Pubblicato in: approfondimento, Narrativa contemporanea

Giugno. Il mese arcobaleno del Pride. Gli otto libri per celebrare l’importanza della lotta per i diritti LGBTQIA+

Celebrare l’amore in tutte le sue forme.
Giugno è conosciuto come il mese del Pride e dell’orgoglio LGBT (noto anche come “Pride Month“), è una ricorrenza internazionale che ogni anno viene celebrata in tutto il mondo con eventi, manifestazioni, dibattiti e parate.
Con tutti questi eventi si vuole sottolineare l’importanza della lotta per i diritti LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgenger, Queer, Intersessuali, Asessuali) e si vuole ribadire con orgoglio: si può essere tutto quello che si vuole essere.

Perché è stato scelto proprio il mese di Giugno?

Il punto di partenza cruciale, che ha dato il via al Pride, sono stati i “Moti di Stonewall“, una serie di rivolte spontanee, della durata di tre giorni, che si svolsero nel 1969 a New York, a partire dal 28 giugno. Le rivolte iniziarono dopo una retata della polizia allo “Stonewell Inn“, nel Greenwich Village.
Da qui il nome.
Dal 2016, grazie all’allora Presidente Barack Obama, lo stonewell inn è uno dei monumenti nazionali degli Stati Uniti d’America.
Nella cultura di massa, esistono due adattamenti cinematografici: il primo è “Stonewall” del 1995 dove vengono descritte le settimane precedenti i moti di Stonewall all’interno del locale; il secondo è “Stonewell” del 2015 che invece narra la storia durante i moti di Stonewall.

L’anno successivo alle rivolte, si tennero le prime Parate del Pride.
Dopo i moti di Stonewall e le prime Parate del Pride, il numero delle associazioni LGBT aumentò vertiginosamente, portando alla rapida diffusione del movimento Pride dagli Stati Uniti d’America. Dal 2020, la maggior parte delle Parate del Pride globali si svolge a giugno, anche se alcune città scelgono periodi diversi dell’anno, spesso a causa di condizioni climatiche estive meno adatte agli eventi all’aperto.

L’importanza di questa ricorrenza è racchiusa nel suo stesso nome: “Pride”, in italiano “Orgoglio”. È la dichiarazione del rifiuto categorico di ogni vergogna e discriminazione imposta dalla società. È uno strumento essenziale per far risuonare la propria voce in un mondo purtroppo ancora intriso di bigottismo e ostile all’espressione genuina dell’essere.
Il Pride è un’occasione per continuare a chiedere piena uguaglianza ed è fondamentale per dare visibilità alla comunità LGBTQIA+, promuovendo l’accettazione e l’inclusione, rivendicando i propri diritti di essere umano. Infatti, nonostante siano stati fatti passi avanti in molti paesi (come ad esempio matrimoni e unioni civili), ci sono ancora molte battaglie da combattere (come le adozioni, il riconoscimento dell’identità di genere, la protezione legale dalle discriminazioni e lotta all’omotransfobia).

Ci sono stati vari riconoscimenti ufficiali negli Stati Uniti da parti dei Presidenti e nel mondo. Nel 1999 Bill Clinton che dichiarò l’anniversario dei “Moti di Stonewell”, il mese dell’orgoglio Gay e Lesbico.
Nel 2011, Barack Obama decise di ampliare il Mese dell’orgoglio ufficialmente riconosciuto per includere l’intera comunità LGBT.
Nel 2021, Joe Biden ha riconosciuto il Mese dell’Orgoglio e si è impegnato a promuovere i diritti LGBT negli Stati Uniti d’America.
E per finire, nei Paesi Bassi, ogni anno si tiene laRoze Zaterdag” (Sabato Rosa) in una città diversa per commemorare i Moti di Stonewall, spesso preceduta da una Settimana Rosa. Alla fine di giugno si svolgono anche il “Midzomergracht festival” ad Utrecht e “The Hague Pride” a L’Aia.

