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L’universo narrativo di TJ Klune: tra magia, amore e inclusione

In pochi anni l’autore statunitense TJ Klune si è imposto, scalando in poco tempo le classifiche, nel panorama fantasy con romanzi che si distinguono per la loro unicità, l’originalità e per la capacità di emozionare.

Sicuramente la prima caratteristica che salta all’occhio nei romanzi di questo autore è la scelta di protagonisti comuni, con fisionomie normali. Lontani dai soliti bellimbusti stereotipati, troviamo personaggi come un ragazzo magrolino con ADHD (The extraordinaries), un uomo sulla quarantina in sovrappeso che suda eccessivamente quando è agitato (La casa sul mare celeste), un avvocato dal pessimo carattere (Sotto la porta dei sussurri) o un ragazzo che vive da solo con la madre, definito dal padre “un po’ lento” (WolfSong, primo capitolo della saga di Green Creek). Un’aria fresca rispetto ai protagonisti stereotipati dei romanzi rosa e fantasy.

Un altro elemento distintivo è la presenza di elementi fantasy all’interno di una società contemporanea. In alcuni casi, come in “Nella casa dei burattini”, la componente fantastica si avvicina maggiormente alla fantascienza, ambientata in un futuro distopico. Questo romanzo rappresenta anche l’unico con ambientazione futuristica all’interno delle sue opere.

T.J. Klune ha ottenuto fama come scrittore LGBT+, dato che i protagonisti delle sue storie sono spesso omosessuali. Tuttavia, trovo riduttiva questa etichetta, perché ogni romanzo narra una storia d’amore bella e sana, pur non essendo mai l’elemento centrale della trama.

Infatti, i suoi romanzi esplorano tematiche profonde: in “Sotto la porta dei sussurri” si approfondisce il percorso interiore del protagonista, mentre in “The extraordinaries” il protagonista è alla ricerca del suo posto nel mondo. “Nella vita dei burattini” svela le origini del protagonista, unico umano in un mondo di robot, e “Nella casa sul mare celeste” affronta il tema della diversità.

La saga di “Green Creek”, invece, è un’appassionante saga romance-fantasy, dove le relazioni amorose (e di amicizia) tra i membri del branco sono il fulcro della storia.

In Italia, le sue opere sono state tradotte inizialmente da Triskell Edizioni e, negli ultimi anni, da Mondadori (come si può evincere dalla bibliografia in fondo all’articolo). Per questo motivo, è impossibile parlare in dettaglio di tutti i suoi libri in questa sede. Mi concentrerò quindi su alcuni romanzi (tranquilli, vi avviso prima in caso di spoiler!) e ve li descriverò nell’ordine in cui li ho letti.

La casa sul mare celeste

“Hanno paura di ciò che non capiscono. E la paura si trasforma in odio per ragioni che, sono sicura, sfuggono anche a loro. Visto che non capiscono i bambini ne hanno paura, e visto che ne hanno paura li odiano.”

La casa sul mare celeste rappresenta senza dubbio il libro che ha consacrato l’autore in Italia e nel mondo, diventando un best seller per il New York Times. Un primo sguardo superficiale potrebbe far pensare a una semplice fiaba per bambini, dove la diversità è incarnata da creature non umane dotate di poteri speciali. Tuttavia, la storia si rivela ben più profonda e complessa, offrendo una riflessione sulla realtà che viviamo da molteplici prospettive.
Il protagonista intraprende un viaggio verso un orfanotrofio per bambini speciali, dove trascorrerà un mese. Il suo compito è valutare se la struttura sia adeguata alle esigenze dei ragazzi che vi abitano. Cosa emerge da questa esperienza? L’esistenza di un ente governativo, il DIMAM, che mira a controllare le creature non umane alimentando una cultura dell’odio tra la restante popolazione. La diversità viene percepita come qualcosa di negativo, da temere, motivo per cui i ragazzi dell’orfanotrofio sono confinati sulla loro isola e provano rancore verso gli umani non speciali. Questi ultimi, a loro volta, vivono in una società dove l’espressione di opinioni personali è punita, inducendoli a sottomettersi e obbedire agli ordini. Riconoscete in queste dinamiche qualche analogia con il nostro mondo?
L’autore propone una risposta a questo sistema oppressivo attraverso la figura del protagonista. Pur nella sua piccola realtà, il personaggio mantiene la forza di dire la verità (anche quando sembra sopraffatto dal sistema) e cerca di cambiarlo dall’interno, nel rispetto delle regole. Si parte sempre da piccoli passi che, nel romanzo, hanno il potere di innescare grandi cambiamenti.
Il 12 settembre 2024 uscirà negli Stati Uniti il seguito, intitolato “Somewhere beyond the sea” (la data di uscita italiana è ancora da annunciare). Proviamo a fare una scommessa sulla trama? (attenzione SPOILER) Linus viveva sull’isola prima di iniziare a lavorare per il DIMAM e per qualche ragione ha perso la memoria.

