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Un raggio di buio, Ethan Hawke – RECENSIONE

L’ultimo romanzo di Ethan Hawke, A Bright Ray of Darkness – Un raggio di buio (SUR, 2022) parla della complessità di una persona che fa i conti con se stesso, in tutte quelle parti che sono spesso contraddittorie e, se vogliamo, anche antipatiche.
I precedenti lavori autorali erano meno personali forse, di certo io li avevo apprezzati moltissimo. Questo però è diverso, più difficile.
Il narratore e protagonista è un attore, padre, marito, fedifrago e aspirante vero artista. L’alter ego di Hawke si chiama William Harding e non cerca solo di lavorare come attore, ma di creare opere che siano artisticamente significative.

Solo perché soffri, non vuol dire che si sia qualcosa che non va.

Incontriamo William a Broadway alle prese con una produzione teatrale shakespeariana, l’importante e ambizioso Enrico IV (lui interpreta Hotspur), di un acclamato regista e che può contare su un cast eccezionale. La star di Hollywood deve mettersi alla prova come attore di teatro: può reggere il confronto in una compagnia teatrale di livello? Può rendere giustizia al Bardo e può irretire le orecchie e gli occhi di Broadway? 


Preferiremmo andare in rovina piuttosto che mutare
Morire piuttosto nella nostra paura
Che salire sulla croce di ogni giorno
E lasciar morire le nostre illusioni.
(W.H. Auden, L’età dell’ansia)


Lotta per lasciarsi alle spalle una vita di pettegolezzi scandalistici, paparazzate e glamour hollywoodiano, per dimostrarsi un attore degno e serio.

Guardalo l’amore che muore: quello sì che è una pallottola che sfonda i carri armati. Quando i bambini da portare a scuola, le lavatrici da stendere e i piatti da lavare piovono sulle braci del tuo matrimonio come una pisciata su un falò all’alba. E l’unica cosa che ti resta è tanto di quel fumo che ti pare di soffocare. A quel punto il cuore ti smette di battere. E se ti succede a trentadue anni, mi spiace per te.


Purtroppo viene ributtato incessantemente di fronte al suo passato a causa dei problemi irrisolti con la sua amata, e ormai quasi ex, moglie famosa che però ha tradito. La paternità è l’unica cosa stabile nella sua vita, anche l’unica che sembra venirgli bene spontaneamente. 

Ovviamente risulta un romanzo autobiografico. È difficile non solo dimenticare che l’autore è un pluri-candidato all’Oscar e un artista straordinario sul palco, sullo schermo e in televisione. È anche difficile non pensare al passato similare dell’attore-autore. 
Bisogna operare uno sforzo e cancellare queste nozioni, per arrivare al netto del libro. Un romanzo su un uomo, un attore, alle prese con le difficoltà della vita.

Il tempo, da solo, non guarisce proprio niente. Il tempo può far dimenticare: ma non raddrizza le cose semplicemente passando. Bisogna tornare alla fonte e riparare quello che si è rotto.

William non risulta piacevole: è difficile simpatizzare con lui perché sembra sbagliare in continuazione e va a cacciarsi in situazioni pericolose, misogine, sicuramente malsane e certamente ammantate di vanità. Ma un personaggio non deve essere simpatico, e nemmeno per forza un eroe senza macchia per attirare i lettori. 

Per la mia testardaggine e la mia stupida presunzione, mi puoi perdonare?


Inutile dire che leggendo continuavo a sperare che William potesse cambiare drasticamente. Smettere di fumare, bere e cercare la condiscendenza…per cominciare.
Ma no: è un po’ ipocrita, un po’ imbroglione e anche un essere umano consapevole dei propri errori ma che forse tenta troppo poco per cambiare se stesso. 
È solo sul palco che sembra sentirsi vivo e vibrante. Questa è una triste verità per un attore: è più a suo agio nell’essere qualcun altro che non se stesso. Certamente cerca e ottiene consigli non richiesti da una sfilza di persone. A volte, si droga o beve alcol come se fosse acqua. O regala un cucciolo ai figli…
William Harding è sempre in attesa di qualcosa. 
Il romanzo ci ricorda di smettere di aspettare e di iniziare a fare. 

