettore.
Chi, invece, è ancora un neofita della D’Urbano, può certamente cominciare con questo suo Tre gocce d’acqua.
Ho aspettato questo romanzo per un lungo anno e non ha deluso assolutamente le altissime aspettative, anzi, ha riconfermato solo il talento di questa scrittrice romana.
Lo stile impeccabile, la lettura scorrevole e coinvolgente – confermata anche quest’anno come una garanzia – ci fa entrare nelle vite di una famiglia inusuale la cui unione va al di là del semplice legame di sangue.

Scritto in prima persona, forma narrativa che rende la descrizione potente ed incisiva, Tre gocce d’acqua è coinvolgente, pura bellezza, un dolore sordo all’altezza del petto, una serie di stilettate al cuore capaci di tenere incollati alle 372 pagine di questo meraviglioso romanzo. Emozione e immediatezza, un romanzo maturo.

In questa vita niente e nessuno ci appartiene davvero, e arriva il momento in cui ognuno di noi deve restituire qualcosa al mondo.

Tre gocce d’acqua mi ha svuotata ma mi ha fatto provare tantissime emozioni, come ogni romanzo di Valentina D’Urbano, infatti si conferma ancora una volta una delle mie scrittrici preferite.
Un grande senso di solitudine, perché ad un certo punto la storia finisce e tu vorresti che non fosse così, vorresti averne ancora; nonostante racconti echi di una guerra tanto lontana quanto spietata. Così spietata da farti ringraziare per la sua lontananza, per il fatto che non sia casa tua.
Casa tua è in tanti posti, però.
Uno di quei posti è certamente tra le righe di un romanzo di Valentina D’Urbano.

✎©Rossella Zampieri

♥♥Ringraziamo Anna da Re di Mondadori


Quarta di copertina: Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un’equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell’una da parte di padre e dell’altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l’incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l’amore del fratello, che preso com’è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell’ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l’asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte.


Dicono dell’autrice.


Valentina D’Urbano è una scrittrice e illustratrice per l’infanzia, nata a Roma il 28 giugno 1985. Si è diplomata allo IED in illustrazione e animazione multimediale. Nel 2010 vince la prima edizione del torneo letterario IoScrittore organizzato dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Longanesi ha pubblicato i suoi romanzi: Il rumore dei tuoi passi, nel 2012; Acquanera nel 2013; Quella vita che ci manca nel 2014 (con cui vince il premio Rapallo Carige nel 2015), Non aspettare la notte nel 2016 e Isola di neve nel 2018. Con Tea ha pubblicato Alfredo (2015). Tre gocce d’acqua (2021) è il suo ultimo romanzo pubblicato da Mondadori.