Sotto la porta dei sussurri

“Se passiamo tutto il tempo a preoccuparci per le piccole cose, rischiamo di perdere di vista quelle grandi”

Tra i romanzi che ho letto, “Sotto la porta dei sussurri” potrebbe essere quello più adatto a un pubblico adulto (non che gli altri siano banali!). A mio parere, la forza di questo libro risiede nella trama, che ci porta a riflettere sul bilancio che inevitabilmente ognuno di noi trae della propria vita. L’autore lo fa attraverso la figura del protagonista, un personaggio che inizialmente ci spinge a provare antipatia nei suoi confronti. La sua redenzione (tranquilli, niente spoiler) avviene solo dopo che ha imparato ad accettare se stesso.
Uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente è la descrizione del mondo di confine tra la vita e la morte, dove le anime si ritrovano in attesa di accettare il proprio trapasso. L’autore lo immagina come una casa accogliente, con una piccola porta in cima alla mansarda, un’immagine che ho trovato molto rassicurante. Il romanzo non ci offre una visione del “paradiso” secondo l’autore, ma piuttosto ci invita a riflettere sull’importanza di accettare ciò che ci è accaduto prima di compiere “il grande passo”.

Nella vita dei burattini

Quando si chiude una porta la si può sempre buttare giù

Tra i romanzi dell’autore, “Nella vita dei burattini” si distingue per le sue dinamiche più lente e per la sua ambientazione fantascientifica. Il protagonista, unico umano in un mondo popolato esclusivamente da robot, si ritrova a vivere in un futuro dove questi ultimi sono divisi in fazioni: buoni, cattivi e neutrali. Attraverso la sua storia, carica di tenerezza, il romanzo esplora il vero significato dell’amore e dell’essere umano, indagando le emozioni in un mondo dominato dai robot. A movimentare la trama ci pensa un colpo di scena finale.

L’opera trae liberamente ispirazione da “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi. Ritroviamo alcuni dei personaggi iconici della fiaba, come la Fata Turchina, il Cocchiere e il Terribile Pesce Cane, rivisitati in chiave moderna e inseriti in un contesto completamente diverso da quello originale.

The extraordinaries

Per i neurodiversi che pensando in grande e sognano ancora più in grande: siete supereroi e i vostri poteri sono illimitati. Non permettete a nessuno di dirvi il contrario.

The extraordinaries” rappresenta il primo capitolo di una trilogia (l’unico finora tradotto da Mondadori in italiano). I successivi due volumi si intitolano “Flash Fire” e “Heat Wave”. Tra i romanzi menzionati, questo è l’unico a rientrare a pieno titolo nel genere young adult, con protagonisti adolescenti alle prese con le sfide tipiche di questa fase della vita: accettazione di sé, rapporti conflittuali con i genitori, primi amori e cotte adolescenziali. Il tutto sullo sfondo di una città che ricorda Jam City dei Teen Titans, dove due figure contrapposte, un eroe e un antieroe dotati di superpoteri, si scontrano nei cieli.

Il nostro protagonista, desideroso anch’esso di possedere abilità speciali, si ritrova invischiato in una trama che ruota proprio attorno a questo suo sogno. Il suo obiettivo è quello di affiancare l’eroe per cui nutre una cotta segreta (ma anche l’antieroe non gli dispiace affatto…).

Green Creek Series

C’è un mostro dentro ognuno di noi. Ma alcuni imparano a controllarlo

La prima saga di cui vi voglio parlare è composta dai romanzi Wolfsong (mondadori, 2023), Ravensong (Mondadori, 2024), Heartsong (Inedito in Italia), Brothersong (Inedito in Italia) ed è considerata la Green Creek Series: una storia queer fantasy romance che affronta temi importanti come l’ amicizia e l’amore, i tradimenti, la lealtà e la famiglia.
Caratteristica distintiva della serie è il cambio di protagonista in ogni libro, pur mantenendo come filo conduttore la stessa famiglia allargata di lupi mannari. Questo aspetto peculiare ha portato alcuni a definire la saga come una sorta di “Bridgerton” a tinte omosessuali. L’azione si sviluppa a un ritmo incalzante, con i fatti che si susseguono senza sosta, lasciando al lettore poco tempo per metabolizzare le emozioni. I dialoghi, veloci e incisivi, riflettono i pensieri e le sensazioni dei lupi, immergendo il lettore nel loro mondo interiore.

L’autore, con grande maestria, utilizza i colori per rappresentare le emozioni dei protagonisti, rendendoli un elemento chiave e ricorrente in tutti e quattro i romanzi. Questa scelta narrativa contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, permettendo al lettore di comprendere a fondo le sfumature emotive dei personaggi.

Tra i libri della saga, i miei preferiti sono il primo, “Wolfsong”, che vanta le scene di sesso più intense, e il terzo, “Heartsong”, caratterizzato da una storia d’amore davvero toccante. L’ultimo romanzo, “Brothersong”, si distingue per la sua profondità riflessiva, affrontando il tema dell’amore fraterno in parallelo all’amore di coppia.

“Green Creek Series” è un’opera letteraria che conquista per la sua trama avvincente, i personaggi complessi e l’esplorazione di tematiche profonde. Se amate le storie fantasy con una componente romantica e non vi spaventano le emozioni forti, questa saga è assolutamente da non perdere.

In definitiva, TJ Klune si dimostra un abile narratore capace di trascinare il lettore in storie coinvolgenti e piacevoli, regalando momenti di evasione e intrattenimento ma veicolando anche contenuti più profondi.

