Friends è la serie TV con cui intere generazioni, chi più chi meno, sono cresciute, hanno sorriso, riso, preso spunto, si sono fatte influenzare nel look, hanno sgocciolato quale lacrimuccia e passato ore serene. Siamo tra quest*. E le lacrime sono anche le nostre. Sembra quasi di stare assistendo alla morte definitiva degli anni Novanta. In questi ultimi giorni, queste intere generazioni sono in lutto per la scomparsa prematura (aveva solo 54 anni) di Matthew Perry, attore diventato famoso per il ruolo dell’affascinante e sarcastico Chandler Bing nell’intramontabile sit-com televisiva Friends.
Matthew Langford Perry nacque a Williamstown in Massachusetts nel 1969, crebbe però in Canada con la madre, ex segretaria stampa del Primo ministro canadese Pierre Trudeau, una piccola curiosità è da dire qui: il figlio di Pierre Trudeau, Justin, è l’attuale primo ministro canadese e pare che fosse un grande amico di Perry,
Approdato a Los Angeles in giovane età Perry ottenne del piccoli ruoli tra il 1987 ed il 1988, partecipò a Beverly Hills 90210 nella prima stagione, dando volto al campione della West Beverly High, poi ebbe la svolta nel ’94 quando venne scelto dalla NBC per il ruolo di Chandler in Friends. La fortunata serie, creata da David Crane e Marta Kauffman, è stata prodotta dal 1994 al 2004. L’ultimo episodio é andato in onda nel maggio del 2004 ha tenuto davanti agli schermi di tutto il mondo ben 52,5 milioni di persone, diventando il quarto finale di serie più visto della storia della televisione e l’episodio più visto del decennio. Chandler, il personaggio interpretato da Perry, è uno dei più amati della serie soprattutto per le sue battute ironiche e sarcastiche.
«Ciao, sono Chandler e faccio battute quando sono a disagio»
Matthew Perry era molto famoso e sicuramente benestante ma, fatto salvo i primi tempi di Friends dove cercava di non far trapelare nulla, non ha mai nascosto di avere seri problemi di alcolismo e di dipendenza da droghe e farmaci. Pare che la dipendenza da l’alcool sia iniziata da giovane, prima dell’inizio delle riprese di Friends ma con l’arrivo del successo la situazione sia peggiorata; secondo quanto scrive lui stesso nell’autobiografia, edita in Italia da La Nave di Teseo nel 2022, ‘Friends, Amanti e la Cosa Terribile‘ si poteva capire se in un periodo specifico era l’alcool o la droga il suo problema. Si poteva intuire dal suo peso, dice: «Quando sono più in carne, è l’alcol; quando sono magro, sono le pillole. Quando ho il pizzetto, sono molte pillole». Perry ha cominciato presto a parlare delle sue dipendenze per cercare di creare maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto ad un problema tanto grave quanto diffuso. In un’intervista di presentazione dell’autobiografia, a fine 2022, Perry raccontò che fino ad un certo punto era riuscito «più o meno a gestirsi», ma a 34 anni, verso la fine di Friends, era «davvero incastrato in un sacco di guai»: sostiene di essere arrivato a prendere 55 pastiglie di Vicodin al giorno e a pesare 58 chili. L’incontro di Perry con il Vicodin deriva da un incidente con una moto d’acqua durante le riprese di un film, gli venne prescritto il farmaco noto anche come idrocodone, ovvero un antidolorifico oppiaceo che viene utilizzato per il trattamento del dolore. L’abuso di questo farmaco unito all’uso anche di metadone, alcool, cocaina benzodiazepine e anfetamine lo ha portato a sviluppare una forte pancreatite e ad avere problemi di memoria. E’ stato ricoverato per la prima volta in una clinica di recupero nel 2001. Ha affermato durante un’intervista BBC di non ricordare completamente tre anni della sua vita. E’ entrato e uscito dalle cliniche di recupero un totale di 15 volte. Ha confessato nel suo memoir di aver mentito ai medici, di essere ricaduto innumerevoli volte nella dipendenza e di essersi fatto portare le droghe addirittura mentre era ricoverato. Tutto questo lo portò a sottoporsi a ben 14 interventi chirurgici legati all’abuso di alcool e droga. Era consapevole di essere malato e che sarebbe stata una malattia che non l’avrebbe mai abbandonato, ma era anche cosciente del fatto che con l’aiuto giusto si sarebbe potuta gestire. E provava a farlo.