Negli ultimi anni, purtroppo, si è assistito a una preoccupante inversione di tendenza nelle politiche a tutela dei diritti LGBTQIA+. Negli Stati Uniti, in particolare durante l’amministrazione Trump e in numerosi stati a guida repubblicana, sono state introdotte centinaia di proposte di legge restrittive. Queste misure hanno preso di mira soprattutto i giovani transgender, limitando il loro accesso all’assistenza sanitaria e allo sport. A livello federale, sono stati tagliati fondi per la ricerca e modificati i rapporti sui diritti umani per escludere le tutele per le persone LGBTQIA+.

A livello globale, la situazione è altrettanto allarmante. In alcuni Paesi sono state introdotte nuove e dure leggi anti-gay, come in Iraq, e nazioni come l’Uganda hanno inasprito le pene esistenti. Anche in Europa, si sono registrati segnali di arretramento: diversi stati membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, si sono rifiutati di firmare una dichiarazione a sostegno delle politiche per i diritti LGBTQIA+. Questi passi indietro sono spesso alimentati da una crescente polarizzazione politica e da narrazioni che negano l’identità di genere, mettendo a rischio i progressi faticosamente ottenuti in decenni di lotte.

E allora noi, nel nostro piccolissimo spazio libero, in occasione del Pride abbiamo raccolto 8 romanzi (otto come i colori sulla bandiera arcobaleno), alcuni letti e adorati e altri ancora da leggere, per celebrare questa importante ricorrenza.





  • Altro consiglio bonus: All that’s left in the world – Erik J. Brown

    Che cosa rimane quando non hai più niente da perdere? Speranze azzerate e un umorismo nero con cui affrontare il mondo. Con questo bagaglio viaggia Andrew, solo, affamato e ferito, attraverso un’America spettrale, colpita da un virus che ha sterminato buona parte della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti sono gente pericolosa, disperati che non esitano a uccidere a sangue freddo chiunque contenda loro una latta di cibo o qualche medicina abbandonata sugli scaffali dei negozi saccheggiati. Andrew lo sa. Per questo, quando bussa alla baita di Jamie in cerca di aiuto ed è accolto da un fucile spianato, si aspetta che sia la fine. E invece no. Andrew e Jamie si riconoscono, perché in fondo si assomigliano: tutti e due provano un’innata repulsione per la spietata legge del più forte, e fidarsi uno dell’altro diventa inevitabile.
    La fiducia diventa amicizia, e l’amicizia con il tempo si trasforma in un legame più profondo. Ma i due ragazzi nascondono anche dei segreti e, nel corso del lungo viaggio che li attende, dovranno mettersi a nudo e chiudere i conti con il passato, lottando fianco a fianco per costruire una nuova vita insieme. Ma, proprio quando ogni cosa sembra perduta, scopriranno che l’amore è tutto ciò che resta, tutto ciò per cui vale la pena rischiare, vivere e morire.

DLIN DLON – comunicazione di servizio
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Pubblicato in: #recensione, #romance, distopico, Narrativa contemporanea, young adult

All that’s left in the world di Erik J. Brown, un’avventura post-apocalittica che scalda il cuore

All That’s Left in the World di Erik J. Brown è un romanzo che mi ha conquistato sin dalla lettura delle primissime pagine.
La storia è ambientata in un’America decimata da un virus letale, dove la sopravvivenza è una lotta quotidiana e la fiducia nell’altro scarseggia. Protagonista è Andrew, un ragazzo rimasto completamente solo e per di più ferito che vaga per un mondo spettrale in cerca, almeno sembrerebbe, di un barlume di speranza.

Ciò che, a mio avviso, rende speciale questo libro è la sua capacità di mescolare sapientemente azione, suspense e momenti di profonda introspezione. Brown ci accompagna in un viaggio emozionante al fianco di Andrew, facendoci vivere le sue paure, le sue speranze e i suoi incontri con altri sopravvissuti, più o meno belligeranti. Tra i non belligeranti c’è Jamie, un ragazzo altrettanto solo ma nello stesso tempo forte e determinato, sarà lui a diventare il compagno di viaggio di Andrew e la sua ancora di salvezza.