Altri romanzi pubblicati da Triskell Edizioni (ma ancora non letti dalla sottoscritta) sono ‘Le ossa sotto la pelle‘, la saga ‘Un insolito triangolo‘ composta dai quattro romanzi ‘Bear, Otter e Kid‘, ‘La nostra identità‘, ‘L’arte di respirare‘, ‘La lunga strada tortuosa‘ e per finire la saga ‘A prima vista‘ composta dai romanzi ‘Dimmi che è vero‘, ‘La drag queen e il re degli homo pompo‘, ‘Finchè non sei arrivato tu‘ e ‘Dimmi per ch3 combattiamo


Chi è TJ Klune?

TJ Klune (classe 1982) è un autore americano di fiction fantasy e romantica con personaggi gay e LGBTQ+. Ex liquidatore per una compagnia di assicurazioni, è autore, fra le altre cose, della serie “Green Creek”. Ha vinto il Lambda Literary Award per Into This River I Drown.
In Italia i suoi libri sono stati a lungo pubblicati da Triskell edizioni, tra questi: Dimmi che è vero. A prima vista (2016); La drag queen e il re degli homo pomp (2020); Wolfsong. Il canto del lupo. Green creek. Vol. 1-2 (2020); Le ossa sotto la pelle (2021); Finché non sei arrivato tu (2021).
Per Mondadori pubblica La casa sul mare celeste (2021), Sotto la porta dei sussurri (2022), Nella vita dei burattini (2023) e The extraordinaires (2024).


DLIN DLON – comunicazione di servizio

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Il paranormal fantasy che non ti aspetti: ‘Bride’ di Ali Hazelwood – recensione



«Misery», ordina Lowe, o forse è una supplica, o forse il mio nome è solo una parola che gli piace pronunciare, una parola che gli piace pensare.




Ali Hazelwood, autrice bestseller dei romanzi ‘The Love Hypothesis‘, ‘Love, Theoritically‘ e ‘Love on the brain‘ (che abbiamo approfondito qui e che sono adorabili) ha momenteamente abbandonato il genere STEM romance per approdare su un nuovo genere e decisamente ha fatto centro. Con il suo ‘Bride‘, romanzo autoconclusivo, ha preso e rivoluzionato il genere paranormal romance portando una ventata d’aria fresca. Se siete cresciutə a Nutella, ‘Twilight‘ e ‘The Vampire Diaries‘ riprendete solamente in mano il barattolo di Nutella e mettetevi comodə perché non riuscirete a staccarvi dalla storia di Misery.

Misery Lark è una vampira, figlia del più potente consigliere dei Vampiri ed è un’emarginata tra i componenti della sua stessa specie. Non voluta dai vampiri e non approvata dagli umani, tra i quali da anni ormai si nasconde celando gli occhi violetti con lenti a contatto, non riesce mai a sentirsi a casa. La sua casa è Serena, la sua migliore amica, un umana. L’unica che la capisce, le vuole bene e con la quale si sente al sicuro.
Quando però viene chiamata a salvare (di nuovo) la sua gente, Misery accetta di sposarsi per poter suggellare un’alleanza con i loro acerrimi nemici: i lupi.
È costretta dunque a diventare la moglie di Lowe Moreland, l’Alfa del branco. A Misery è sempre stato insegnato che i lupi sono creature spietate e imprevedibili e il loro Alfa naturalmente non fa accezioni governando con severità ma, al contrario del suo predecessore, anche con una dose di giustizia non indifferente.
Ovviamente Lowe non si fida di lei, ma Misery ha accettato quel matrimonio di convenienza, sacrificandosi ancora una volta, per motivi ben precisi: motivi che non riguardano il bene della sua specie, le alleanze o le manovre politiche. Qualcosa le è stato portato via e lei è intenzionata a fare qualsiasi cosa per riprendersi ciò che le appartiene…persino a sposarsi con un lupo e a vivere in territorio nemico.

L’odore sta diventando un problema serio. Invade gli spazi. Si diffonde. Viaggia. Resta nel naso. A volte è ancora più intenso. Si toccano di rado. Quando è successo, il polso di lei ha accidentalmente sfiorato il davanti della camicia di lui, che si è ritrovato a strappare il pezzetto di stoffa dove d’odore era rimasto più intenso. L’ha messo in tasca e ora lo porta sempre con sé. Anche quando si allontana per evitarla.


A primo impatto può davvero sembrare la solita storia banale con la ormai superata vecchia rivalità tra umani, vampiri e lupi, ma vi assicuriamo che quanto raccontato dalla Hazelwood è molto, molto di più.
Con uno stile di scrittura scorrevolissimo, una protagonista grandiosa che con la sua ironia fa spanciare dal ridere e con una storia che si dipana piano piano si divora ‘Bride’ in poco tempo.
Il POV è in prima persona con protagonista Misery ma, ad ogni capitolo abbiamo la possibilità di avere un assaggio di quello che capita invece a Lowe. (Ho trovato questo aspetto del libro davvero, davvero interessante e nuovo).
Seguiamo la vita di Misery, dopo il matrimonio, all’interno del gruppo di Lupi e capiamo come questa Vampira, amante del banale burro d’arachidi, che beve sangue non per piacere ma solo per puro nutrimento, dall’anima di un’umana e dalla forza di volontà di un lupo si sente inadeguata, non riuscendo a trovare il suo posto nel mondo.


