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Bookclub n.2 – Racconti africani

di Giulietta Frattini


Leggere deve essere un piacere e farci rilassare dopo una lunga giornata… ma se si arriva a casa troppo stanchi? Ma i social? Ma gli altri mille problemi [cit. Orietta Berti]?

Per questo io e altre 8 ragazze abbiamo deciso di inventarci un Bookclub per “forzarci” a leggere e non solo: scoprire nuovi libri, rileggere classici e consigliare alle altre i nostri libri preferiti, con l’obbiettivo di parlare del libro tutte assieme dopo un mesetto.

Ed ecco il secondo libro che abbiamo scelto: Racconti africani di Doris Lessing. 

Di seguito vi propongo la trama e la mia personale opinione su questo romanzo (attenzione ai piccoli spoiler).

Trama

Lo sfondo di questi undici racconti è il grandioso e lussureggiante paesaggio della Rhodesia, l’attuale Zimbabwe, dove Doris Lessing trascorse l’infanzia e l’adolescenza quando questa regione faceva parte dell’impero britannico. Le vicende si svolgono in anni in cui la questione razziale, non ancora esplosiva, incomincia ad affacciarsi alla coscienza dei figli e dei nipoti dei primi coloni inglesi: emblematico è il racconto intitolato Il vecchio Capo Mshlanga, in cui una ragazza inglese nata e cresciuta sotto “l’antico sole africano” si rende conto, a poco a poco, dell’infondatezza dei pregiudizi dei bianchi e scopre l’insopportabile solitudine alla quale ella stessa è condannata dalla barriera razziale.

Autrice

Doris Lessing (Kermanshah, 1919 – Londra 2013) ha costellato la sua carriera letteraria di successi, riconoscimenti e premi fino a conseguire nel 2007 il Nobel per la letteratura. In conflitto con la madre, Doris a soli quindici anni lasciò la casa natale per lavorare come bambinaia e poco dopo sposò il suo primo marito. Il conflitto con la madre e i problemi matrimoniali sono elementi ciclicamente ricorrenti nelle sue opere. Anche l’impegno politico e la situazione africana sono focus presenti in molti dei suoi lavori: il romanzo d’esordio “L’erba canta”, dato alle stampe una volta trasferitesi a Londra, è incentrato precisamente sulla questione razziale in Sudafrica.

Recensione

Secondo libro, secondo Premio nobel per la letteratura (2007).

Io, onestamente, non ho letto nulla di Doris Lessing al di là della fantascienza, quindi ero molto incuriosita dal leggere una letteratura diversa, sotto forma di racconti, un escamotage narrativo che apprezzo per avere delle pause durante la lettura.

Quello che mi aspettavo era leggere racconti “turistici” che mi tratteggiassero un’Africa che si affacci all’era coloniale ma descritta attraverso gli occhi della giovane autrice, una ragazza bianca, ma ho trovato qualcosa di diverso… racconti belli e scritti bene, ma che solo nella totalità della raccolta si percepisce essere in Africa, mentre se presi singolarmente presentano una nascente società che poco si discosta da quella delle campagne inglesi: uomini sempre al lavoro, donne sole in casa con i domestici, l’indifferenza della natura al passaggio umano e la precarietà economica.

Il mio racconto preferito è “la magia non è in vendita” in cui ho seguito la crescita di Teddy e visto l’emergere del sentimento razziale, ma ancora una volta l’Africa (rappresentata dal vecchio cuoco) non si piega del tutto ai nuovi padroni (non rivelando il nome della pianta e prendendosi pure gioco del medico di città) che accettano la cosa proprio per questa forza indomabile del territorio e della sua popolazione. Altri che mi sono piaciuti sono “una moglie scomoda”, anche se in realtà questo racconto mi ha detto poco o nulla, la fine mi ha fatto ridere e rabbrividire al tempo stesso; “Una modica invasione di locuste” che mi è sembrato un vero racconto africano! mi è piaciuto molto per quanto sia troppo corto: avrei voluto vedere come si sarebbero di nuovo sollevati nonostante la brutalità della natura africana.

Parlando di quello che non mi è piaciuto invece. “Inverno in luglio” è un racconto di per sè lungo e noioso, ma la cosa che mi ha più infastidito è che non aggiunge nulla alla raccolta dal momento che non ho percepito una differenza di ambientazione rispetto all’Inghilterra – se fossimo stati a New York non sarebbe cambiato nulla e forse sarebbe stato anche più realistico – seguiamo i drammi amorosi di questa coppia di fratelli e della moglie di uno di loro che non sembra sapere chi e cosa voglia davvero. Simile anche “Lucy Grange” in cui la protagonista sembra una donna intelligente e sicura di sè, ma si è velocemente trasformata in una donna che non riesce ad apprezzarsi senza che ci sia qualcuno ad adularla, a cui basta una parolina gentile che subito si butta tra le braccia del primo che passa.

L’ambiente in cui si svolgono i racconti appare costituito da paesaggi aspri, ma anche variegati e coloratissimi e mi sono piaciute molto le descrizioni attraverso i giusti termini (bush, veld, vlei, kopje e kraal, usati proprio nel primo dei racconti “Il vecchio capo Mshlanga”). Tuttavia la maggior parte dei racconti presenti ha reso il libro un po’ pesante da leggere e ne ha dilatato la lettura nel tempo.