Il rapporto tra Andrew e Jamie è il cuore pulsante del romanzo, un’amicizia che nasce tra le rovine. I due protagonisti, così diversi ma uniti dalla stessa voglia di vivere, impareranno a fidarsi l’uno dell’altro e a sostenersi a vicenda, costruendo un’amicizia profonda e sincera che sarà la loro forza in un mondo ostile.

Ma All That’s Left in the World non è solo un romanzo di sopravvivenza. Tra le pagine emerge anche un’inaspettata storia d’amore, che porterà Andrew e Jamie a confrontarsi con i propri sentimenti e a trovare la forza di amare in un mondo che sembra aver perso ogni speranza. In questo romanzo è l’amore il vero faro nella notte del genere umano.

La scrittura di Brown è fluida, coinvolgente e il suo stile narrativo trascinante è capace di trasportarci in questo mondo post-apocalittico facendoci vivere le emozioni dei protagonisti. L’autore alterna sapientemente scene di azione a momenti di riflessione, creando un ritmo incalzante che tiene il lettore incollato alle pagine fino all’ultima riga.

Nonostante la desolazione del mondo in cui è ambientato, All That’s Left in the World è un romanzo che trasmette un profondo messaggio di speranza. L’amore, l’amicizia e la solidarietà umana sono in grado di sopravvivere anche alle peggiori tragedie, si percepisce inoltre il pensiero più profondo: persino nelle tenebre più profonde si può trovare la luce.

Se amate i romanzi post-apocalittici, distopici o semplicemente con storie emozionanti e personaggi indimenticabili, All That’s Left in the World è un libro potente che non potete perdere.
Quella narrata in questa storia delicata, che è anche innegabilmente una meravigliosa storia d’amore queer, è solo la punta dell’iceberg di un’avventura che vi conquisterà e vi commuoverà, lasciandovi con un senso di speranza e di fiducia nel futuro.

P.S. non è finita, The Only Light Left Burning, il sequel di All that’s left in the world è uscito da pochi giorni in lingua originale e la speranza è che venga tradotto e edito in Italia al più presto.


Il romanzo

Che cosa rimane quando non hai più niente da perdere? Speranze azzerate e un umorismo nero con cui affrontare il mondo. Con questo bagaglio viaggia Andrew, solo, affamato e ferito, attraverso un’America spettrale, colpita da un virus che ha sterminato buona parte della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti sono gente pericolosa, disperati che non esitano a uccidere a sangue freddo chiunque contenda loro una latta di cibo o qualche medicina abbandonata sugli scaffali dei negozi saccheggiati. Andrew lo sa. Per questo, quando bussa alla baita di Jamie in cerca di aiuto ed è accolto da un fucile spianato, si aspetta che sia la fine. E invece no. Andrew e Jamie si riconoscono, perché in fondo si assomigliano: tutti e due provano un’innata repulsione per la spietata legge del più forte, e fidarsi uno dell’altro diventa inevitabile.
La fiducia diventa amicizia, e l’amicizia con il tempo si trasforma in un legame più profondo. Ma i due ragazzi nascondono anche dei segreti e, nel corso del lungo viaggio che li attende, dovranno mettersi a nudo e chiudere i conti con il passato, lottando fianco a fianco per costruire una nuova vita insieme. Ma, proprio quando ogni cosa sembra perduta, scopriranno che l’amore è tutto ciò che resta, tutto ciò per cui vale la pena rischiare, vivere e morire.


Dicono dell’autore

Erik J. Brown, nato a Philadelphia, ha studiato Arti Cinematografiche e dei Media, con una specializzazione in sceneggiatura. All that’s left in the world è il suo romanzo di esordio, entrato nella Junior Library Guild Gold Standard, una selezione dei migliori titoli per ragazzi delle biblioteche americane. Quando non scrive, Erik ama viaggiare, collezionare dischi in vinile e ristrutturare la sua casa stregata con suo marito e il suo cane ribelle, Charlie. Dal 2021 fa parte dei Lambda Literary Emerging Writers, una comunità che sostiene, tutela e promuove libri e autori LGBTQ.

DLIN DLON – Comunicazione di servizio

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