“Bride” è un romanzo che consiglio a tutti gli amanti del paranormal romance, ma anche a chi cerca una storia originale e ricca di emozioni. Un libro che vi conquisterà con i suoi personaggi, la sua trama avvincente e il suo stile di scrittura coinvolgente.




Il Libro.
Misery Lark, l’unica figlia del più potente Consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un’emarginata. I suoi giorni nell’anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi allo scambio. I Lupi sono spietati e imprevedibili e il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri, non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery, che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione… Perché Misery ha i suoi motivi per accettare questo matrimonio di convenienza, motivi che non hanno nulla a che vedere con la politica o le alleanze, e tutto a che fare con l’unica cosa che le sia mai importata. Ed è disposta a qualsiasi cosa pur di riavere ciò che le appartiene, anche se questo significa una vita nel territorio nemico… da sola con il lupo.
Dettagli: Sperling & Kupfer – Pagine 384


L’autrice.

Ali Hazelwood è una professoressa universitaria italiana, che ha vissuto in Germania e Giappone prima di trasferirsi negli Stati Uniti per prendere un dottorato in Neuroscienze. Ha all’attivo numerose pubblicazioni: articoli scientifici nei quali nessuno si bacia e il lieto fine non è sempre garantito. Dopo lo straordinario successo di The Love Hypothesis – Il teorema dell’amore, Love on the Brain – L’amore in testa e Love, theoretically – La fisica dell’amore, casi editoriali internazionali grazie al passaparola su TikTok, con oltre 1 milione di copie vendute in tutto il mondo e per settimane in cima alle classifiche del New York Times e del Sunday Times, è diventata un’autrice bestseller pubblicata in oltre 30 Paesi.

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All that’s left in the world di Erik J. Brown, un’avventura post-apocalittica che scalda il cuore

All That’s Left in the World di Erik J. Brown è un romanzo che mi ha conquistato sin dalla lettura delle primissime pagine.
La storia è ambientata in un’America decimata da un virus letale, dove la sopravvivenza è una lotta quotidiana e la fiducia nell’altro scarseggia. Protagonista è Andrew, un ragazzo rimasto completamente solo e per di più ferito che vaga per un mondo spettrale in cerca, almeno sembrerebbe, di un barlume di speranza.

Ciò che, a mio avviso, rende speciale questo libro è la sua capacità di mescolare sapientemente azione, suspense e momenti di profonda introspezione. Brown ci accompagna in un viaggio emozionante al fianco di Andrew, facendoci vivere le sue paure, le sue speranze e i suoi incontri con altri sopravvissuti, più o meno belligeranti. Tra i non belligeranti c’è Jamie, un ragazzo altrettanto solo ma nello stesso tempo forte e determinato, sarà lui a diventare il compagno di viaggio di Andrew e la sua ancora di salvezza.

Il rapporto tra Andrew e Jamie è il cuore pulsante del romanzo, un’amicizia che nasce tra le rovine. I due protagonisti, così diversi ma uniti dalla stessa voglia di vivere, impareranno a fidarsi l’uno dell’altro e a sostenersi a vicenda, costruendo un’amicizia profonda e sincera che sarà la loro forza in un mondo ostile.

Ma All That’s Left in the World non è solo un romanzo di sopravvivenza. Tra le pagine emerge anche un’inaspettata storia d’amore, che porterà Andrew e Jamie a confrontarsi con i propri sentimenti e a trovare la forza di amare in un mondo che sembra aver perso ogni speranza. In questo romanzo è l’amore il vero faro nella notte del genere umano.

La scrittura di Brown è fluida, coinvolgente e il suo stile narrativo trascinante è capace di trasportarci in questo mondo post-apocalittico facendoci vivere le emozioni dei protagonisti. L’autore alterna sapientemente scene di azione a momenti di riflessione, creando un ritmo incalzante che tiene il lettore incollato alle pagine fino all’ultima riga.

Nonostante la desolazione del mondo in cui è ambientato, All That’s Left in the World è un romanzo che trasmette un profondo messaggio di speranza. L’amore, l’amicizia e la solidarietà umana sono in grado di sopravvivere anche alle peggiori tragedie, si percepisce inoltre il pensiero più profondo: persino nelle tenebre più profonde si può trovare la luce.

Se amate i romanzi post-apocalittici, distopici o semplicemente con storie emozionanti e personaggi indimenticabili, All That’s Left in the World è un libro potente che non potete perdere.
Quella narrata in questa storia delicata, che è anche innegabilmente una meravigliosa storia d’amore queer, è solo la punta dell’iceberg di un’avventura che vi conquisterà e vi commuoverà, lasciandovi con un senso di speranza e di fiducia nel futuro.

P.S. non è finita, The Only Light Left Burning, il sequel di All that’s left in the world è uscito da pochi giorni in lingua originale e la speranza è che venga tradotto e edito in Italia al più presto.