Non ti far ingannare, non c’è niente di più emozionante di ciò che è. Il prossimo istante non sarà più speciale di questo che stiamo vivendo. Proprio questo qui. Tutti i momenti della nostra vita sono indistruttibili. Capisci? “Essere o non essere” non vuol dire ammazzarsi o meno, significa porsi la domanda: Hai intenzione di essere sveglio e presente rispetto alla tua vita? Lo capisci che l’oggi non è un ponte verso un altro posto?

Scommetto che molti lettori prenderanno Un raggio di buio e penseranno: “oh, proprio quello di cui abbiamo bisogno: un altro attore riccone bianco e privilegiato che si lamenta delle carenze del suo mondo”. Anche a me è successo in alcune parti, lo ammetto.
Ma poi ho anche pensato che solo perché la posizione di qualcuno è elitaria, diversa o privilegiata non significa automaticamente che possiamo etichettarla come irrilevante. E poi Hawke ci racconta i retroscena di una produzione teatrale e raggiunge momenti di amore per la drammaturgia che sono evidenti pezzi di verità.

Se provi e riprovi il discorso di Amleto di fronte agli attori, se lo provi mille volte, quando arriva il momento quel discorso lo reciti bene. Se non lo provi abbastanza, no. La sorte è quello che resta dopo la pianificazione

Tutti vorremmo che le nostre vite rappresentassero qualcosa di profondo e vero ma, dentro nel profondo, siamo tutti un grande casino. 
Siamo tutti delusi e deludenti, un raggio di buio. Va bene…purché lo sappiamo e possiamo andare oltre. 
E anche questo romanzo, scritto in maniera davvero egregia, ci aiuta ad andare oltre.

Vivi e ama la tua miseria


E ditemi se è poco.



Quarta di copertina: William è un giovane attore di talento che ha raggiunto il successo a Hollywood e ha davanti una nuova sfida: debuttare a Broadway nell’Enrico IV di Shakespeare. Ma alla vigilia dell’inizio delle prove una sua scappatella finisce su tutti i giornali e i siti di gossip: William dovrà gestire una seria crisi familiare insieme alle dinamiche di gruppo all’interno della compagnia teatrale, in vista di una delle performance più importanti della sua carriera. Un romanzo autobiografico e corale che racconta la tensione fra vita privata e immagine pubblica, e alla possibile disumanità della fama e del successo contrappone la potenza della creazione artistica.


Chi è Ethan Hawke?

Ethan Hawke nasce ad Austin, in Texas, il 6 novembre del 1970. I suoi genitori, James Steven e Leslie Carole, decidono di trasferirsi in New Jersey poco tempo dopo e in breve arrivano alla separazione. La madre parte per la Romania, dove è tuttora impegnata in attività di volontariato e sostegno alla popolazione locale. Ethan, invece, rimane negli USA, col padre e il fratello, e già al liceo sceglie di studiare recitazione presso il McCarter Theater di Princeton, prima, e poi in Inghilterra e a Pittsburgh. Attore, sceneggiatore, scrittore e regista statunitense, Ethan Hawke inizia a recitare da adolescente, percorrendo una carriera che l’ha portato a divenire, negli anni ’90, una star a tutti gli effetti. Tra personaggi complessi e delicati, la sua formazione teatrale è stata valida alleata per mettere in risalto tutte le sue capacità, fino al raggiungimento del ‘prestigio’ e del rispetto di cui gode oggi, da parte di tutto il panorama Hollywoodiano.

