
copertina: I due regni – Le strade di Voros
Titolo: I due regni – Le strade di Voros
Autore: Alessia Palumbo
Casa Editrice: ekt edikit
Pagine: 540 pagine
Prezzo: € 18,00
Valutazione: ✓✐✐✐✐✐
Trama:
Farwel è riuscita a sciogliere il sigillo e ricongiungersi a Idai e ai suoi alleati, mentre il tempo della resa dei conti con la Comandante è sempre più vicino. L’Incantatrice e il visconte sono finalmente giunti a Voros, alla ricerca di antichi alleati che possano dare loro una possibilità in più per trionfare contro la Città Intera. La giovane Farwel, invece, parte per Sehiro per partecipare ai Due Regni, che le potrebbe permettere di diventare Incantatrice. Tuttavia, scoprirà che la prova non è affatto come se l’era aspettata e riuscire a superarla diventerà una corsa contro il tempo. Le Strade di Voros è il terzo capitolo della saga I Due Regni.
Recensione:
N.B. una versione di questa recensione è stata pubblicata su FantasyEra
Ed eccomi qua finalmente e nuovamente a parlare di Farwel.
Farwel che mi stregò ormai due anni e mezzo fa, quando conobbi Alessia Palumbo al salone del libro di Torino, e mi trovai a divorare i primi due volumi come non avveniva da un pezzo con altri romanzi.
Del primo libro ho scritto qui (link alla recensione del primo libro) e di una sola cosa mi spiace: di non aver fatto la recensione del secondo volume, vorrà dire che avrò la scusa in futuro per rileggerli tutti.
Veniamo a noi, la premessa è d’obbligo per tutti coloro non si siano ancora trovati immersi in quel fantastico mondo e che vorrebbero capire di cosa si tratta.
I Due Regni, quadrilogia della giovane scrittrice Alessia Palumbo. Tre dei quali già pubblicati, il quarto in fase di scrittura e/o revisione (Alessia sicuramente lo sa meglio di me).
È la storia di una giovane maga: Farwel. Maga in un mondo dove i maghi vengono perseguitati perché diversi, dove gli stessi poteri magici devono essere nascosti, dove non si è liberi di essere se stessi perché nati così.
È un mondo crudele quello in cui si muove la nostra protagonista. Costretta a nascondersi (in un modo che manco immaginereste), Farwel si ritrova, suo malgrado a diventare la luce da seguire, colei che potrebbe salvare dalla tirannia della Comandante tutta la stirpe magica.
Non voglio dilungarmi su cosa avviene nei primi due romanzi, un’idea potreste farvela leggendo la precedente recensione o altre, forse scritte meglio della mia. Oppure un enorme consiglio: leggete direttamente i libri.
Ed arriviamo al terzo volume: Le strade di Voros.
Cercherò di essere più esaustivo possibile senza incorrere in fastidiosi spoiler ma, e non me ne vogliano coloro i quali non hanno ancora letto questo capolavoro, non posso che anticipare alcune cose parlando di una storia ormai avanzata rispetto al lontanissimo inizio di questa favola…
Ritroviamo ormai in questo volume una Farwel adulta e finalmente possiamo conoscerla nelle sue vesti più care e tremende al contempo.
Finalmente facciamo la conoscenza di Farwel adulta, cosa che ci è concessa in maniera alquanto sporadica nei primi due volumi (ma non voglio dirvi come mai, altrimenti dove sta il gusto della lettura). Farwel con i pesi che si porta appresso, con i dolori di cui solo lei è a conoscenza.
Quello che risalta nell’universo creato da Alessia Palumbo è proprio il dolore della protagonista, la sua “umana”, “vera”, “naturale” essenza di donna che lotta con tutte le sue forze, affinché il male non abbia il sopravvento, “umana” nei suo sentimenti e poi maga. Incantatrice. Il grado più alto a cui gli stessi maghi possano anelare. Quanta sofferenza per raggiungere quel grado. Quanto le è costato arrivare ad oggi?
Di capitolo in capitolo, così come ci ha, fin dal primo libro, abituato la scrittrice, si torna al passato, si torna al presente.
Si rimbalza tra la gioventù ormai quasi del tutto perduta, tra gli studi all’accademia e la Farwel del presente. A combattere contro una città, La Città Intera, vessillo di crudeltà e cecità ignobile, la quale ormai sta quasi sterminando del tutto i maghi. Donne, bambini, uomini, uccisi solo perché “nati maghi” in un razzismo viscerale e che ribolle delle più ataviche paure e si nutre dei più antichi “diversi”.
Farwel da giovane la si segue con il fiato in gola, in apprensione perché chiamata alla prova delle prove: I Due Regni. È grazie a questa che potrà, se riuscirà nell’impresa, finalmente diventare Incantatrice. E con il serbatoio di magia che ha a sua disposizione, forse una, se non l’Incantatrice più potente della sua era.
Farwel da adulta la si sostiene nel suo dolore, ogni nostra cellula è spremuta dal sangue, è intrisa di gravità. E’ fardello del suo compito, siamo quasi portati a credere che solo i nostri occhi possano aiutarla ad andare avanti. A combattere per una causa giusta. L’aiutiamo pagina dopo pagina in un compito che non vorrebbe mai aver la necessità di portare avanti. La accompagniamo lungo una strada che solo un destino crudele ha potuto descrivere e dalla quale lei non può spostarsi.
Ad accompagnarla, con noi, troviamo il visconte Idai, fidato compagno ritrovato dopo anni di peripezie e strade di vita differenti intraprese dopo gli studi.
Nel cuore (anzi nei sogni) sempre Drator, l’oscura sua presenza a stritolarle l’animo.
Farwel è sicuramente un personaggio maturo e complesso e non lo sono da meno i personaggi che gravitano intorno a lei nel suo mondo.
Alessia Palumbo, lo ribadisco in maniera ancor più convinta, se possibile, di quanto feci per la recensione del primo libro della saga, è un’autrice piena di capacità.
Il suo fantasy non è assolutamente scontato. Con pochi tratti sicuri riesce a pennellare un mondo complesso e a renderlo vivo senza mai scadere nel banale, nel già visto.
Non mi resta che consigliarvene la lettura, che ribadire la mia ammirazione per un lavoro magnifico e per la penna di Alessia, che mettermi lì in un angolo leggendo qualcos’altro attendendo trepidante in cuor mio l’uscita dell’ultimo volume, sperando che quel momento non arrivi troppo tardi, che sperare di trasformarmi in un beta-reader.