Il romanzo

Che cosa rimane quando non hai più niente da perdere? Speranze azzerate e un umorismo nero con cui affrontare il mondo. Con questo bagaglio viaggia Andrew, solo, affamato e ferito, attraverso un’America spettrale, colpita da un virus che ha sterminato buona parte della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti sono gente pericolosa, disperati che non esitano a uccidere a sangue freddo chiunque contenda loro una latta di cibo o qualche medicina abbandonata sugli scaffali dei negozi saccheggiati. Andrew lo sa. Per questo, quando bussa alla baita di Jamie in cerca di aiuto ed è accolto da un fucile spianato, si aspetta che sia la fine. E invece no. Andrew e Jamie si riconoscono, perché in fondo si assomigliano: tutti e due provano un’innata repulsione per la spietata legge del più forte, e fidarsi uno dell’altro diventa inevitabile.
La fiducia diventa amicizia, e l’amicizia con il tempo si trasforma in un legame più profondo. Ma i due ragazzi nascondono anche dei segreti e, nel corso del lungo viaggio che li attende, dovranno mettersi a nudo e chiudere i conti con il passato, lottando fianco a fianco per costruire una nuova vita insieme. Ma, proprio quando ogni cosa sembra perduta, scopriranno che l’amore è tutto ciò che resta, tutto ciò per cui vale la pena rischiare, vivere e morire.


Dicono dell’autore

Erik J. Brown, nato a Philadelphia, ha studiato Arti Cinematografiche e dei Media, con una specializzazione in sceneggiatura. All that’s left in the world è il suo romanzo di esordio, entrato nella Junior Library Guild Gold Standard, una selezione dei migliori titoli per ragazzi delle biblioteche americane. Quando non scrive, Erik ama viaggiare, collezionare dischi in vinile e ristrutturare la sua casa stregata con suo marito e il suo cane ribelle, Charlie. Dal 2021 fa parte dei Lambda Literary Emerging Writers, una comunità che sostiene, tutela e promuove libri e autori LGBTQ.

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Redamancy di Flaminia Galeoni, la nostra recensione



Redamancy, il romanzo d’esordio di Flaminia Galeoni, si presenta come una storia d’amore tra due giovani aspiranti scrittori, sullo sfondo suggestivo della Blackcross University (non cercatela, non esiste, ma esiste una Blackrock a Dublino n.d.r.) in Scozia. La trama ruota attorno a Laverna Violet Hathaway, una studentessa del Master in Scrittura Creativa, che si ritrova improvvisamente in preda a mille dubbi e insicurezze, mettendo in discussione il suo sogno letterario e tutta le le sue certezze.

La protagonista si ritrova immersa in un ambiente competitivo e frenetico, dove la passione per la scrittura si scontra con le difficoltà personali e le insicurezze. Laverna fatica ad adattarsi al nuovo contesto e a trovare la propria voce narrativa, mentre la nostalgia per la sua vita precedente la attanaglia.

Ma Frederick, un compagno di corso misterioso e affascinante, segna una svolta nella sua esperienza.

Attraverso le vicende di Laverna e Frederik, Redamancy esplora i temi dell’amore, dell’amicizia, della ricerca di sé e del difficile percorso verso la realizzazione dei propri sogni. Diventa, o vorrebbe diventare, il romanzo tutto, un viaggio di crescita e scoperta.
La narrazione si snoda tra lezioni di scrittura, passeggiate nella suggestiva cornice scozzese e momenti di profonda introspezione, delineando un ritratto toccante e realistico delle sfide e delle emozioni che caratterizzano il passaggio all’età adulta.

L’elemento centrale del romanzo è l’intreccio tra l’amore e la passione per la scrittura, infatti i due protagonisti si sostengono a vicenda nel loro percorso creativo, prima in una sorta di gara di bravura e poi trovando conforto e ispirazione reciproca. Tuttavia, la loro relazione è ostacolata da incomprensioni e gelosie, che mettono a dura prova la loro storia.

Nonostante le premesse risultino molto interessanti, Redamancy non è riuscito a convincermi totalmente come lettrice. La narrazione mi è apparsa talvolta lenta e discontinua con frequenti cambi di ritmo che hanno reso difficile seguire il filo della storia. I personaggi, pur delineati con discreta cura, risultano a tratti macchiettistici e poco credibili, soprattutto nelle loro reazioni emotive.

Inoltre, lo stile di scrittura, pur gradevole, non brilla per originalità.
L’autrice utilizza un linguaggio semplice e diretto, che però scivola spesso nella banalità. Le descrizioni, seppur accurate, mancano di poesia e di impatto emotivo.

In conclusione, Redamancy è un romanzo che si lascia leggere, ma non entusiasma.
La storia è carina e le premesse ottime, ma manca di profondità e originalità. I personaggi sono discreti, ma non memorabili. Lo stile di scrittura è scorrevole, ma privo di guizzi. In ogni caso se state cercando un libro leggero e romantico per svagarvi, Redamancy potrebbe fare al caso vostro. Ma se cercate un’opera letteraria che vi emozioni e vi faccia riflettere, probabilmente dovreste orientarvi su altro.



Il libro.

