A cura di Rossella Lazzari
Emozionante, delicato, coraggioso, “La portalettere” (editrice Nord) è il bellissimo esordio narrativo di Francesca Giannone, un’autrice che promette di regalarci emozioni.
È la storia di Anna che, dalla sua Liguria, approda nel Salento, a Lizzanello, per amore del suo Carlo. Anna è bellissima, schiva, fiera, indipendente, completamente diversa da tutte le altre donne del sud: è – e rimarrà – una forestiera, una dalle abitudini e dai modi discutibili, una che si è messa in testa di non conformarsi alle regole non scritte e, per di più, di fare un lavoro da uomo, la portalettere. Carlo, che la ama molto, è alle prese con un vecchio amore che presenta strascichi preoccupanti e con la sua nuova attività imprenditoriale, una cantina vinicola che si rivelerà vincente.
Nel frattempo, sin dal momento in cui l’ha vista per la prima volta, Antonio, il fratello maggiore di Carlo, si è a sua volta innamorato di Anna, ma per quanto possibile cela i suoi sentimenti dietro una riservata amicizia ed un’affabilità che gli costa fatica.
Passano gli anni, i personaggi crescono e maturano, i progetti aumentano, ma Anna non perderà mai la sua fierezza e la sua indipendenza, tanto che anche alla sua morte qualcuno la chiamerà “la forestiera”.
Con uno stile fresco, moderno eppure profondo, in “La portalettere” Francesca Giannone racconta una storia antica, fatta di radici, di terra, basilico e sole, di uomini abituati alla fatica ma anche ad aver ragione per forza ed a sottomettere le donne al loro dictat.
Racconta, la Giannone, la storia della sua bisnonna le cui ultime parole furono “non voglio essere dimenticata”: una donna degli anni ’30 che non si piega e non scende a compromessi con nessuno, neanche con l’uomo che ama. Anna era una donna bella e colta, venuta dal nord e trapiantata in una terra che non era la sua, che sa essere accogliente ma anche respingente, compatta, spietata con chi non piega la testa, non si uniforma e pretende di esercitare la propria unicità, magari cambiando le cose.
Ma “La portalettere” è anche una saga familiare che racconta il coraggio di un’idea, la solidarietà della famiglia, la tenacia di donne che farebbero di tutto pur di difendere le loro famiglie e il loro amore. Tante trame diverse, tante storie si affastellano e si intrecciano in un mosaico complesso, sfaccettato, struggente e bellissimo che racconta la storia di un pezzo d’Italia di quasi un secolo fa.
Tra i vari riconoscimenti ricevuti ed oltre alle attestazioni di gradimento pressoché unanime da parte del pubblico, “La portalettere” ha da poco vinto anche il Premio Bancarella 2023 e c’è da credere che farà incetta di molti premi, tanto è bello.
A voi non posso che consigliare di leggerlo, aspettando una prossima storia di Francesca Giannone.
Il libro.

Quarta di copertina: Salento, giugno 1934. A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta? Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista. Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno. E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello. Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe. Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna.
L’autrice.

Francesca Giannone, pugliese, si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Trasferitasi a Bologna, ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Ha pubblicato vari racconti su riviste letterarie, sia cartacee sia online. Tornata a vivere a Lizzanello, il suo paese di origine in Salento, ha continuato a scrivere e a coltivare l’altra sua grande passione, la pittura; come si può vedere nel suo sito francescagiannoneart.com, il suo soggetto d’elezione sono le donne.