Recensione a cura di Rossella Lazzari
Breve, intenso, originale, doloroso, “22 vasche” è l’esordio letterario dell’autrice tedesca Caroline Wahl, pubblicato per l’Italia da Neri Pozza nella collana Beat per la traduzione di Scilla Forti.

“22 vasche” è la storia di Tilda, una giovane donna dalla vita complicata, ma dai sogni ancora vividi, sebbene sepolti sotto il peso di mille responsabilità. Mentre passa gli acquisti alla cassa del supermercato, Tilda prova ad indovinare chi sia il compratore, a giudicare da ciò che ha nel carrello.
È un modo come un altro per ingannare il tempo, per spezzare la monotonia di un lavoro altrimenti noioso, per non pensare troppo a ciò che la aspetta fuori.
Quando non è al lavoro, Tilda segue le lezioni all’università – sta per laurearsi in matematica, ambito che da sempre le dà conforto – oppure è a casa, a badare alla sorellina Ida che parla poco ma esprime il suo disagio con i disegni, e a cercare di tenere insieme i cocci di una famiglia raffazzonata, senza padre e con una madre con gravissimi problemi di alcolismo.
Nel quadro grigio di un’esistenza come troppe, due fari, due sogni, due miraggi affiorano all’orizzonte: uno viene dal futuro (il dottorato a Berlino), l’altro torna dal passato (il bel nuotatore che troppo le ricorda un evento nefasto).
Sembrano irraggiungibili, ma, in fondo, chissà…?

Scritto con stile originale e fortemente evocativo, “22 vasche” esprime il disagio di chi deve far fronte a situazioni più grandi di lui/lei, di chi si porta dietro il fardello di errori non suoi, di vite che sembrano treni lanciati in corsa verso un dirupo, di un destino crudele e beffardo che sembra prendersela sempre con chi è già sfortunato di suo. Eppure, in mezzo a tutto questo dolore, un barlume di speranza c’è, e questo libro ce lo dimostra attraverso la voce disillusa ed intrisa di rassegnata normalità di quella che sembra una donna fatta, ma che in realtà è – e dovrebbe essere – solo una ragazza. Questo libro ci ricorda che tutti hanno il diritto di sognare, a prescindere da ciò che hanno vissuto e da quanto nera sia la loro disperazione.
Se questo è l’esordio, c’è da aspettarsi sorprese da quest’autrice.
Il Libro:
La vita di Tilda Schmitt è una tabella di marcia serratissima. Lavoro, tram, università, tram, piscina, spesa, casa. In apparenza fila tutto, come il movimento fluido con cui Tilda passa sul lettore del codice a barre i prodotti del supermercato in cui lavora part-time. Ogni giorno dietro la porta di casa l’aspetta Ida, 10 anni, viso dolce da bambina-sole dei Teletubbies, vestita di un guazzabuglio di colori, la sua sorellina che parla poco ma disegna moltissimo, che la segue in piscina ma solo quando piove.
Ogni giorno, Tilda fa le sue 22 vasche, non una di più, non una di meno, niente pause. Sta per laurearsi in matematica, i numeri sono la sua zona di conforto: è così da sempre, da quando era piccola, da quando suo padre se n’è andato, da quando la mamma ha preso a bere, da quando è arrivata anche Ida che un padre non ce l’ha avuto proprio mai. Vive nella casa più triste della loro via, che già è triste. I suoi amici, manco a dirlo, sono via da un pezzo: ad Amsterdam, a Berlino, ovunque ma lontano da quella citta – dina che tutti odiano, non solo Tilda. Poi un giorno, in piscina, compare quel tipo che nuota come un dio, tagliando con eleganza l’acqua col braccio; impossibile non notarlo quando finisce le sue vasche e, appoggiato al bordo della piscina, si sfila gli occhialini piantando gli occhi nei suoi. 22 vasche, per l’esattezza. Lo sguardo un po’ crudele, le sopracciglia aggrottate, è il ragazzo più bello di sempre, un sogno da trattenere dietro gli occhi chiusi. Come è un sogno il dottorato a Berlino che il suo prof le ha appena proposto: un lampo di futuro. Ma che fare con Ida? E con la mamma? E con le responsabilità di cui la sua famiglia disastrata la costringe a farsi carico? Una vasca dopo l’altra, Tilda cerca risposte e soluzioni nel caos della sua vita ordinata: potrà concedersi di riemergere per prendere fiato?

L’autrice: Caroline Wahl è nata nel 1995 a Mainz, cresciuta nei pressi di Heidelberg e vive a Rostock. Ha studiato germanistica a Tübingen e letteratura tedesca a Berlino. Ha lavorato presso alcune case editrici. Questo è il suo primo romanzo.