Laverna Violet Hathaway ha coronato il suo grande sogno: diventare una studentessa del Master in scrittura creativa della Blackcross University, in Scozia. Ma d’un tratto, senza averlo previsto, si sente infelice e smarrita. Le manca terribilmente la quotidianità che aveva deciso di lasciarsi alle spalle. Le mancano l’Italia, Roma, la famiglia. D’improvviso Laverna, determinata a ottenere i risultati migliori per poter pubblicare il suo primo romanzo, scivola in una spirale di tremendi dubbi. Pensa di non essere abbastanza brava e di aver sbagliato tutto, si sente paralizzata a tal punto da non riuscire a scrivere nemmeno una riga. Quando si convince che non ci sia altra via d’uscita che arrendersi e tornare a casa, consapevole del proprio fallimento, è Frederick Richard Scott, insopportabile e pieno di sé, il più freddo e competitivo del corso, a tenderle una mano. Ma anche Frederick ha i suoi demoni ed è molto diverso da come appare. Ha un passato che lo tormenta, capace di procurargli dolore e impedirgli di lasciarsi andare. E allora toccherà a Laverna cercare di sfiorare l’animo fragile del ragazzo, di scrutare nei meandri del cuore del rivale di penna, in un continuo altalenarsi di sentimenti finché, forse, i loro cammini potranno incrociarsi in un destino comune. Flaminia Galeoni compone una trama profonda e ammaliante, dove l’arte della scrittura diventa la scenografia di un intreccio esistenziale in cui chiunque può specchiarsi.
Le storie di alcune persone sono destinate a rimanere scritte per sempre sulla stessa pagina.

Dettagli: Casa editrice SEM, data di pubblicazione: 09 Aprile 2024, pagine: 408

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L’autrice.

Flaminia Galeoni è nata a Roma nel 1999. Dopo il diploma classico e una laurea in Global Governance, ha capito che il posto in cui vuole stare davvero è in mezzo ai libri. Ha iniziato a scrivere su Wattpad quando era poco più che una bambina, adora leggere e parlare di letteratura con qualsiasi mezzo. Sui social è @ladyadark. Il suo più grande desiderio è che le storie che scrive possano diventare un porto sicuro per chiunque ne abbia bisogno.

DLIN DLON – Comunicazione di servizio

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ACOTAR – la saga di Feyre, Sarah J. Maas, recensione, ordine di lettura e approfondimento

Se il genere romance fantasy è la tua nuova droga (o magari sei già un habitué) allora quasi certamente conoscerai, e magari apprezzerai, la penna di Sarah J. Maas!
Ha venduto milioni di copie dei suoi libri – pubblicati in 38 lingue, secondo il suo sito web – diventando in breve tempo un’autrice bestseller.
È anche molto popolare sulla piattaforma TikTok dove l’ormai metro di misura conosciuto come #booktok ha un rapporto di odio/amore con lei.
Sapete come si dice, no? Che se ne parli bene o che se ne parli male l’importante è parlarne! E la Maas fa parlare molto, molto della sua saga.
Poiché la sua opera letteraria è così ampia che noi siamo qui per aiutarti a districarti all’interno di questa immensa saga, anche perché siamo consapevoli del fatto che può non essere chiaro da dove cominciare se si vuole entrare nel mondo immaginario di questa scrittrice.

La celebre serie principale di cui vogliamo iniziare a parlarti è quella conosciuta come ‘ACOTAR’ ovvero ‘A Court of Thorns and Roses‘ (di cui non si parlerà mai abbastanza):


1. La corte di spine e rose (2015 Mondadori)
2. La corte di nebbia e furia (2016 Mondadori)
3. La corte di ali e rovina (2017 Mondadori)

3.5. Una corte di gelo e stelle (novella che si inserisce tra la fine della prima trilogia e i prossimi libri con protagonisti il resto della Corte dei Sogni ed è presente in versione italiana nel volume unico chiamato ‘Una corte di spine e rose. Trilogia. La saga di Feyre‘)
4. La corte di fiamme e argento (2021, Mondadori)

immagine del maremagnum pinterest

“…perché non volevo che lottassi da sola. Né che morissi”

Detta da Rhysand a Feyre

Il primo capitolo della saga, ‘La corte di spine e rose‘, ricorda molto la storia della bella e la bestia con un personaggio maschile (Tamlin) rude ma con l’animo dolce, un personaggio femminile (Feyre) forte e caparbio contro le avversità che però ha ancora l’idea che l’amore si trovi quando qualcuno ti protegge senza che tu debba fare più nulla (anche se lei fa di tutto per non accettare tale sorte), un migliore amico dalla lingua pungente (Lucien), una corte maledetta da una Fae cattivissima (Amarantha) che trascorre il suo tempo dentro ad una montagna-castello e un antagonista (Rhysand) che, fin da subito, qualche dubbio sul suo antagonismo te lo fa venire.
Suspence, azione, giusta dose di scene spicy ma non troppo hot, sono gli elementi che tengono incollati fino alla fine.

immagine aesthetic proveniente da pinterest

“Finché sapranno la verità le persone che contano di più, non mi importa che cosa pensano gli altri.”
“La vita è migliore quando ci sei tu in giro.”