Nel luglio del 2019, subì una perforazione del colon per l’abuso di oppioidi e passò due settimane in coma, cinque mesi in ospedale e nove mesi con un sacchetto per stomia.
Rischiò di morire anche due anni dopo, con un arresto cardiaco mentre si trovava in una clinica di recupero in Svizzera.
«Soffochiamo i nostri sentimenti anche a costo dell’infelicità eterna. Ti sembra una buona idea?»
La storia della sua vita e di come abbia cercato di aiutare gli altri la si trova ben spiegata e perfettamente raccontata nella sua autobiografia che in lingua originale si intitola Friends, Lovers and the Big Terrible Thing; un bestseller già prima della dipartita dell’attore, inizia con questa frase, alquanto profetica e dove racconta il successo ricevuto con Friends, ma anche la battaglia contro l’alcool e la droga che l’hanno portato vicino alla morte più di una volta.
Salve, il mio nome è Matthew Perry, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere morto.
Racconta anche che esistono due tipi di dipendenti dalla droga:
«Quelli che vogliono andare su, e quelli che vogliono andare giù. Io volevo sciogliermi sul divano e sentirmi benissimo».
In un’intervista del 2022 al New York Times disse di essere piuttosto in salute e di essere pulito da ben un anno e mezzo, ma nonostante questo contava ogni giorno della sua vita. Mettendosi a nudo, Matthew Perry si è impegnato moltissimo per aiutare altre persone affette, come lui, da dipendenze e diffondere consapevolezza su tematiche quali l’abuso di alcool e la dipendenza da droghe e farmaci. A suo dire, il solo fatto che anche una persone famosa soffrisse di tali problemi era un bel punto di partenza per rendersi conto e poter chiedere aiuto, farsi ascoltare e, magari, guarire.
«Vorrei essere ricordato come qualcuno che ha vissuto, ha amato pienamente. E la cosa fondamentale è che voglio essere ricordato come qualcuno che voleva aiutare le persone. Questo è quello che voglio. La cosa migliore di me è che se qualcuno viene da me e dice: ‘Non riesco a smettere di bere, puoi aiutarmi?’ Posso dire ‘sì’ e posso davvero aiutarlo. Quando morirò, non voglio essere ricordato solo per Friends. Mi piacerebbe che venisse ricordato il fatto che ho imparato ad essere sobrio e che posso aiutare gli altri a fare lo stesso. E vivrò il resto della mia vita provandoci.»”
Dopo essere entrato e uscito più volte dalle cliniche di recupero, Perry si impegnò quindi fortemente per aiutare gli altri a guarire, fino a trasformare la sua villa di Malibù in una clinica per persone con problemi di dipendenza: La Perry House. Negli ultimi tempi Matthew Perry aveva parlato tantissimo di quanto lo rendesse orgoglioso aiutare gli altri a superare le loro dipendenze. Era campione di arguzia e autocritica.
Molte celebrità hanno ricordato Matthew: Adele ha dedicato la sua canzone We Were Young durante la serata al Colosseum at Ceasers Palace Grazie, e facendo un discorso in onore di colui che ha dato vita al miglior personaggio comico di tutti i tempi. Non solo la cantante pop, ma anche Charlie Puth ha voluto omaggiare Perry, durante un concerto a Melbourne, con una performance toccante dove ha suonato con il pianoforte la melodia della celebre colonna sonora di Friends, I’ll be there for you e successivamente See You Again suo brano, in collaborazione con Wiz Khalifa, diventato famoso in modo dolceamaro in quanto è stato dedicato al compianto Paul Walker, star di Fast & Furios.
Sicuramente sarà impossibile dimenticare Matthew Perry, per il personaggio che ha interpretato e per la sua battaglia continua contro il demone della dipendenza. Sembra davvero di aver perso un amico. E non possiamo che andarlo a cercare nei suoi film, in Friends oppure leggerlo nel suo memoir. Non possiamo che vederlo come un testamento, una freccia di conoscenza lanciata da un uomo che ha tentato di vincere una battaglia durissima. E lo ha fatto anche tentando di aiutare gli altri a vincere, sperando che alcuni oltre alla battaglia vincano anche la guerra.