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ANTEPRIMA: Un raggio di buio, il nuovo libro di Ethan Hawke

Uscirà il 30 marzo 2022, edizione SUR, il nuovo romanzo di Ethan Hawke dal titolo ‘Un raggio di buio’ (A bright ray of darkness).
Hawke è (forse) più famoso come attore ma è anche regista, sceneggiatore e scrittore affermato, questa è la quarta opera letteraria (tradotta in italiano) del noto autore/attore/cineasta americano, dopo il promettente esordio del 1996 con L’amore giovane e la conferma con Mercoledì delle Ceneri, seguiti da Le regole del cavaliere (edizioni Sonda).

A PROPOSITO DI Un raggio di Buio

La copertina dell’edizione Knopf (2 febbraio 2021)

L’appassionante storia di un giovane che fa il suo debutto a Broadway in Enrico IV proprio mentre il suo matrimonio implode: un “romanzo spiritoso, saggio e sincero” (Washington Post) sull’arte, l’amore e la fama.

Il romanzo, al posto dei capitoli ha un prologo e 5 ‘atti’, è una forma di meditazione su fama e celebrità e sul potere redentore e curativo dell’arte; un ritratto delle devastazioni e della delusione che lascia un divorzio; una commovente considerazione sulla paternità e sull’essere uomini oggi; un romanzo intriso di rabbia e sesso, desiderio e disperazione; indubbiamente anche un’appassionata lettera d’amore al mondo del teatro,  Un raggio di buio mostra la qualità di Ethan Hawke come romanziere come mai prima d’ora.

Il narratore del romanzo è un giovane tormentato, disgustato da se stesso dopo il fallimento del suo matrimonio, in parte spera ancora in una riconciliazione che gli permetta di perdonarsi e andare avanti mentre goffamente, e talvolta in maniera esilarante, cerca di gestire le macerie della sua vita personale con whisky e sesso. Ciò che lo salva è il teatro: in particolare, la sfida di interpretare il ruolo di Hotspur in una produzione di Enrico IV sotto la guida di un brillante regista. 
Bruciante, crudo e assolutamente travolgente, Un raggio di buio è un romanzo da non perdere.

William è un giovane attore di talento che ha raggiunto il successo a Hollywood e ha davanti una nuova sfida: debuttare a Broadway nell’Enrico IV di Shakespeare. Ma alla vigilia dell’inizio delle prove una sua scappatella finisce su tutti i giornali e i siti di gossip: William dovrà gestire una seria crisi familiare insieme alle dinamiche di gruppo all’interno della compagnia teatrale, in vista di una delle performance più importanti della sua carriera. Un romanzo autobiografico e corale che racconta con sincerità, intelligenza e grande verve narrativa la tensione fra vita privata e immagine pubblica, e alla possibile disumanità della fama e del successo contrappone la potenza della creazione artistica.

A PROPOSITO DI Ethan Hawke

Nasce in Texas nel 1970 ma si trasferisce da bambino nel New Jersey con la madre, e inizia a prendere lezioni di recitazione. Frequenta la West Windsor-Plainsboro High School (ora più nota con il nome di West Windsor-Plainsboro High School South) e la Hun School of Princeton. Figurò in commedie teatrali scolastiche come Santa Giovanna di George Bernard Shaw. Si è iscritto due volte al programma di inglese della New York University ed è fondatore e direttore artistico della prima compagnia teatrale della città di New York, la Malaparte Theater Company. Ha anche frequentato la Packer Collegiate Institute a Brooklyn. Ha recitato in film di grandissimo successo come L’attimo fuggenteGiovani, carini e disoccupatiPrima dell’albaGattacaOnora il padre e la madre e Training Day, per il quale ha ricevuto una nomination all’Oscar. Nel 2005 è stato candidato all’Oscar anche come sceneggiatore, per Prima del tramonto. Alla carriera cinematografica unisce da sempre quella teatrale, sia come attore (è stato diretto da Tom Stoppard e Sam Mendes), che come regista. L’amore giovane, il suo romanzo d’esordio, è stato seguito da Mercoledì delle Ceneri e Le regole del cavaliere.