Voto complessivo: 2,5/5

Al prossimo appuntamento

Con il libro: Il mondo nuovo di Aldous Huxley
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Avvento e libri: 5 libri sui gatti

Animale misterioso e indipendente, sfuggente ma dolcissimo e carezzevole, nella letteratura il gatto è fortemente presente. Origine dell’ispirazione per diversi poeti e romanzieri, il gatto è protagonista di tanti libri, favole e storie di ogni tempo.
Una selezione è difficile tra le molte opzioni ma ne abbiamo scelti cinque:

‘Io sono un gatto’ di Natsume Soseki

Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l’era Meiji sta per concludersi dopo aver realizzato il suo compito: restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Il potere feudale dei daimyo è un pallido ricordo del passato, così come i giorni della rivolta dei samurai a Satsuma, e l’esercito nipponico contende vittoriosamente alla Russia il dominio nel Continente asiatico. Per Nero, il gatto di un vetturino che spadroneggia nel quartiere in cui si svolge questo romanzo, i frutti dell’epoca moderna non sono per niente malvagi: ha un pelo lucido e un’aria spavalda impensabili fino a qualche tempo fa per un felino di così umile condizione. Per il protagonista di queste pagine, invece, un gatto dal pelo giallo e grigio, che i suoi simili sbeffeggiano chiamandolo “Senza nome”, le cose non stanno così: dinanzi ai suoi occhi si dispiega tutta l’oscura follia che aleggia in Giappone all’alba del XX secolo. Il nostro eroe vive a casa di un professore che si atteggia a grande studioso e che, quando torna a casa, si chiude nello studio.


Gatti molto specialidi Doris Lessing

Nella vita di Doris Lessing i gatti hanno sempre avuto un ruolo molto importante. Ci ha sempre convissuto, ha imparato presto a conoscerli. Il primo gatto risale ai tempi della Persia, quando aveva tre anni. Poi da bambina, in Africa, dove ne era letteralmente circondata: i selvatici, che andavano tenuti lontani da quelli di casa, e i domestici, che a loro volta subivano il richiamo della natura. Da allora una lunga confidenza ha unito la scrittrice ai felini, in un rapportarsi sempre intenso, felice in certi casi, drammatico in altri. A Londra ha avuto animali più cittadini, ormai adeguatisi alla vita umana e abituati a relazionarsi con i padroni. E qui i sentimenti si fanno ancora più profondi e complessi. In particolare con i due con cui vive, uno grigio e l’altro nero, dalle psicologie così diverse tra loro. Di molti dei gatti conosciuti Lessing descrive carattere, temperamento, gusti e, con la stessa lucidità con cui ha analizzato se stessa e la società umana nei suoi libri, qui ha saputo guardare al mondo felino, alle qualità che lo fanno insieme simile e dissimile al nostro. In un libro che svela l’autentico, complicato, particolare, in fin dei conti impenetrabile per noi, linguaggio dei gatti.


Io e i miei gattidi Bohumil Hrabal

Una sorta di poemetto in prosa dove l’avvitamento del protagonista nella spirale dell’incubo in cui precipita per via dei suoi amati gatti è reso dal ritorno di frasi uguali, come in un canone a più voci, e la narrazione procede per echi interni di parole, mentre sequenze tra loro lontane si rimandano l’un l’altra, come nel gioco di specchi di una mente in delirio… All’inizio sembra davvero di vivere in un idillio che però, con l’irreversibilità di un meccanismo a orologeria, si trasforma per il narratore in un bizzarro e allucinato «racconto nero», col conseguente corollario di rimorsi e sensi di colpa.


‘Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’ di Luis Sepúlveda 

I gabbiani sorvolano la foce dell’Elba, nel mare del Nord. “Banco di aringhe a sinistra” stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C’è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l’uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l’amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l’aiuto di tutti.


‘Il gatto che voleva salvare i libri’ di Sosuke Natsukawa

La libreria Natsuki è un luogo speciale: un negozio polveroso e solitario, dove gli amanti della lettura possono trovare, tra le pagine dei grandi capolavori di tutto il mondo, un’oasi di pace, un rifugio lontano dal frastuono della quotidianità. Quando il proprietario, uomo colto e appassionato, muore improvvisamente, il nipote Rintaro, un ragazzino timido e introverso, eredita la libreria. Il nonno si è preso cura di lui dopo la morte di sua madre e, ora che è scomparso, Rintaro deve imparare a fare a meno della sua saggezza dolce e pacata. La libreria è sull’orlo del fallimento: un’eredità pesante per il ragazzo, anche perché i segnali dal mondo sono piuttosto scoraggianti: poca gente è davvero interessata alla lettura. Un giorno, mentre Rintaro si crogiola malinconico nel ricordo del nonno, entra in libreria un gatto parlante. Nonostante le iniziali perplessità del ragazzino, il gatto lo convince a partire per una missione molto speciale: salvare i libri dalla loro scomparsa. Inizia così la storia di un’amicizia magica: un’avventura che li porterà a percorrere quattro diversi labirinti per risolvere altrettante questioni esistenziali sull’importanza della lettura e sulla forza, infinita e imperscrutabile, dell’amore.