Quando morirò, non voglio essere ricordato solo per Friends. Mi piacerebbe che venisse ricordato il fatto che ho imparato ad essere sobrio e che posso aiutare gli altri a fare lo stesso.
Lo faremo, ti ricorderemo per questo e per tutto il resto.
Ciao Matthew… che la terra ti sia lieve.
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Valutazione: ✓✐✐✐✐ – Casa Editrice: Leggere Editore
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Nora Roberts ti invita a incontrare Parker, Emma, Laurel e Mac, quattro amiche d’infanzia nonché fondatrici di Promesse, una delle società di wedding planning più famose d’America. Dopo anni trascorsi a realizzare i sogni di centinaia di spose, garantire un giorno perfetto pieno di ricordi preziosi è quanto queste donne sanno fare meglio.
Mac Elliot è una fotografa di successo, e a confermarlo ci sono le prime pagine delle riviste più prestigiose. Dietro l’obiettivo si sente perfettamente a proprio agio, sempre pronta a catturare quei momenti felici che non ha mai provato sulla propria pelle. Il padre si è rifatto una vita, mentre la madre pretende da lei denaro e attenzioni costanti. Poi un giorno, durante una riunione di lavoro, la sua esistenza prende una piega inaspettata… Perché un flirt può trasformarsi in qualcosa di speciale quando meno te l’aspetti… E ora, con l’aiuto delle sue migliori amiche, Mac dovrà imparare a costruire il proprio album di ricordi felici. Un’indimenticabile storia d’amore e di amicizia, dove gli istanti più imprevedibili della vita trasformano una semplice fotografia in una grande opera d’arte.
Sin da piccola Emma ha adorato le storie d’amore coronate da un lieto fine, ma non avrebbe mai immaginato che la sua passione si sarebbe trasformata in un lavoro: allestire addobbi floreali per i matrimoni. Sa tutto sui fiori e i bouquet da sposa… e anche sugli uomini. È la rubacuori del quartetto, ma è anche molto esigente: non smetterà mai di cercare l’uomo che sarà in grado di cambiarle la vita. E mai avrebbe immaginato di trovarlo così vicino, o meglio di riconoscerlo dopo così tanti anni… Perché l’uomo che la farà capitolare è proprio il suo migliore amico. Ma quando i due si confessano reciproco amore, le cose in agenzia iniziano a farsi difficili. I legami duraturi non sono mai stati il forte di Jack, mentre Emma cerca una storia che sia per sempre. Riusciranno a trovare un equilibrio? Può l’amicizia trasformarsi in amore? Se decideranno che sono fatti l’una per l’altro, dovranno abbandonarsi alle sorprese del destino, e alla forza di un sentimento pronto a superare qualsiasi ostacolo.
Laurel crede fermamente nell’amore…E questo traspare dalle sue creazioni: delle splendide torte nuziali. Ma non le basta. Vorrebbe al suo fianco un uomo intelligente e pieno di carattere, proprio uno simile al fratello maggiore della sua amica Parker. Lui popola i suoi sogni da sempre, ma le sembra irraggiungibile. Se vorrà trasformare un momento di passione in una storia intramontabile, Laurel dovrà mettere a tacere i propri dubbie riuscire a crederci fino in fondo.
Parker è la figura di riferimento dell’agenzia, quella che traduce in realtà i sogni delle future spose. Tuttavia, in quanto a relazioni sentimentali è un totale disastro. Il lavoro sembra essere la sua unica ragione di vita. Ma fino a che punto si può comandare al cuore? Forse Malcom è ciò di cui ha bisogno, sempre che entrambi siano disposti a trasformare un semplice flirt in un legame speciale, e a dare nuovo senso ai loro giorni mettendo in gioco il futuro e il concetto stesso dell’amore.
Dicono dell’autrice.