Detta da Rhysand a Feyre

La storia forse poteva concludersi qui in quanto c’è un inizio e una fine e non vengono lasciati troppi elementi irrisolti ma, fortunatamente per noi, l’autrice ha deciso di continuare colmando le lacune di quei piccoli pezzi di storia lasciati aperti nel primo volume, scrivendo il più bel romanzo della trilogia (ebbene sì, sfatiamo il mito che il secondo libro è sempre e solo una storia di mezzo senza troppo valore).
Se nel primo libro l’autrice vuole approfondire cosa si farebbe per amore, ne ‘La corte di nebbia e furia‘ ci porta direttamente dentro il concetto di amore e lo fa contrapponendo due modi di vivere questo sentimento ovvero l’amore possessivo, quello manipolatore e soffocante rispetto all’amore libero, quello scelto, rispettoso e passionale. I personaggi secondari non sono semplici contorni ai protagonisti ma hanno le loro caratteristiche e le loro dinamiche. I cattivi non sono cattivi e quelli buoni sono meno buoni di quello che fanno credere, tutto per indicare che il ruolo interpretato dipende, in realtà, dalle scelte che si prendono. Ovviamente tutto questo è solo una parte del romanzo in quanto tutto avviene all’interno del mondo magico dei Fae, delle corti (in questo libro si approfondiscono la corte della notte e dell’estate), con figure immortali antecedenti ai Fae e con un cattivo che sicuramente paragonato ad Amarantha vince il confronto a mani basse.

immagine del maremagnum pinterest

“Anche se sei la mia metà, resti sempre una persona autonoma. Decidi tu il tuo fato, le tue scelte. Non io. Ieri hai scelto tu. Sceglierai tu ogni giorno. Per sempre.”

Detta da Rhysand a Feyre

Il terzo romanzo ‘La corte di ali e rovina‘ potrebbe apparire il volume più lento della trilogia, dove tutti gli eventi narrati tendono a portare allo scontro finale in una lunga preparazione al termine della quale, fortunatamente, non si limita ad una sola battaglia ma a più battaglie che si susseguono e dove si arriva ad uno schieramento globale tra chi decide di stare dalla parte del bene e chi invece sceglie il lato oscuro.
La scrittrice ha davvero una penna magica quando descrive i suoi personaggi, perché riesce a renderli veri: le qualità e i difetti coesistono, e soprattutto, anche i buoni sbagliano. Non ci sono eroi perfetti ma nemmeno cattivi senza alcuna sfumatura. Alla fine della trilogia i protagonisti della storia risulteranno conosciuti al lettore e certamente le numerosissime fan art e reel sui social lo dimostrano ampiamente.
L’ambientazione è qualcosa di fantastico: il world building divide il mondo in corti, dove ognuna ha una caratteristica specifica che la contraddistingue e anche qui la Maas è stata maestra nel descrivere senza risultare ripetitiva e pesante.
Lo stile di scrittura è molto fluente e assolutamente non permette al lettore di annoiarsi e, ancora meno, addormentarsi. Se siete insonni e leggete per dormire, non è la trilogia per voi.

Piccolo approfondimento per chi ha già letto la trilogia: ho trovato geniale la “Teoria di Nephelle” raccontata da Azriel a Feyre mentre le insegna a volare. E voi vi starete domandando cosa ho trovato di così brillante in questa teoria…ve lo spiego subito: una teoria che spieghi come le situazioni possano evolvere al meglio anche, o solo grazie, alla persona meno “qualificata” per quel compito è davvero intelligente e acuta.

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Ben 4 anni dopo è uscito il quarto ed ultimo volume della saga ‘Una corte di fiamme e argento‘ dove, purtroppo, devo constatare che ci sono alcune contraddizioni rispetto a come è stata scritta la prima trilogia (che forse sono figlie di una diversa traduzione). Se nella prima trilogia la protagonista è Feyre, in questo ultimo volume la protagonista è Nesta. È grazie a questo romanzo se capiamo perché è così spigolosa.
Purtroppo, prima di capirlo, bisogna passare una prima parte davvero molto lenta e un po’ noiosa. Impariamo però anche a conoscere Cassian, il quale risulta assolutamente un martire che ambisce alla santità eterna.

Possiamo dunque concludere che la scrittura della Maas è sorpendente, un’avventura epica che mescola magia, intrighi e romanticismo in un mondo ricco di sfumature oscure e incredibili colpi di scena.
Non si può non seguire la protagonista Feyre Archeron attraverso un viaggio mozzafiato tra le corti delle Fiabe, dove il destino e l’amore si intrecciano in modi inaspettati. È una delle saghe più avvincenti degli ultimi anni che cattura i lettori con un fascino irresistibile e personaggi davvero indimenticabili, riuscendo a tenere incollati alle pagine e facendoti immergere in un mondo fantastico descritto alla perfezione.


Chi è Sarah J. Maas?

Classe 1986 è l’autrice numero uno dei bestseller del New York Times e internazionali con le serie Crescent City, A Court of Thorns and Roses e Throne of Glass. I suoi libri hanno venduto oltre dodici milioni di copie e sono pubblicati in trentasette lingue. Nata a New York, si è laureata nel 2008 a pieni voti presso l’Hamilton Collage di Clinton. Inizia a scrivere all’età di sedici anni pubblicando alcuni capitoli de ‘Il Trono di Ghiaccio‘ sul sito FictionPress.com dove diventa in poco tempo una delle storie più seguite. Nel 2008 vengono rimossi perché Sarah vuole sottoporre la sua opera alle case editrici, ma ci riuscirà solo nel 2010 grazie alla Bloomsbury. Vive a Philadelphia con suo marito, suo figlio e il suo cane. Per saperne di più, visita sarahjmaas.com o segui @therealsjmaas su Instagram.


