Passeggiando per Bruxelles potreste imbattervi in questa targa che ricorda il “dramma” avvenuto tra Rimbaud e Verlaine nel 1873.

Come da copione per due artisti maledetti, le vite di Paul Verlaine e Arthur Rimbaud furono consumate da una controversa storia d’amore che portò Verlaine a lasciare la moglie e il figlio per il giovane Arthur.
Forse qualcuno ricorderà il film del 1995 con un giovanissimo Leonardo di Caprio: Poeti dall‘inferno (Total Eclipse) diretto da Agnieszka Holland con una sceneggiatura tratta dall’opera teatrale di Christopher Hampton.


Fu proprio a Bruxelles, nel luogo dove oggi trovate questa targa, che Rimbaud informò Verlaine della sua intenzione di porre fine alla loro tumultuosa relazione.
Paul Verlaine, furioso e affranto, chiuse Rimbaud nella loro stanza d’albergo, tirò fuori una pistola e gli sparò ferendolo ad un polso. Sopraffatto dal senso di colpa, Verlaine accompagnò Rimbaud al vicino Hôpital Saint Jean, Rimbaud fu medicato e decise di non sporgere denuncia ma spaventato dalla reazione dell’amante volle tornarsene a Parigi.
Verlaine accompagnò Rimbaud alla Gare du Midi, ma quando raggiunsero Place Rouppe, Paul mise di nuovo mano alla pistola. Oltremodo sconvolto da questa seconda furia, Rimbaud corse a trovare un poliziotto e alla fine decise di sporgere denuncia. Verlaine fu portato alla stazione di polizia e nonostante i successivi tentativi di Rimbaud di ritirare le accuse contro Verlaine, quest’ultimo fu condannato a due anni di prigione, di certo l’omosessualità e le opinioni politiche di Verlaine influirono negativamente sul giudizio dei giudici.
Per oltre cento anni, a seguito di una decisione dell’amministrazione giudiziaria belga, il fascicolo del caso Rimbaud-Verlaine è rimasto segreto e inaccessibile. Solo nel 2004, in occasione del 150 ° anniversario della nascita di Rimbaud, il rapporto della polizia è stato reso pubblico. Parti di questo rapporto, così come le lettere di Rimbaud a Verlaine, sono conservate negli Archivi della città di Bruxelles e nella Bibliothèque Royale Albert I.