Nora Roberts, all’anagrafeEleanor Marie Robertson, classe 1950, è una scrittrice statunitense. È stata la prima autrice ad essere inserita nella Romance Writers of America Hall of Fame. Ha scritto anche molte opere con gli pseudonimi di J.D. Robb, Sarah Hardesty e Jill March. Fino al 2006, i suoi romanzi erano già apparsi per ben 660 settimane nella lista dei bestseller del New York Times. Oltre 280 milioni di copie dei suoi libri sono in stampa, di cui 12 milioni di copie vendute nel solo anno 2005. I suoi romanzi sono stati pubblicati in 35 paesi. La maggior parte dei suoi romanzi è ambientata ad Ardmore, contea di Waterford. Ha scritto più di 150 romanzi, per lo più di romanticismo, fantasy o suspense. Ha vinto numerosi riconoscimenti.
Cosa ne pensiamo noi:
Allerta spoiler.
Se non siete romantiche, probabilmente non apprezzerete questa serie. Al contrario, se lo siete, anche solo un pochino, o fate finta di non esserlo ma in realtà lo siete e volete leggere qualcosa di piacevole allora Nora Roberts è il vostro biglietto per Sognolandia.
Considerata universalmente “la regina del rosa”, a mio parere soprannome azzeccatissimo, è capace di far fantasticare ad occhi aperti. Ammetto di essere di parte essendo una sentimentale di prima categoria.
Con il ‘Quartetto della Sposa’ la Roberts regala alle sue lettrici una tetralogia che conduce nel luogo dove i sogni divengono realtà. Si rimane in quel bel sogno, finché non viene girata l’ultima pagina e ti ritrovi nel mondo reale, ma con il sorriso sulle labbra.
Come affermato dalla stessa autrice: ” Non scrivo storie di Cenerentole che sperano che il principe azzurro venga a salvarle mentre se ne stanno sedute in poltrona. Sono donne indipendenti che ce la fanno anche da sole. Il ‘principe’ è qualcosa in più, un semplice complemento, ma mai l’unica risposta ai loro problemi. ” Parker, Emmaline, Laurel e Mackensie sono donne indipendenti, con un passato alle spalle con cui a volte è difficile convivere. Hanno caratteri differenti: ognuna ha i suoi sogni ed i suoi obiettivi e sono unite da una profonda amicizia che dura nel tempo, ossia da sempre. Da piccole il loro gioco preferito era ‘Matrimonio’ ed ora, quel gioco da bambine, è diventato il loro futuro. Organizzare matrimoni, pacchetto completo.
Organizzazione, fotografie, torta e fiori. Creare il giorno perfetto è la regola di Promesse.
Attraverso i quattro libri si diramano le storie di queste quattro protagoniste che s’intrecciano con altri personaggi, non per questo meno importanti, anche se la vera padrona in tutti e quattro i romanzi è sicuramente la tenuta Brown.
Il mio personaggio preferito è sicuramente Maureen Grady, detta Signora G, la governante e un po’ la ” mamma” di tutte e quattro le ragazze, sopratutto di tre di loro. Tutte dovremmo avere una Signora G nella nostra vita.
Non ricordo molto bene come sono finita ad avere tra le mani questi quattro romanzi – letti tanti anni fa nel pieno del mio, meraviglioso e devastante, periodo adolescenziale – e, ad oggi, si conferma una delle mie serie preferite sul genere rosa e una della migliori che io abbia mai letto. Sono contenta di aver approfittato dell’improvviso tempo a disposizione per potermi dedicare ad una rilettura. Il “ripasso” dopo anni è stato come leggere tutto dall’inizio: alcune cose non le ricordavo, altre mi hanno fatta ridere e ammetto, in qualche parte ho anche avuto la lacrima facile, per questo però incolpo polline e alla mia non allergia.
Ho detto che sono sentimentale?
Dovrei domandarmi se non ho aspettative troppo alte dopo aver letto Nora Roberts. Probabilmente dovrei farle causa per avermi illusa. È stato piacevole ritornare nel mondo dei sogni diventano realtà almeno per un po’.
La lettura è fluida, i dialoghi sono diretti e a tratti molto divertenti e dopo aver finito la lettura di tutti e quattro i romanzi sono certa che un po’ vi mancheranno queste quattro donne. Perché oltre alla Signora G ci meritiamo anche quattro amiche come Parks, Emma, Laurel e Mac.
Al termine mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più sulle loro vite, sul dopo, ma purtroppo Nora Roberts non ha scritto nient’altro e allora volo con la fantasia dando il mio personale lieto fine alle mie nuove amiche immaginarie.