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Il Dono, Paola Barbato – Recensione

di Rossella Lazzari

È da poco uscito, per Piemme, “Il dono”, nuovo romanzo di Paola Barbato, una delle penne più talentuose ed apprezzate del thriller italiano contemporaneo.

“Il dono” non è il primo libro che leggo di Paola Barbato ma – voglio dirlo subito – nonostante mi sia piaciuto, non mi ha convinto come gli altri.

È un anonimo giorno di marzo a Roma, quando uno stimato giornalista dal viso rassicurante – nonché personaggio pubblico noto per essersi occupato per una vita, e in modo accurato ed attento, di omicidi e crimini efferati – accoglie la polizia con un coltello insanguinato tra le mani, nella villa dei suoi genitori. Genitori che ha appena ucciso. Nel primo interrogatorio informale, l’ispettrice Flavia Mariani si aspetta che l’uomo neghi, faccia finta di non ricordare, inventi favole, ma lui è calmissimo come sempre e no, non nega nulla. Solo che continua a dire che ad indurlo ad uccidere è stato il suo cuore, non è stato lui. Poco tempo prima, l’uomo ha infatti subito un trapianto ed ha ricevuto il cuore di Valerio Felici, un giovane morto in un banale incidente, del quale si è poi scoperto un passato da serial killer. Perché il giornalista è convinto che sia stato il cuore di Felici ad indurlo ad uccidere? Perché ci sono indizi che porterebbero a non escludere che abbia ragione? E, soprattutto, il cuore è solo uno degli organi donati dall’assassino: chi ha ricevuto gli altri?

Quelli scritti da Paola Barbato sono noti per essere thriller veri e propri, non gialletti da ombrellone: sono spesso ricchi di dettagli macabri, con trame molto articolate, tensione sempre ben calibrata e sapientemente dosata nei punti giusti; sono romanzi mediamente lunghi perché l’autrice si prende il giusto tempo di sviluppare la trama, approfondire l’argomento trattato e scandagliare i caratteri e le dinamiche psicologiche dei personaggi. Questo suo ultimo thriller non fa eccezione in nulla, è ottimamente congegnato dal punto di vista della trama, è approfondito nella trattazione del tema medico e della psicologia dei personaggi, è scorrevole e accattivante, ovviamente è scritto divinamente, eppure… Eppure, come anticipavo, non mi ha convinto quanto gli altri che ho letto.

Perché? Ci sto ancora pensando, è più che altro una sensazione di qualcosa che non va, di qualche ingranaggio che gira con fatica… Sensazione che mi sono portata dietro per tutta la lettura e che non si è dissipata a libro chiuso. A riprova di questo, c’è il tempo che ho impiegato a leggerlo: se i precedenti li avevo divorati in un giorno (nonostante si aggirassero sempre intorno alle 400 pagine) e non me ne staccavo un attimo, questo l’ho letto in quattro giorni e dovevo impormi di tornarci. Probabilmente sul mio giudizio molto hanno influito il non aver empatizzato con nessuno dei personaggi, nonché l’antipatia che ho provato per la protagonista, l’ispettrice Mariani: intransigente, testarda, supponente – e fin qui passi – ma persino arrogante, prevenuta verso chicchessia, incapace di interessarsi agli altri per ciò che sono e provano (e non solo per  come vorrebbe che fossero) e di guardare oltre le proprie convinzioni… direi che dovrebbe curarsi l’acidità di stomaco perché rischia di diffondersi ad altri organi (giusto per restare in tema)! Anche il colpo di scena, sempre attesissimo da ogni lettore perché è la chiave di ogni thriller, non è d’effetto quanto mi sarei aspettata. Sì, dà una bella svolta, ma non mi ha fatto spalancare gli occhi dalla meraviglia o esclamare il mio classico “ehi!” ammirato.

Insomma, per quanto mi riguarda, una lettura discreta, ma non uno dei migliori thriller di questa bravissima autrice!


Chi è Paola Barbato?

Gli altri romanzi di Paola Barbato
Il filo rosso
La piega del tempo
Vengo a prenderti
La cattiva strada
L’ultimo ospite
Io so chi sei
Zoo
Scripta maneant
Mani nude

Nata a Milano, nel giugno del 1971, è una scrittrice e fumettista italiana. Fa parte dello staff di sceneggiatori del fumetto italiano Dylan Dog edito dalla Sergio Bonelli Editore.

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