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Stelle e Ottone di Jude Archer: magia, misteri e amore nella Hidden Society – recensione

“Quando le stelle si fanno silenziose, possono esserci solo due ragioni: o si concedono riposo dal compito di illuminare le notti dell’eternità, o ci stanno scegliendo.”

Scrivere un young adult fantasy dopo Harry Potter deve essere complicato quanto lo è scrivere un epic fantasy dopo J.R.R. Tolkien. Leggendo Stelle e ottone mi sono chiesta: quando elementi di una narrazione smettono di definirsi “scopiazzature” e attingono invece da un immaginario che è diventato archetipico?
Insomma, se descrivendo un’accademia di magia attingiamo a parte di quanto viene narrato su Hogwarts, stiamo copiando oppure stiamo prendendo in prestito elementi che ormai fanno parte di un immaginario e che intrecciati ad un’idea del tutto nuova giustificano il prestito?

In fondo c’è stato un momento in cui qualcuno ha parlato per primo degli elfi e oggi citiamo tranquillamente questa razza in ogni tipo di narrazione senza che il pensiero vada al plagio.

Non sapendo darmi una risposta “tecnica”, ho scelto di darmela di pancia: il risultato mi è piaciuto? Sì. Tanto mi basta per accettare che elementi di Harry Potter siano stati sapientemente (e senza esagerare) inseriti da Jude Archer nella sua storia.

Una trama piacevole, un intreccio ben gestito, una serie di plot twist messi nel punto giusto della storia rendono “Stelle e Ottone” un romanzo da divorare, ed è quello che ho fatto in un paio di giorni. Non amo le ambientazioni italiane, ma Venezia fa solo da cornice alla storia, che per la maggior parte si dipana nell’Academia celata agli occhi umani; la scrittrice riesce a collocarla perfettamente nel racconto prendendo in prestito pochi scenari per arricchire visivamente di bellezza la narrazione.
Tutto appare coerente, soprattutto il modo in cui la passione per l’archeologia della protagonista si intreccia con la sua passione per la magia.

Vivere l’Academia attraverso gli occhi della Ambra è bellissimo e i misteri che riguardano la giovane, circondano la sua storia, sono il motore della lettura. Tutti si risolvono in una storia autoconclusiva e nell’epoca delle trilogie è un sollievo.

Tuttavia, è bene spiegare che l’opera viene presentata come saga antologica, quindi sarà seguita da altre storie e altri personaggi*.

Ho letto con timore “Stelle e Ottone” per tutta la prima parte del volume (più o meno il 20% segnalato dal mio eReader): non sono una fan del romance spinto e non ne ho mai fatto mistero. Il cliché del ragazzo ermetico/sarcastico/egoriferito e della ragazza “Libro aperto”, intelligente ma insicura, mi ha fatto paura e temevo si trasformasse tutto in un Twilight 2.0.

Non è successo.

La storia d’amore fra Ismael ed Ambra è travolgente e sicuramente edulcorata, ma onestamente bella, di quelle che ti fa desiderare di viverla. Certo è che bisogna stare sempre attenti anche all’età a cui è rivolta. All’alba dei 37 anni si è più consapevoli del fatto che il fascino del “bello e stronzo” è pericoloso ed è accettabile solo nella finzione, limitatamente alla presenza di altre caratteristiche. Io spero che al giovane pubblico il messaggio arrivi nel modo giusto. Il fascino di Ismael è estremamente legato a caratteristiche che nella vita reale, il più delle volte, è meglio evitare.

Un’altra critica che mi sento di aggiungere sta nella scrittura di alcune parti relative ai gesti dei protagonisti. Intendo proprio movimenti del corpo, a volte troppo teatrali e improbabili, altre descritti in maniera assolutamente incomprensibile. Difficile capire se la mancanza sia dell’autrice o delle editor. Comunque si tratta di momenti molto brevi, che non inficiano assolutamente sulla trama.
Stelle e Ottone” rappresenta il primo volume della saga romantasy (fantasy+romance) The Hidden Society, un progetto in quattro volumi scritti da quattro giovani autrici italiane, e ambientati in altrettante città italiane e relativi mondi magici.

Una menzione speciale alla cura dell’edizione da parte de “Il Castoro”. Il volume è semplicemente bellissimo, la copertina dorata e il bordo disegnato, all’interno un’illustrazione dei protagonisti staccata dalle pagine del libro, l’aggiunta del gadget segnalibro/carta dei tarocchi, che la protagonista riceve durante la vicenda, ne fanno un libro da tenere in bella vista.
Il consiglio, quindi, non è solo all’acquisto, ma all’acquisto nell’edizione cartacea.

IL CASTORO OFF‘ è una nuova collana nata lo scorso gennaio per promuovere la narrativa fantastica e di genere e sottogenere (Romance, Fantasy, Romantasy, Mistery, Horror, Fantascienza) di voci e scritture nuove.

Il mio vito finale è di 4.5/5